di Giuseppe Campisi
Cinquefrondi (RC) – Non sono tardate le contromisure annunciate dal primo cittadino Michele Conia in merito alla spinosa vicenda degli annunciati licenziamenti da parte della ditta CamassaAmbiente che cura l’igiene urbana comunale. Proprio in mattinata sono stati predisposti due significativi atti amministrativi, una diffida a non interrompere il servizio legata ad una ordinanza contingibile, che avrebbero di fatto momentaneamente sortito l’effetto di congelare i licenziamenti delle 7 unità lavorative dislocate a Cinquefrondi.
Una situazione tumultuosa e delicata istruita sul terreno scivoloso delle carte bollate, atteso che la Camassain sede prefettizia era stata sollecitata dal Comune a proseguire il servizio sino alla sua scadenza naturale prevista a dicembre di quest’anno dietro pagamento in tempi brevi dell’arretrato debitorio accumulatodal Comune dando, contestualmente, la possibilità all’ente di poter reperire un’altra azienda dalle white list della stessa Prefettura a cui affidare – in via diretta ed urgente– la gestione del servizio, nelle more di un iter tutto da valutare con particolare riferimento al contratto di servizio (ottemperato per i servizi minimi essenziali) ed alla necessità di riassorbire i lavoratori sinora impiegati non trascurando di ricordare che aleggia, peraltro, il piano di attivazione da parte della Regione degli ATO. Non ultimo, la ditta, solo pochi giorni addietro, aveva messo in allarme il Comune comunicando la cessazione dell’espletamento del servizio in data 13 maggio.
Dopo la prima scossa tellurica dei licenziamenti comunicati proprio da Conia, in tarda mattinata sarebbe maturata la svolta.Il sindaco ha infatti annunciato di aver ottenuto una prima vittoria attraverso la sospensione dei licenziamenti da parte della Camassa che si sarebbe impegnata ad inviare un telegramma di dietrofront indirizzato direttamente ai lavoratori, senza però specificare una data. In ogni caso, prosegue il braccio di ferro a tre con la Camassa da una parte ed il lavoratori ed il Comune dall’altra con quest’ultimo cooptato sul doppio fronte della sostituzione in corsa dell’appaltatore e della tutela dei livelli occupazionali, tanto per scongiurare la «catastrofe igienico-sanitaria» – per come è stata definita nel carteggio ufficiale–che ne conseguirebbe da una drastica interruzione del servizio, quanto per salvaguardare gli impieghi dei lavoratori e cercare di dare un minimo di garanzie alle loro famiglie in un territorio che certo non può dire di vantare il primato delle opportunità occupazionali.