Cinquefrondi, affondo di Michela Tripodi contro Cgil La giovane sindacalista lascia l'organizzazione guidata dalla Camusso in polemica con la dirigenza locale, regionale e nazionale
di Giuseppe Campisi
Cinquefrondi – Lascia e se ne va sbattendo la porta Michela Tripodi, delegata territoriale CGIL che non manca di esprimere amarezza per la gestione di una vicenda che le ha lasciato l’amaro in bocca e che riguarda l’apertura, la chiusura e, a quanto pare, la imminente riapertura della Camera del lavoro targata CGIL. L’ufficio, presidio storico del sindacato a Cinquefrondi, dopo anni di accantonamento aveva ripreso vita proprio nel 2013 guidato dalla stessa Tripodi, svolgendo le usuali operazioni di servizio a favore di pensionati, giovani, lavoratori del settore agricolo e disoccupati.
Sul finire del 2015 viene accorpata alla Camera del Lavoro della vicina Polistena e la giovane e combattiva sindacalista prende posizione attraverso una serie di missive inviate alla direzione regionale e nazionale della CGIL rimaste inesitate, battendosi contro tale decisione. “Mi sono messa a servizio di questa Organizzazione, senza se e senza ma – recita un comunicato della Tripodi, un tempo vicina all’area di Rinascita poi passata ai democratici – inaugurando una Camera del Lavoro voluta fortemente da tutti, ho aiutato i giovani, i lavoratori ed i disoccupati. Senza un reale motivo è stata poi accorpata, sono andata contro questa decisione, mi sono battuta, ho fatto appello ai responsabili nazionali, regionali e locali. Tutti sordi al mio appello. Oggi apprendo da fonti esterne che la sede verrà riaperta accogliendo soggetti provenienti da altri sindacati. E della sottoscritta nessuno parla”.
La decisione contestata concernerebbe la riapertura dell’ufficio che dovrebbe essere affidato ad un responsabile proveniente addirittura da un’altra sigla sindacale e che fonti bene informate vorrebbero come molto vicino all’attuale governance cittadina. “Io, oggi – conclude in maniera delusa la nota della Tripodi – pur restando convinta delle mie idee di vicinanza ai lavoratori e ai più deboli. Prendo le distanze da un’organizzazione grande e che dice d essere democratica e vicina ai più deboli. Prendo le distanze dalla CGIL, da chi, oggi, rappresenta la CGIL. Da chi ipocritamente sostiene un referendum e che poi all’interno non è in grado di tutelare i propri”.