Cinquefrondi, Carnevale dietrofront Niente sfilate per il 7 febbraio. Le scuse del sindaco e la polemica politica. Infine, la vittoria delle mamme
di Giuseppe Campisi
CINQUEFRONDI – Mentre nei comuni viciniori si festeggiava il carnevale con grande
partecipazione e divertimento, specie per i più piccoli, nella città di
Pasquale Creazzo le strade sono rimaste sorde e deserte. Niente
maschere, coriandoli, balli di strada, canti e schiamazzi o carri
allegorici. Colpa, sembrerebbe, della rigidità del bilancio comunale
che, nelle more delle ristrettezze e delle contingenze in tempi di
tagli, avrebbe imposto una austerità forzata alla voglia di sorrisi e di
divertimento dei cinquefrondesi. E così, tanti cittadini si sono dati
alla emigrazione carnevalesca riversandosi in altri centri della Piana
dove godere l’allegoria della festa. Come a Polistena, ad esempio, dove
il carnevale s’è festeggiato con cinque carri allegorici ed una pletora
di bambini festanti cha affollavano le principali vie della città grazie
anche a sponsor e fattiva collaborazione di strutture cinquefrondesi.
Fin qui la cronaca di un evento mancato che ha scatenato ilarità,
polemiche e critiche a mezzo social. Il sindaco Michele Conia ha
ritenuto fare ammenda e con il capo cosparso di cenere ha chiarito: “Da
sindaco chiedo scusa ai cittadini e principalmente ai ragazzi di
Cinquefrondi per l’assenza di iniziative per il carnevale. Cinquefrondi
e i nostri bambini meritavano una giornata bella e divertente purtroppo
avevamo avviato un percorso per organizzare un grande carnevale, ma
alcuni imprevisti ed alcune “strane” incomprensioni ne hanno impedito la
realizzazione. Con grande umiltà chiedo scusa e prendo l’impegno preciso
che non accadrà mai più” mentre il vice sindaco, Giuseppe Longo, nel
prosieguo della discussione, aveva tenuto a precisare che: “La
responsabilità è di tutti ovviamente e credo ci faccia onore
riconoscerla ma altrettanto sinceramente, considerate le gravi
difficoltà di bilancio che attraversa il comune e che presto renderemo
note, non era pensabile spendere 2.000 euro come l’anno scorso per darle
ad una scuola privata a fronte di un impegno politico che deve
valorizzare le nostre scuole pubbliche”. E le opposizioni, invitate a
nozze da una situazione politicamente favorevole a fare la propria
parte, hanno espresso, sempre a mezzo social ed in vario modo, il loro
dissenso per quanto accaduto. Uniti per il Popolo postando immagini di
confronto con il precedente carnevale mostrando una piazza della
Repubblica colma di gente festante paragonata a quella vuota di
quest’anno mentre i democratici hanno provveduto con un post al
vetriolo: “L’aumento delle indennità di carica al sindaco, alla giunta
ed al presidente del consiglio di Cinquefrondi costa circa ottomila euro
all’anno in più rispetto alle indennità precedenti. Ci vuole faccia
tosta ad affermare che non si è potuto organizzare il carnevale per
mancanza di fondi!!!” con un chiaro richiamo alla polemica di inizio
mandato relativa all’aumento delle indennità dell’esecutivo. Al netto,
però, delle rispettive posizioni politiche, condivisibili o meno, vi
sono almeno tre (e forse più) riflessioni da fare. La prima. L’erba del
vicino è sempre più verde, si sa, ed il rigoroso protocollo nel rispetto
della tradizione degli ultimi vent’anni vuole che i cinquefrondesi
preferiscano (e di gran lunga) spostare lo struscio giovanile e non
(invernale, estivo e festivo in genere) presso porti limitrofi ritenuti
più attraenti od altre località marinare ritenute più accoglienti. E se,
per carità, ciascuno è ovviamente libero di farlo, non ci si stupisca
poi che si venga moralmente privati della possibilità di recriminare per
le carenze del proprio “orticello” lasciato a rinsecchire all’ombra di
altre scelte. La seconda. Excusatio non petita accusatio manifesta. Pur
prendendo atto della (encomiabile) umiltà dell’amministrazione comunale
sarebbe stato quantomeno doveroso provare, al di là dei vincoli di
bilancio, ad organizzare il carnevale per i più piccoli puntando sulle
risorse, quasi a costo zero, di volontari ed associazioni che nella loro
storica generosità certamente non si sarebbero tirate indietro per
regalare una giornata di festa di piazza ai piccoli protagonisti armati
di mascherine e coriandoli. E che il carnevale sarebbe caduto in data
del 7 febbraio era cosa, per tutti i comuni, abbastanza notoria da
tempo. Terzo. Questa vicenda non fa altro che avvalorare la tesi di una
indispensabile progressione verso la conurbazione dei comuni. Un
richiamo che da queste colonne non abbiamo mai cessato di sostenere.
Eventi come questo, vissuti sparutamente ed a macchia di leopardo dalle
diverse municipalità magari con l’obiettivo di “sottrarre” presenze al
vicino, non fanno altro che rendere insofferenti una fetta di cittadini
penalizzandone, di fatto, altri. Avere, quindi, la lungimiranza politica
di comprendere che anche il tempo delle mele in solitaria è finito e che
una migliore quanto necessaria economicità dei servizi passa attraverso
l’unione di più realtà urbane mediamente piccole vuol dire sapere, in
concreto, di poter includere nell’offerta una più vasta platea di
cittadini erogando servizi di qualità ed eventi di spessore direttamente
proporzionali alle aspettative ed alle potenzialità della gente e del
territorio. Chiaramente oltre tutto il resto. Perché, come recita un bel
testo di De Gregori, “la storia siamo noi”. A patto di avere voglia di
farla e di scriverla. Nessuno escluso.
Ecco quanto comunica il sindaco Conia: “Con grande emozione e grandissima
soddisfazione comunichiamo che su iniziativa “volontaria” di alcuni
cittadini (in modo particolare mamme) che hanno dimostrato di amare
davvero la nostra Cinquefrondi e’ partita dal basso l’organizzazione del
carnevale per domani dalle ore 15 in Piazza della Repubblica
ed in via Vittorio Veneto. Come amministratori abbiamo, con entusiasmo,
accolto la proposta che ha visto subito l’adesione delle nostre scuole
(dalla scuola dell’infanzia a quella media) , al Liceo musicale che ha
dato disponibilità ad organizzare un concerto live in piazza, ad alcune
associazioni e scuole di ballo di Cinquefrondi. Invitiamo tutti a
partecipare ed a dimostrare, con i fatti, di amare la nostra splendida
città. Come amministratori ringraziamo tutti quelli che in queste ore si
sono messi in moto e siamo orgogliosi di amministrare una comunità che,
oggi più che mai, vuole sentirsi viva e partecipe”.
Il carnevale, anche se sul filo di lana, può dirsi salvo.
La determinazione delle mamme ha
avuto la meglio sulla rassegnazione.
Hanno vinto loro, perché ci hanno
creduto ed hanno avuto voglia di farlo. Rimboccandosi le maniche.