Catanzaro, progetto Gutenberg per alunni “Galluppi” Messa in risalto l’importanza dell’espressione delle emozioni e della loro modulazione
Emozioni da vivere e da gestire, sin da piccoli. Sul filo di questo canovaccio che prende spunto dal libro di Gigliola Alvisi “Piccolissimo me”, inserito nell’ambito del progetto Gutenberg, la classe III C della primaria “Galluppi”, ha sviluppato un laboratorio emozionale guidato dalla psicologa Elena Aiello e dalla referente scolastica, insegnante Mariolina Tripodi. Il libro ha dato modo di sottolineare l’importanza dell’espressione delle emozioni e della loro modulazione. Da ciò si è preso spunto per sottolineare quanto le favole siano “terapeutiche”, perché normalizzano il vissuto emotivo, permettono in forma simbolica di affrontare problemi esistenziali e controllano il caos emotivo interno di ogni bambino.
E’ trascorsa così una buona parte della mattinata alla ricerca delle piccole e grandi “emozioni”, queste sconosciute (ahinoi) talvolta anche ai grandi. L’obiettivo è stato quello di stimolare nei piccoli studenti una positiva immagine di sé come persona in grado di riconoscere e accettare le emozioni, nel rispetto di un concetto di salute in senso ampio, definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”.
L’atto di dare un nome alle emozioni ha di per sé un effetto rasserenante sul sistema nervoso aiutando i bambini a recuperare più in fretta dalle situazioni di turbamento che si possono manifestare. I giovanissimi scolari che hanno approfondito il libro della Alvisi sono stati inoltre stimolati ad un confronto con le proprie esperienze personali e la propria realtà sociale al fine di facilitare tanto il riconoscimento quanto l’espressione delle emozioni, ampliando anche il proprio vocabolario, sempre nel gioco di strumenti didattici come cinematografici.
Dal laboratorio, che si è protratto oltre l’orario inizialmente concordato tra insegnante e psicologa, si è cercato di sviluppare la capacità di associare le emozioni a cambiamenti fisiologici (battito cardiaco, digestione…), comportamentali (espressioni facciali, tono della voce) e psicologici (sensazione soggettiva, controllo di sé…) con la contemporanea creazione di un clima relazionale positivo per facilitare la comunicazione, col fine di star meglio con se stessi e con gli altri.
Perché tutto questo in una scuola primaria? “Ritengo la scuola contesto elettivo nella costruzione di modalità di pensiero e di comportamento finalizzati alla stima, alla conservazione, al ripristino del benessere personale e sociale e nello sviluppo di un’integrazione positiva e dinamica tra individuo ed ambiente – ha dichiarato la dott.ssa Aiello -. Questo è tanto più vero nella fase di transizione dall’infanzia alla preadolescenza, durante la quale esistono numerose fonti di rischio per il corretto sviluppo del bambino”. La metodologia operativa dell’esperimento, tenuto conto dell’obiettivo di favorire la partecipazione di tutti e la loro attivazione, si è tradotta anche in giochi di ruolo, brainstorming e tecniche narrative (utilizzo di una fiaba). La partecipazione della classe è stata viva e attiva e giudicata tale dagli stessi alunni che hanno chiesto altri spazi di questo genere. L’esperienza, svoltasi con l’efficace coordinamento dell’insegnante Tripodi, potrebbe diventare progetto di più ampio respiro coinvolgendo anche altri docenti e genitori.