“Morte di Armellini non sia vana. Più sicurezza lavoro” Lo dichiara la Cgil
“Secondo il giudice monocratico di Reggio Calabria Matteo Armellini è stato ucciso a causa di mancati controlli e omissioni; la sua vita è stata schiacciata da un palco che non si poteva montare in quel dato modo, fra l’altro in una struttura, quella del Palacalafiore, non idonea ad ospitare un concerto – dichiarano in una nota stampa la CGIL Calabria, la SLC CGIL Nazionale, la SLC CGIL Calabria e la CGIL Reggio Calabria – Locri – . La giustizia ha individuato dei responsabili, affermando che Matteo sarebbe ancora fra noi se ciascuno avesse svolto con perizia il proprio lavoro, se chi di competenza avesse segnalato il pericolo che il palco che avrebbe dovuto ospitare l’esibizione di Laura Pausini, potesse crollare.
La CGIL ha seguito da vicino le fasi del processo, temendo che fra trasferimenti di giudici, rinvii e udienze saltate, giustizia non venisse fatta. Alla madre di Matteo va un abbraccio fortissimo da parte di tutta la CGIL perché la sua determinazione è per noi sindacalisti fonte di ispirazione, soprattutto in un momento in cui la questione della sicurezza sul lavoro è purtroppo tornata alla ribalta in Italia. Infatti dall’inizio dell’anno si contano oltre 160 morti bianche.
E’ evidente che in tante e in tanti accettino condizioni di lavoro agghiaccianti perché lo stato di bisogno e povertà non lasciano scelta. Anche questo è uno degli effetti drammatici della crisi, che lo Stato ha il dovere morale di combattere facendo sì che l’esistente e puntuale legislazione vigente in materia venga rispettata, assumendosi la responsabilità della tutela della salute dei propri cittadini e lavoratori attraverso un sistema più efficace e mirato di controlli e ispezioni, ma anche attraverso la promozione di agevolazioni per investimenti nei sistemi di prevenzione da parte delle aziende, in particolare di quelle piccole che economicamente faticano ad adeguarsi ai necessari standard di sicurezza sul lavoro”.