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TAURIANOVA (RC), VENERDì 29 NOVEMBRE 2024

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Cerca di far esplodere impresa del figlio, arrestato All'interno di un'auto parcheggiata vicino al mobilificio i Carabinieri hanno rinvenuto tre bombole piene di gas e cinque taniche di benzina

Cerca di far esplodere impresa del figlio, arrestato All'interno di un'auto parcheggiata vicino al mobilificio i Carabinieri hanno rinvenuto tre bombole piene di gas e cinque taniche di benzina
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Nel pomeriggio di ieri i carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Serra San Bruno hanno fermato un uomo originario di Feroleto della Chiesa (RC), per aver tentato di far esplodere un’auto nei pressi del mobilificio del figlio. In particolare i militari della locale Compagnia erano stati allertati per che un’auto in fiamme. Nel contempo i carabinieri hanno rintracciato l’autore del reato il quale si era dato alla fuga nascondendosi tra gli alberi.

I successivi accertamenti hanno portato alla scoperto che l’auto era intestata allo stesso responsabile e all’interno della vettura erano state sistemate tre bombole piene di gas e cinque taniche di benzina, un quantitativo sufficiente a far esplodere un intero palazzo. E’ stato quindi ricostruito che l’uomo dopo aver versato sul terreno una tanica di benzina dal cancello d’ingresso fino al veicolo, gli aveva dato fuoco con l’intento di far esplodere sia il negozio che gli appartenenti sovrastanti.

Provvidenziale l’intervento del figlio dell’uomo che si è occupato di spegnere le fiamme ed allo stesso tempo il tempestivo intervento dei militari dell’Arma che hanno rintracciato immediatamente il presunto responsabile. Dopo i vari accertamenti, visti i concomitanti indizi di reato, i carabinieri hanno deciso di operare un fermo per il reato di strage. Il fermato, dopo le varie formalità di rito, è stato tradotto presso la casa circondariale di Vibo Valentia in attesa delle decisioni dell’autorità giudiziaria competente. In queste ore gli investigatori stanno cercando di far luce sul possibile movente che, dalle prime indiscrezioni, sembrerebbe riconducibile a dissidi familiari tra il fermato, suo figlio e sua moglie, che nel momento in cui è stato compiuto il tentativo di “attentato”, si trovava presso la sua abitazione sopra il mobilificio stesso.