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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 26 SETTEMBRE 2024

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Cittanova al voto, Antico senza “vaffa” soffia (poco) sulla protesta Presentata la prima lista che unisce grillini ed ex forzisti, single di sinistra e quel che resta del comitato “No Bull”: il candidato non fa nomi, ma contesta “i topi”

Cittanova al voto, Antico senza “vaffa” soffia (poco) sulla protesta Presentata la prima lista che unisce grillini ed ex forzisti, single di sinistra e quel che resta del comitato “No Bull”: il candidato non fa nomi, ma contesta “i topi”
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di Agostino Pantano

Gli opuscoli col programma della lista finiscono troppo presto, come le sedie, nella piccola sala conferenze della biblioteca comunale riempita, nella domenica delle famigliole, anche da bimbetti che non votano. Finisce che anche metà dei candidati segue in piedi i lavori, e l’attesa per il video proiettato ad inizio seduta – durato il tempo della canzone “Un mondo migliore” di Vasco Rossi -, appaga gli occhi con le belle immagini del paese logate col nome “VivaCittanova Viva” ma non la curiosità di saperne di più sul verbo di questa comunemente chiamata “terza lista”. La scenografia muscolare scelta dallo schieramento che candida a sindaco Domenico Antico, tra diretta facebook e applausi da quasi ola nel debutto dei quasi debuttanti, sembra un fondale giovanilistico riuscito a metà e lancia la sfida agli avversari che il leader non nominerà mai se non per dire “sono incoerenti, uniti solo dall’interesse della poltrona”.

Il taglio del nastro della campagna elettorale cittanovese, favorito dalla suspence smascherata dai due “mezzi centrodestra” riunificati nella ridiscesa in campo di Alessandro Cannatà e dal centrosinistra che somma ancora una volta Francesco Cosentino, Francesco D’Agostino, il Pd e la sinistra senza partiti, dura un’oretta – “tempi veloci” è la nostra prima promessa mantenuta, dirà Antico nelle conclusioni – e molti dei 16 candidati al Consiglio si presentano come al primo giorno di scuola: prima il cognome e poi il nome, la breve biografia e il motivo di una scelta che vuole essere di rottura. E poco importa se beffardamente l’ordine alfabetico premia Totò Berlingeri, ex assessore e “mister preferenza” che di nuovo ha veramente poco nel panorama locale – scherza lo stesso Antico nel cedergli il microfono per primo – perché la nave del terzo polo, questo concentrato di malcontento centrifugato dal giovane avvocato “fiero di essere figlio di barbiere”, è ormai salpata per prima. Nel pubblico si sentono gli applausi fragorosi di dominus politici di antico conio, come l’avvocato Maria Siclari. Si notano le orecchie aguzzate dell’ex sempiterno Francesco Guerrisi – uno dei pilastri dell’era Cannatà, che al contrario di Domenico Sicari non si candida – e in ordine sparso quel poco che resta del comitato contro le vacche sacre, di cui Antico è stato cofondatore e presidente.

E non a caso il grillino Rocco Gioffrè, tra i pochi apparsi sciolti al microfono, ammette: “in passato ho dialogato e fatto politica con i giganti, ma ora sono stanco e deluso”. Toccherà misurare il sentimento contro, nei giorni a venire, ma per ora spetta a Giuseppe Gentile – indistruttibile sindacalista di sinistra che corre per un seggio – circoscrivere, involontariamente, i limiti di un progetto politico che gli scontenti ora, e solo ora, devono socializzare: “20 giorni fa mi sono incontrato in piazza con Antico e in 10 minuti mi ha convinto a entrare in lista”, confessa il candidato. Cosa accomuni la sua sinistra e l’ex forzista Berlingeri, è materia che Antico tenta di inquadrare leggendo un discorso privo dei “vaffa” che ci si aspetterebbe da un candidato di rottura, e dove l’unico accenno polemico sembra diretto – senza nominarli – a Cannatà “per il tracciato della Pedemontana” e al presidente della commissione regionale di Vigilanza, D’Agostino, declassato a “consigliere regionale che prima aveva sfiduciato il sindaco e ora è con lui”.

Il resto sono le 4 cose che Antico dice di voler fare “nei primi 50 giorni, perché abbiamo fretta”, e la convinzione che il tripolarismo in salsa cittanovese o ha sostenitori veri e potenziali che per ora non si vedono, oppure disturberà di più a seconda di quale teatro avversario deciderà di sconquassare con maggiore incisività. “Nella zona di Bombino si deve creare una zona commerciale”, alza la posta Antico per far capire che il programma di rottura è anche di costruzione, che la battaglia per i diritti è anche per degli interessi economici. Entra nella parte del “notaio” che ha studiato le carte e deve regolare antichi dissapori, e per ora sembra starci bene il candidato, che, tra poesia e arringa politica, promette “una pulizia straordinaria del paese, perché ci sono topi mai visti”, ovviamente “la riaccensione della luce sulla Sp 1”, e sempre nei primi giorni “l’avvio dello studio per il Piano strutturale comunale” e “la fruizione della zona di Vacale”. Gioca a fare “la lepre” della campagna elettorale, anche se lo start per ora sembra un boato rimbombato nello “scantinato” dei soliti metodi aggregativi.