Cgil e Uil, Le ragioni dello sciopero sotto lo slogan “Adesso Basta” I dati impietosi non lasciano spazio a dubbi oltre il 60% degli italiani non arrivano alla fine del mese, la povertà e le disuguaglianze dilagano, come dimostrano del resto i 5,7 milioni circa di cittadini che versano in condizioni di povertà assoluta e di indigenza
Il 1 Dicembre continua lo SCIOPERO di CGIL e UIL sotto lo slogan “Adesso Basta!”
La realtà drammatica che oggi vivono le famiglie italiane impone un’azione decisa e risolutiva per arginare quanto più possibile le ripercussioni di un’economia in crisi.
I dati impietosi non lasciano spazio a dubbi oltre il 60% degli italiani non arrivano alla fine del mese, la povertà e le disuguaglianze dilagano, come dimostrano del resto i 5,7 milioni circa di cittadini che versano in condizioni di povertà assoluta e di indigenza.
Nei fatti, oltre le promesse, non c’è alcuna risposta da parte del Governo Meloni all’emergenza salariale. Gli annunciati cento euro mensili in più in busta paga non esistono, è stato semplicemente confermato quanto già assegnato nell’anno in corso con il taglio del cuneo fiscale.
La spesa sanitaria pubblica non viene incrementata, al contrario, nella Legge di Bilancio il governo Meloni prevede investimenti assolutamente insufficienti in rapporto al PIL – ancorché falcidiati da un’inflazione galoppante – per il Sistema Sanitario Nazionale che, soprattutto nel nostro Mezzogiorno, versa in una situazione allarmante e ne esce oltremodo indebolito. Questo costringe i cittadini che possono permetterselo a rivolgersi all’offerta sanitaria privata e il personale sanitario medico-infermieristico ad abbandonare il servizio pubblico a favore di quello privato assai più remunerativo, rendendo maggiormente deficitarie le piante organiche già abbondantemente sottodimensionate. E come se non bastasse i medici di famiglia restano insufficienti e la medicina del territorio, oramai irrinunciabile e necessaria, rimane un miraggio lontano.
Il Governo Meloni taglia, inoltre, le risorse alla scuola pubblica, alle politiche sociali e alla disabilità, non mette nemmeno un euro per la non autosufficienza, cancella opzione donna e continua nella sua opera di demolizione del Welfare accanendosi contro la povertà cancellando il Reddito di cittadinanza.
Sul fronte pensionistico tagliano INCOSTITUZIONALMENTE le pensioni a chi ha maturato diritti acquisiti e non solo confermano la Legge Fornero, ma addirittura la peggiorano innalzando ulteriormente l’età pensionabile.
Nessuna azione per assicurare un lavoro stabile e di qualità, non intervengono contro la precarietà, al contrario la rafforzano reintroducendo massicciamente i voucher e liberalizzando il lavoro a termine, così come si rifiutano di approvare il Salario Minimo Garantito a 9 euro lorde e non investono in sicurezza sui luoghi di lavoro e parlano soltanto di Autonomia Differenziata. Non esiste, altresì, una parvenza di politica industriale né si individuano gli asset strategici sulla base dei quali creare lavoro di qualità e ben retribuito soprattutto per i giovani e per le donne.
Infine approntano una riforma fiscale che – a parità di reddito – tassa di più le pensioni e i salari rispetto ai profitti e alle rendite finanziarie e immobiliari, mentre lasciano intonsi gli extra profitti.
Queste sono le ragioni che come CGIL e UIL ci hanno indotto a proclamare lo sciopero generale che si è celebrato nelle altre aree del Paese nei giorni scorsi e che Venerdì 1 dicembre vedrà la mobilitazione nelle piazze del Mezzogiorno e in Calabria.
A Reggio Calabria la manifestazione organizzata dalla CGIL Area Metropolitana e dalla UIL avrà luogo dalle ore 10,00 in poi a Piazza Camagna.
Relazionerà il compagno Giuseppe Rizzo, Segretario Generale Trasporti UIL, e concluderà la Manifestazione la compagna Gianna Fracassi, Segretario Generale Nazionale FLC-CGIL.