Nessuno si azzardi ad andare a Tropea, scalzo e a torso nudo!
Giuseppe Larosa | Il 25, Lug 2019
Che nessuno si azzardi ad andare a Tropea, nella splendida Tropea e passeggiare come se nulla fosse in costume da bagno al centro. È estate, a Tropea, mica a Cortina D’Ampezzo! E non trovate scuse banali dicendo “Sai, siccome c’è il mare” e allora per stare comodi, ci si mette in costume”, non si dica mai, e che siete a casa vostra, tra le montagne dello Zomaro, alle falde dell’Aspromonte, siamo a Tropea, sole mare e senza costume in città, ma solo un grembiulino rosa per le femminucce e azzurro per i maschi, e di sotto, potete fare a meno pure di mettervi il reggiseno, in segno di solidarietà per Carola, che non solo non aveva il reggiseno, ma nemmeno il seno, per dirla tutta.
Ovidio (per alcuni, non è una nota di biscotti per il latte, ma un sommo poeta romano), disse che “Ciò che è lecito non dà piacere, quello che è proibito infiamma”, per le fiamme ci pensa già di suo il sole, è il proibito che combacia, in questo caso, con il ridicolo.
Tropea è una delle più belle località marittime calabresi, un vero e proprio fiore all’occhiello del Tirreno calabrese, continuamente presa d’assalto da molti turisti, e oggi questi “assaltatori”, se solo si azzardano a passeggiare a torso nudo, scalzi e in costume in giro per la città, rischiano una multa fino a 500 euro.
Amici palestrati che avete fatto sacrifici chiuse in quegli stanzoni colmi di attrezzi definite palestre per scolpire i vostri addominali a mo’ di tartaruga, bicipiti, tricipiti, transaminasi e acido urico, non è servito a nulla. Avete perso o soldi. Abbiamo vinto noi che leggiamo e che alleniamo il cervello. Perché oggi siete uguali a chi come me, quelli con addominali a tartaruga rovesciata e tricipiti a fil di lardo di colonnata. Entrambi, a Tropea, dobbiamo indossare una maglietta per coprire quello che ognuno di noi ha, per la prima volta si compie il gemellaggio tra un’amatriciana e un energizzante. E le donne? Qui si apre un grosso problema, come sarà l’edizione miss maglietta bagnata, quale sarà il regolamento? Varrà quello simile a Carola Rackete o ci sarà qualche eccezione magari indossando un reggiseno della nonna, che fungeva anche da porta soldi arrotolati?
Autore di questa stravagante ordinanza è il sindaco Giovanni Macrì, e il motivo di tale restrizione sembra essere una questione di “decoro” e alla “decenza del normale convivere civile”, eh sì perché camminare a torso nudo, in costume da bagno o scalzi, è un oltraggio al convivere civile. Come se chi cammina in queste condizioni è gentaglia che beve di continuo, rutta e sputa per terra ogni chiazza di colore giallastro. E non solo, perché è tipico che ci cammina in costume da bagno, di solito i maschi, per strada tendono a grattarsi in pubblico il deretano con movimenti sussultori e ondulatori, a seconda delle occasioni.
Ma non è finita qui! Pensavate voi che a Tropea ci facevamo mancare altre cose? Illusi e maledetti torsi nudi, perché mentre si fanno convegni e summit in tutto il mondo su clima, inquinamento e altro che potrebbe essere nocivo per il mondo, a Tropea si è avanti. C’è un altro divieto, non lo sapevate eh? D’estate, “con l’innalzarsi delle temperature” non è possibile portare fiori freschi al cimitero perché la loro decomposizione (naturale), inquina, e non solo, l’acqua per i portafiori non è consentita. Ora, mi chiedo eh, senza nulla a pretendere, ma se si vieta di portare fiori freschi, l’acqua nei portafiori che si metterebbe a fare? Visto che non avrebbe alcuna utilità, o forse c’è il rischio di fare al posto dei fiori un allevamento di trote, mettere dei pesci rossi o qualche papera di abbellimento che galleggia? E anche qui le multe possono arrivare a 500 euro. Quindi, riepilogando, se andate scalzi, a torso nudo o in costume al cimitero a mettere dei fiori freschi ai cari defunti, rischiate fino a mille euro di multa. È così o sbaglio?
Ma la Calabria è bellissima perché a in sé l’arte del variopinto mistero. Pensate che a Crucoli, nel crotonese, d’ora in poi sarà vietato giocare a calcio, pallavolo e udite udite, calciobalilla (sic!). Questa volta è la commissione prefettizia a imporlo perché ritenuti dei giochi “rumorosi e fastidiosi, e c’è “il divieto assoluto di svolgere qualsiasi attività ludica non autorizzata su suolo pubblico, ed in particolare il gioco del calcio e della pallavolo”. Mentre per i calciobalilla, il divieto è “solo” dalle 13.30 alle 16.30 e dall’1.30 di notte fino alle 10 del mattino successivo.
Il grande Eduardo Galeano (che non è una barca da pesca, ma un autorevole scrittore), disse che “Sul muro di un locale di Madrid c’è un cartello che dice: È PROIBITO IL CANTO FLAMENCO. Sul muro dell’aeroporto di Rio de Janeiro c’è un cartello che dice: È PROIBITO GIOCARE CON I CARRELLI PORTAVALIGIE. Il che vuol dire che c’è ancora gente che canta e c’è ancora gente che gioca”. Ricordiamoci che forse, dico forse, alcune goliardie sono belle perché ci sono, rappresentano la libertà di essere, di vivere e perché no, amare la vita nei luoghi in cui la stessa ce lo consente, così come a Tropea, a Crucoli e altrove.