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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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Cellulare sotto accusa

Cellulare sotto accusa

| Il 13, Mag 2014

Uno studio dimostra un nesso tra l’eccessivo utilizzo e alcune forme tumorali

Cellulare sotto accusa

Uno studio dimostra un nesso tra l’eccessivo utilizzo e alcune forme tumorali

 

Secondo uno studio realizzato da ricercatori dell’unità di epidemiologia dell’Università
di Bordeaux, mezz’ora al giorno di telefonate al cellulare aumenta il rischio di
tumore al cervello. I risultati della ricerca sono stati pubblicati dalla rivista
Occupational and environmental medicine. Dopo aver esaminato un campione di persone
affette da meningioma e glioma, gli studiosi hanno stabilito un legame tra l’insorgere
del male e l’uso prolungato e continuativo negli anni del telefonino.Secondo loro,
bastano 15 ore al mese per aumentare i rischi anche del doppio. Un’importante notizia
in campo scientifico per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti
[1]”. Gli Stati europei dovrebbero lanciare campagne di sensibilizzazione su vasta
scala sui rischi dell’uso intensivo del telefono cellulare se vogliono evitare un
“disastro salute di grandezza” come il tabacco o l’amianto. Un’esposizione ripetuta
a onde elettromagnetiche utilizzate dai telefoni cellulari può portare a problemi
di salute significativi. A tal proposito, ricordiamo tutti la storia italiana di
un dirigente d’azienda divenuto invalido per colpa del telefonino, riconosciuto tale
da un giudice. È stata la prima sentenza di un tribunale del lavoro che ha riconosciuto
la malattia professionale ad un dirigente di un’azienda bresciana che, per dieci
anni, ha lavorato utilizzando per ore e ore il cellullare e il cordless. L’uomo,
Innocenzo Marcolini di 57 anni, è stato colpito da un tumore benigno al nervo trigemino.
L’intervento chirurgico lo ha salvato ma le conseguenze sulla qualità della vita
sono terribili. In parte ricompensato da questa sentenza di vittoria contro l’Inail
che gli riconosce nella misura dell’80% la malattia professionale. Si è trattato
del primo giudice dunque che riconosce il nesso causale e il conseguente accertamento
di invalidità da esposizione professionale.