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TAURIANOVA (RC), VENERDì 15 NOVEMBRE 2024

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Cgil Cisl e Uil, Ciclo integrato delle acque e depurazione: “Preoccupati per la gestione fallimentare”

Cgil Cisl e Uil, Ciclo integrato delle acque e depurazione: “Preoccupati per la gestione fallimentare”

| Il 31, Ott 2011

Acqua Reggine, da mesi senza stipendio i dipendenti della società

Cgil Cisl e Uil, Ciclo integrato delle acque e depurazione: “Preoccupati per la gestione fallimentare”

Acqua Reggine, da mesi senza stipendio i dipendenti della società

 

 

REGGIO CALABRIA – Come i tanti cittadini della nostra provincia che sono andati a votare alla scorsa tornata referendaria, ci eravamo illusi che qualcosa potesse cambiare in meglio sulla gestione del ciclo integrato delle acque e la depurazione! Siamo, invece, oggi più di ieri, preoccupati per la situazione in cui versano le società che gestiscono gli impianti di depurazione, la captazione e la distribuzione perché questo importante settore, che gestisce un servizio di pubblica utilità, versa in una situazione di precarietà e soffre la mancanza di politiche di indirizzo e ancora una volta, purtroppo, a farci le spese sono i lavoratori ed i cittadini/utenti.

Nella nostra provincia i due soggetti (per altro in commistione tra loro) che attualmente gestiscono il servizio di depurazione per conto dei comuni sono Acque Reggine S.C.P. S. e IAM S.p.A..

IAM S.p.A. gestisce prevalentemente gli impianti di sollevamento e di depurazione ricadenti nei 33 comuni della piana di Gioia Tauro, Acque Reggine S.C.P.S. tutto il restante territorio, compresi i comuni della fascia jonica della provincia di Reggio Calabria. Per la gestione degli invasi, la captazione e la distribuzione sino alla rete di quasi tutti i comuni della provincia invece opera SORICAL.

Tutto il sistema, volendo utilizzare una metafora ironica ma drammatica per i cittadini ed i lavoratori del settore, “fa’ acqua da tutte le parti”. Acque Reggine S.C.P.S. è sull’orlo del fallimento perché non riesce a recuperare i crediti dalla maggior parte dei comuni (il solo comune di Reggio Calabria dovrebbe versare quello che non ha versato negli ultimi 3 anni per una cifra di milioni di euro a 2 cifre), IAM S.p.A. in attesa di riscuotere i propri crediti dai comuni morosi, tira a campare e cerca di recuperare risorse con il trattamento di percolato proveniente da altre regioni e SORICAL,  per lo stesso motivo (ovvero le morosità dei comuni), comunica la riduzione degli investimenti sulla manutenzione ordinaria della rete.

In questo scenario complessivo si inserisce la particolare vertenza dei lavoratori della società Acque Reggine S.C.P.S., una vertenza sulla quale la politica deve dare, urgentemente ,risposte al sindacato di categoria e non lasciare nel dubbio il futuro di circa 125 lavoratori sui quali certamente non devono ricadere le colpe di una cattiva gestione politico – amministrativa e delle istituzioni.  Se il comune di Reggio Calabria, capofila per debito nei confronti di Acque reggine S.C.P.S., non paga il servizio di depurazione e mette in crisi il sistema è colpa dei lavoratori? O dei cittadini che puntualmente e costantemente versano i loro tributi per il servizio di depurazione?

Siamo fortemente preoccupati perché il clima che viene evocato per i lavoratori che da mesi non ricevono gli stipendi appare oscuro, la società ci scrive ed ufficialmente più volte ci comunica che al 31 dicembre finisce il proprio mandato e che i lavoratori a partire da quella data dovranno essere collocati in mobilità/cassa integrazione/licenziati…., più volte abbiamo ribadito alla società che la clausola di salvaguardia sociale prevede per i lavoratori di questo settore la continuità lavorativa e che alla restituzione degli impianti ai rispettivi comuni va previsto l’assorbimento dei lavoratori,sia amministrativi sia operativi. Nei giorni scorsi ufficialmente è stato chiesto alla Provincia e alla Regione Calabria di attivare un tavolo di concertazione per costruire formalmente un protocollo di intesa che garantisca questo importante passaggio di consegne dei lavoratori contestualmente agli impianti. Attendiamo, in tal senso un urgente, riscontro su questa istanza e, nel frattempo, ci attiveremo con le Confederazioni per mettere in campo iniziative che favoriscano trasparenza e diano garanzie ai lavoratori che, certamente, non hanno nessuna colpa delle politiche fallimentari del settore.

Nel frattempo vigileremo sul campo affinché i lavoratori di Acque Reggine S.C.P.S. non vengano utilizzati in modo strumentale dai vertici aziendali e da un eventuale sindacato di comodo costituito in fretta e furia per l’occasione…

Ai circa 125 lavoratori di Acque Reggine S.C.P.S. vanno date garanzie istituzionali sottoscrivendo un protocollo di intesa che ratifichi ufficialmente quanto previsto dalla clausola di salvaguardia sociale della vigente normativa e dal CCNL del settore. All’azienda e ai politici che intendono forse gestire diversamente questa situazione diciamo pubblicamente che non troveranno la nostra disponibilità per “sfruttare” gli ammortizzatori sociali per scaricare tutti o parte dei lavoratori ed attivare magari, parallelamente, una nuova gestione del servizio attraverso assunzioni parallele: non siamo disponibili ad eventuali “licenziamenti facili” che pesano sulle casse dello Stato a discapito dei cittadini. Prima che venga licenziato anche uno solo dei lavoratori di Acque Reggine S.C.P.S. chiederemo conto al comune di Reggio Calabria e alle altre amministrazioni morose dove sono finiti i soldi che versano i cittadini/utenti e denunceremo eventuali manovre speculative per assunzioni clientelari su un probabile affidamento del servizio ad altro soggetto privato o pubblico che non prevede contestualmente anche il passaggio dei lavoratori.

Reggio Calabria 31 Ottobre 2011

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