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“Centro anziani Rende: due errori per un solo bando”

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Sul bando del Centro Anziani avevamo espresso un giudizio
preciso: la gestione è stata un “pasticciaccio” di quelli che non
dovrebbero mai accadere. Soprattutto quando si conosceva “bene il livello
di polemica politica che questo argomento avrebbe suscitato a Rende”, come
ha precisato l’assessore Bozzo in risposta alla nostra nota. E non poteva
essere altrimenti, dopo lo scontro in Consiglio su un argomento così
delicato, che vede la completa privatizzazione di servizi
socio-assistenziali importantissimi.

Ma che si è trattato di un pasticciaccio lo precisa anche l’assessore
quando spiega che “per un errore di procedura da parte di un operatore gli
uffici competenti hanno ritenuto necessaria la ripubblicazione in evidenza”.

Non dice il vero l’assessore quando afferma che il bando “è stato sempre
visibile nella sezione “Bandi” e in quella “Archivio” dell’Albo pretorio”.
Ripercorrendo all’indietro questa vicenda abbiamo ricostruito i fatti e
sappiamo per certo che dal 18 al 27 dicembre l’avviso del bando è
letteralmente sparito dalla sezione “Bandi” dell’Albo Pretorio, venendo
confidato nella sezione “Archivio”.

E già qua si nota un prima irregolarità, evidentemente causata da errore
umano, che pone un primo dubbio sulla legittimità del bando che non ha
ricevuto quella pubblicità sul sito dell’ente che avrebbe invece meritato.

E poi l’altro pasticcio, cioè l’avviso pubblico datato 4 gennaio, con cui
si rende noto che la PEC comunicata, unico e solo strumento da utilizzare
per prenotare il sopralluogo, era sbagliata.

Questi sono i fatti incontrovertibili, e se uno o più sbagli potevano
essere giustificati tramite la revoca del bando con successiva
ripubblicazione o semplicemente allungano i termini di scadenza per dare la
giusta opportunità di partecipazione a più ditte, non è accettabile
perseverare nell’errore e cercare di difendere l’indifendibile come fa
l’assessore.

Nessuna dietrologia, da parte nostra. Abbiamo soltanto evidenziato palesi
errori procedurali chiedendo al sindaco Manna di porre rimedio. Una proroga
dei termini di scadenza, unica soluzione che avrebbe evitato, questo sì,
facili dietrologie e soprattutto non avrebbe favorito nessuno, se non
l’ente che dirige per conto dei cittadini rendesi.