Cessione Ansaldo Breda, Nicolò (FI): “Serve interlocuzione con il Governo e i nuovi proprietari” "E' giunto il momento che anche la Giunta regionale chieda conto al Governo ed a Finmeccanica sugli orientamenti di Hitachi rispetto al futuro dei poli manifatturieri acquisiti"
“La cessione di Ansaldo Breda alla multinazionale nipponica Hitachi spa necessita di una rinnovata e urgente interlocuzione con il Governo e i rappresentanti della nuova proprietà”.
Lo afferma in una dichiarazione il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia a Palazzo Campanella, Alessandro Nicolò.
“Delle ex Omeca di Reggio Calabria, storica realtà industriale nel settore della produzione di materiale rotabile, che mantiene livelli e standard di mercato eccellenti, non si conoscono, a tutt’oggi, destini e prospettive. La fabbrica di Torre Lupo non rientra certamente nel novero delle aziende decotte o da far transitare in qualche bad company liquidatoria, ma vanta un consistente paniere di commesse nazionali ed internazionali che certifica la qualità del prodotto finito e testimonia la capacità di lavoro dei dipendenti. Dopo la visita di Renzi e gli impegni assunti dal sindaco Falcomatà durante i suoi incontri romani – prosegue Nicolò – è giunto il momento che anche la Giunta regionale chieda conto al Governo ed a Finmeccanica sugli orientamenti di Hitachi rispetto al futuro dei poli manifatturieri acquisiti. Hitachi è un player globale, ed è immaginabile la complessità dell’operazione viste le dimensioni internazionali. Ma il Governo, Finmeccanica e le istituzioni locali hanno una responsabilità e una posizione diverse rispetto al sindacato e per questo non possono deflettere dal chiedere a Hitachi di conoscere il piano industriale della holding e gli impegni per quanto attiene gli opifici distribuiti in Italia ed in particolare lo stabilimento calabrese. Per tali ragioni è necessario che il presidente Oliverio assuma iniziative immediate per diradare ogni dubbio sul futuro delle ex Omeca, sulla prosecuzione delle attività industriali per incrementare le prospettive di rilancio di una fabbrica che non solo ha dato in cinquant’anni della sua storia reddito e serenità a migliaia di famiglie reggine, ma che è riuscita a mantenere, nella deriva fallimentare di Ansaldo Breda, una qualità della produzione in grado di renderla competitiva sui mercati internazionali”.