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TAURIANOVA (RC), MARTEDì 03 DICEMBRE 2024

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Chi ha ucciso la dottoressa Francesca Romeo? A più di un anno dal terribile omicidio nel Reggino, tutto tace! Qual è il movente? Ma soprattutto chi ha sparato alla dottoressa e se fosse davvero l'obiettivo del killer in un delitto dal metodo tipicamente mafioso?

Chi ha ucciso la dottoressa Francesca Romeo? A più di un anno dal terribile omicidio nel Reggino, tutto tace! Qual è il movente? Ma soprattutto chi ha sparato alla dottoressa e se fosse davvero l'obiettivo del killer in un delitto dal metodo tipicamente mafioso?

| Il 02, Dic 2024

Di GiLar

Era una mattina di novembre dello scorso anno, il 17 esattamente, quando in un agguato dal perfetto stile ‘ndranghetistico veniva ucciso un medico che da lì a pochi mesi sarebbe andata in pensione, aveva 67 anni Francesca Romeo originaria della frazione Sant’Anna di Seminara.
Quella mattina percorreva la strada che collega Santa Cristina d’Aspromonte con Taurianova ed aveva appena finito il turno di guardia medica proprio nel piccolo centro di Santa Cristina d’Aspromonte, in compagnia del marito, anch’esso medico psichiatra che lavorava a Palmi (e che oggi lavora in un’altra Azienda Sanitaria per svolgere la funzione di psichiatra), e di colpo da una distanza ravvicinata un killer che sembra sarebbe sbucato all’improvviso da una curva, avrebbe sparato dei colpi di fucile, probabilmente una lupara caricata a pallettoni, da anni che non si sentiva in Calabria un omicidio del genere con un’arma tipicamente utilizzata nei delitti di mafia o della criminalità organizzata in genere.
Sembra che il killer avrebbe indirizzato il suo obiettivo nel lato guida, ma il colpo fatale è stato per la dottoressa Francesca Romeo, mentre il marito Antonio Napoli è rimasto ferito ad un braccio. I colpi secondo le ricostruzioni fatte dagli inquirenti sono stati due, il primo è andato a vuoto conficcandosi nel parabrezza dell’auto, mentre il secondo è stato mortale per Francesca Romeo. Ci si è sempre chiesto e ce lo chiediamo ancora, l’obiettivo era la dottoressa o entrambi?
Sembra un “cold case”, si sa solo che gli inquirenti stanno lavorando al caso per dare un movente e un nome al killer che dopo aver compiuto l’atto delittuoso si è dileguato tra le campagne adiacenti, scomparendo nel nulla.
In tutto questo tempo sono stati passati al setaccio le vite della coppia, utenze telefoniche e ascoltato parenti ed amici, ma il movente ancora resta all’oscuro.
Si è parlato o anche ipotizzato di un delitto di ‘ndrangheta e che il vero obiettivo fosse il marito, trasferitosi altrove dopo l’omicidio della moglie, ma le ragioni restano ignote.
A Seminara si è sempre parlato di loro come una coppia di sani principi, molto unita e soprattutto riservata e tranquilla, ma perché allora questo delitto? Cosa c’è dietro a un’esecuzione in perfetto stile mafioso della quale ancora non si riesce a dare delle risposte?
Durante le indagini dello scorso anno, nelle ore successive al delitto, il marito aveva riferito che non aveva riconosciuto il killer, raccontando di aver accelerato dopo essersi accorto che sparavano contro l’auto e di essersi fermato a 500 metri di distanza per lanciare l’allarme.
Ma quello che si chiede è, erano loro realmente gli obiettivi o c’è stato uno scambio di persona? Purtroppo ci sono troppe domande senza risposte e troppi dilemmi da risolvere, mettere tutti insieme i cocci è un’ardua impresa specie se a prevalere a volte è quella che molto spesso è d’ostacolo alle indagini degli inquirenti, ovvero l’omertà che ti mette davanti a tante porte chiuse, dove le chiavi sono spesso difficili da trovare.
Noi ci chiediamo, ma è solo un condizionale d’obbligo, ma soprattutto un interrogativo avulso da polemiche e pregiudizi, è mai possibile che il marito non ha visto niente? O non abbia riconosciuto un dettaglio, visto che il killer si è anche avvicinato per sparare il colpo mortale?
La condizione attuale e lo stato delle indagini ci dicono che ancora tutto ruota nel mistero e nell’ignoto, non c’è un movente, non c’è il nome del killer, quello che è certo che un medico, una dottoressa di 67 anni a pochi mesi dalla pensione, è morta nel peggiore dei modi, in una “perfetta” scena del crimine tipico della ‘ndrangheta. Si risolverà? Restiamo fiduciosi e in attesa che prima o poi un delitto per ora irrisolto troverà quella luce in fondo al tunnel, ma ancora è buio pesto.