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Cinquefrondi, Conia: “Ma per il Pd il problema sono io?”

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di Giuseppe Campisi

Cinquefrondi (RC) – Testa bassa e pedalare. Pare essere questo il motto del sindaco Michele Conia alla luce di una Cinquefrondi che egli stesso ha definito “cantiere di bellezza” perché interessata ad una serie di interventi – tra cantierizzati e da cantierizzare nell’imminente – che dovranno incidere profondamente sull’aspetto urbanistico e funzionale del centro e della periferia della città «ridando dignità e cura mancate per troppo tempo». E mentre pensa a cultura, commercio e turismo nella sua testa scorrono vividi anche altri pensieri, che a fatica contengono la sua natura di politico radicato sul territorio e che inevitabilmente si scontrano con la realtà dell’arena politica nella quale, relativamente a breve, la partita del consenso si giocherà su più tavoli. Quantomeno due, europee e regionali. E se per il primo appuntamento Conia ha fatto più volte sapere di incontri istituzionali a tavoli romani in rappresentanza de Il Sud che Sogna per predisporre una formazione di ampio spettro fatta di ampie alleanze di sinistra-sinistra per costruire ed affidare alla guida di Luigi De Magistris un contenitore affidabile di numeri e programmi pronto a sfidare la destra, marginalmente il Pd, ma soprattutto la corazzata pentaleghista, per quanto concerne la tornata regionale prevista per i mesi finali del 2019 il massimo esponente di Rinascita certo non si sfila dalla mischia ma anzi rilancia apertamente il ruolo di coordinatore territoriale della rete per preparare l’assalto alla conquista di Bruxelles e palazzo Campanella, trovando persino il tempo di levarsi qualche sassolino dalle scarpe.

Messi alle spalle, infatti, i tempi bui della crisi e con le dimissioni lampo di marzo 2018 divenute uno sbiadito ricordo, il passo doloroso ha però permesso – dice – di fare chiarezza intorno a lui per rilanciare, fortificandola, l’azione della compagine di maggioranza proiettata ad inanellare per la città una serie di traguardi prima impensabili per via di freni, veti e discussioni perditempo interne «da parte di chi non aveva capito che stava agendo per delega, e forse non accettato, il fatto di essere il mio vice e non il sindaco di questo Comune» ha chiarito nel suo ragionamento, bollando i manifesti dell’opposizione di AutonomaMente che annunciavano l’inizio di cantieri ed opere più come autocelebrazione frutto di una vera e propria «follia istituzionale». Che Longo deicida di puntare alla guida del Comune nel 2020 (o ad altro, nda) è anche possibile riferisce il sindaco «ma prima di tutto deve spiegare ai cittadini come intenderà presentarsi, se come leader di Autonomamente oppure come iscritto al Pd» ponendo le due scelte come un ibrido a fronte dell’originaria scelta di candidarsi con Rinascita contro la nomenclatura. E se per Cascarano (in forte odore di candidatura regionale con FdI) ed Uniti per il Popolo ha avuto parole di apprezzamento per la scelta di riprendere, pur nella totale divergenza ideologico-politica, i rapporti istituzionali non così per Pd «che fa personalismi e non politica a Cinquefrondi» con cui le relazioni continuano a rimanere piuttosto tese. «Approfitto di questa chiacchierata per ribadire il mio invito pubblico ad un incontro ufficiale con gli esponenti del Pd, siano essi regionali, provinciali o locali per fare chiarezza una volta per tutte. Se serve, sono pronto ad incontrare persino l’intera sezione di Cinquefrondi». Una situazione compromessa, invece, attiene ai rapporti con il gruppo AutonomaMente che il sindaco giudica affetto da finto vittimismo.  Ed anche se le porte rimangono aperte al dialogo, Conia non può fare a meno di tormentarsi con una domanda: «E’ strategicamente intelligente che gruppi che si dichiarano di sinistra attacchino un giorno sì e l’altro pure ed a pochi mesi da europee e regionali (soprattutto quest’ultime dove specie il Pd regionale mi strizza l’occhio, sottolinea) un sindaco di area che cerca quotidianamente di fare cose di sinistra? Dopotutto, se a livello sovracomunale il Pd calabrese cerca il dialogo con me ed il movimento politico a cui appartengo (perché forse ha fiutato numeri e potenzialità sul territorio) credo di aver diritto di sapere se e quando Conia – che peraltro non si è negato la doppia chance di essere candidato alle europee od alle regionali, nda – è più una risorsa o più un problema per la sinistra. Insomma, alla luce del salvinismo dilagante, per loro a Cinquefrondi ed in Calabria il problema democratico sarei io?».