Cinquefrondi, Conia: “Questo è il momento del fare” La rete idrica e la rivalutazione del centro storico tra le priorità. E poi il messaggio: "Non sono per i matrimoni di interesse"
di Giuseppe Campisi
CINQUEFRONDI – “Il programma è la nostra bibbia
e non è detto che non si possa sempre migliorare. D’altra parte ai
cittadini voglio dire che stiamo gettando le basi per attuarlo in cinque
anni e non i sei, sette mesi”. Il richiamo al programma è un passaggio
voluto del sindaco Michele Conia in relazione alle sortite degli
esponenti della minoranza Cascarano e Galimi che avevano tracciato,
nelle loro rispettive analisi, un quadro non roseo dell’operato della
nuova gestione amministrativa. “Diciamolo subito: il mio comune, come
del resto quelli della provincia, non naviga certo nell’oro – riflette –
e le profonde modifiche che hanno interessato dal 2016 i nuovi bilanci
armonizzati hanno finanche rivisto le modalità operative di come dover
amministrare. Oggi ci troviamo nostro mal grado ad essere dei veri e
propri esattori prima che gestori di risorse. Risorse non sempre
sufficienti peraltro a dare risposte concrete in termini di servizi ai
cittadini”. Una situazione abbastanza diffusa che molti mal di pancia ha
creato nei primi cittadini costretti loro mal grado a fare da cuscinetto
alle istanze della gente e del territorio con le disponibilità
finanziarie fronteggiate alla bell’e meglio, una circostanza che
paradossalmente è un po’ come voler svuotare il mare con uno scolapasta.
“Quello che mi ha colpito di più – ha proseguito – è stato constatare
direttamente lo stato di bisogno, a volte drammatico, di alcuni strati
di cittadinanza e non avere gli strumenti per poter dare le risposte che
la gente si aspetta” che tradotto significa puntare il dito contro i
livelli superiori e contro una certa tendenza alla spending review che
per sgrovigliare l’intricata matassa delle italiche follie goderecce
come una mannaia si è abbattuta anche imperturbabile sulle criticità
quotidiane dei cittadini. Ma il rinnovamento culturale e sociale messo
in campo dalla maggioranza di Rinascita è oramai avviato: “Il primo
desiderio è stato quello di sdoganare Cinquefrondi per riconnetterla
alle altre realtà del territorio per farla uscire da quella sorta di
cupo isolamento in cui era pericolosamente sprofondata nel corso degli
anni”. Un lavoro di remake compiuto facendo leva sulla cultura e sulla
partecipazione, ha spiegato il sindaco, grazie l’interazione con le
realtà associative e con le istituzioni scolastiche della città
costantemente coinvolte nelle iniziative a sfondo socio-culturale. Ed il
primo cittadino non crede affatto che si tratti solo di ordinaria
amministrazione anche perché le considera vere e proprie innovazioni: il
ripristino del taxi sociale o l’istituzione dell’albo dei senza fissa
dimora dimostrano, conferma, un’attenzione maggiore verso le fasce
sensibili prima latente. E mentre indica i punti di forza del nuovo
corso si sofferma su argomenti strettamente correlati, quali l’acqua
pubblica e la rete idrica, che gli stanno particolarmente a cuore.
Racconta: “Abbiamo avviato progetti per nuove captazioni di sorgenti da
convogliare all’acquedotto comunale stoppando progetti irrealizzabili
relativi alla costruzione di nuovi pozzi anche se il vero problema è e
resta la fatiscente rete idrica comunale che con i fondi di bilancio è
impossibile rimettere a nuovo. Come è impossibile accendere nuovi mutui
per riprogettarla in quanto le risorse sono andate esaurite con le
scelte assai discutibili delle precedenti amministrazioni che hanno
sciupato questa possibilità per preferire opere realizzabili
diversamente e per giunta senza aggravi per le casse comunali. L’unica
possibilità che ci resta è quella di impegnarci al massimo per sfruttare
i bandi regionali o comunitari che si presenteranno anche se la nostra
ostinazione ci suggerisce di fare qualcosa comunque perché qui stiamo
parlando di questioni strutturali concrete ed inderogabili. Ecco,
vorremmo essere ricordati come l’amministrazione che ha risanato la rete
idrica e puntato sull’acqua pubblica come bene comune, e non per aver
realizzato opere faraoniche ma inutili” sulla scorta del modello
Saracena come un esempio considerato assolutamente virtuoso e da
emulare. Altra questione, la città ed il suo cuore pulsante. Il centro
storico come baricentro su cui far ripartire lo sviluppo tanto
commerciale che abitativo. “Lo avevo detto più volte in campagna
elettorale: la messa in sicurezza del centro storico è una priorità.
Stiamo vagliando tutte le opzioni ed i bandi disponibili per
riammodernarlo e rivalorizzarlo partendo dal commercio ed investendo
anche sull’edilizia abitativa popolare nel rispetto del PSC che
riprenderemo proprio il prossimo giovedì. Servono investimenti in
attività economiche per i giovani magari sulla spinta di incentivi che
stiamo studiando come riconoscere a chi volesse fare impresa in proprio
nel cuore del paese”. Progetti che si possono realizzare con il lavoro
costante di una amministrazione comunale che, assicura l’esponente
politico di Rinascita, “è operativa senza soste dal suo insediamento
garantendo una presenza costante di tutta la maggioranza. Persone che
intendono la politica come impegno quotidiano verso la collettività”.
Questa la mission che Conia ed i suoi si sono dati dunque per
risollevare le sorti di Cinquefrondi. E poi ancora: “A differenza delle
precedenti amministrazioni, noi sappiamo dove vogliamo arrivare. Abbiamo
chiari gli obiettivi ed i mezzi con cui perseguirli pur dovendo fare i
conti da una parte con le precedenti gestioni e dall’altra con gli
obblighi imposti dalla legge” e lo chiarisce spiegando i doveri relativi
al bilancio armonizzato che le cui maglie sono divenute stringenti come
sulla questione fiscalità e recupero delle somme ma anche su alcune
poste di bilancio come gli introiti derivanti dalle bollette dell’acqua
sui cui ruoli ammonisce: “Li abbiamo trovati fermi al 2010. Ora il
cerino in mano ce l’abbiamo noi ma sapremo bene e a tempo debito come
spiegare alla gente l’assurdità di un tale disastroso operato” afferma,
mentre si dimostra preoccupato sui disagi che potrebbero patire i
cittadini per i futuri invii di onerose cartelle di riscossione. Per ciò
che attiene l’aspetto politico il sindaco conferma la solidità del suo
gruppo e la vitalità del progetto Rinascita a cui aspirerebbe dare una
dimensione extracittadina: “Questo è il momento del fare. Noi siamo
impegnati per dare il massimo e personalmente non mi preoccupo di altro”
conferma, in riferimento all’attrattiva di alcune opzioni politiche che
non nasconde essere sul tavolo delle scelte anche se per ora solo
potenziali. E per finire, alla domanda sul suo futuro (accasamento)
politico aggiunge: “Per ora mi devo porre la domanda di come far bene il
sindaco. La mia personale scommessa politica si chiama immigrazione. Far
tornare a casa i cinquefrondesi che risiedono fuori, anche una parte di
essi, sarebbe la mia più grande vittoria. Per il resto, non ho fretta di
decidere, ho davanti cinque anni entusiasmanti carichi di lavoro e di
impegni non da poco. E poi – chiosa con una metafora – per sposarsi
bisogna essere innamorati ed io non sono per i matrimoni di interesse…”.