Cittanova, in merito alla richiesta di sorveglianza a Nino Cento, Rao: “il passo indietro della Questura un segno di autonomia ed imparzialità degli apparati dello Stato” Continua il sociologo e docente universitario, "dal primo momento, seppur sorpreso, non ho esitato a riporre la mia fiducia nelle Istituzioni dello Stato, esercitate da donne e uomini capaci, responsabili e soprattutto animate da un profondo senso del dovere"
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Gentilissimo Direttore,
Apprendo dal sito di Approdo Calabria che hai scelto di pubblicare l’epilogo di una vicenda che, per qualche giorno, aveva alimentato una diffusa curiosità sulla mia persona relativamente a “presunti precedenti penali” a mio carico.
Sin dal primo momento, seppur sorpreso, non ho esitato a riporre la mia fiducia nelle Istituzioni dello Stato, esercitate da donne e uomini capaci, responsabili e soprattutto animate da un profondo senso del dovere. Ritengo che il lavoro svolto dalla Questura di Reggio Calabria, a fronte dell’istanza prodotta dal mio legale, sia stato impeccabile e pertanto, nel merito, non ho alcun elemento da eccepire. Continuerò a lavorare con l’identica determinazione e passione di sempre, trasmettendo ai giovani la speranza di un cambiamento possibile, praticabile principalmente attraverso quel sapere finalizzato a leggere quotidianamente le dinamiche dei tempi.
Lungo questa strada, non potrò esimermi dal chiedere agli adulti di voler comprendere il senso del cambiamento epocale posto sotto i nostri occhi, non più governabile con metodi e strumenti ormai messi in archivio per sopravvenuti limiti di età. I giovani, proprio dal mondo degli adulti, si aspettano sostegno, buon esempio e incoraggiamento in quanto dovrebbe ormai essere chiaro a tutti che la scuola promuove mentre la vita boccia le persone, soprattutto quando sono lasciate sole.
La nostra Calabria, per moltissimo tempo, è stata vittima di una narrazione distorta, devastante e al contempo habitat negativo, soprattutto per quanti avrebbero voluto rimanere per dare impulsi di crescita culturale e sviluppo sociale, recuperando il peso di un divario apertosi all’indomani dell’Unità d’Italia. Oggi, purtroppo, siamo in ritardo su molti fronti. Una tra le cause ipotizzabili è ascrivibile al metodo praticato nel tempo per governare i territori, spesso assegnato a persone “quiescenti” con l’aggravante dalla poca lungimiranza. Tutto ciò, nel tempo, è stato letale. Mentre per alcune di queste persone, non tutte a dire il vero, governare un piccolo o grande comune significava vivere la coda della loro vita con un pennacchio, al contempo mancava l’umiltà di comprendere che i tempi non sono la ripetizione di esperienze ma il susseguirsi di nuove opportunità da cogliere al volo per generare bene comune e impedire il dilagare delle povertà, fenomeni per i quali la marginalità e la devianza hanno costretto tantissime persone all’indigenza e all’assistenzialismo.
Questa esperienza, chiusa positivamente in meno di una settimana, la porterò con me come strumento educativo per i miei studenti, spesso scoraggiati da un contesto sociale nel quale prevale in modo pervasivo molta rassegnazione e tanta paura, sentimenti diffusi soprattutto a causa di una crescente povertà educativa. Un contesto sociale sfaldato finisce per essere lo scenario che offre maggiori occasioni per contrapporsi alle Istituzioni, soprattutto quando l’assenza di politiche di coesione, competenza e lungimiranza ai primi segnali non generano i giusti anticorpi.
Infine, devo ringraziare l’amico Nino Cento per la stima e l’amicizia riservatami pubblicamente nel corso della diretta Facebook di ieri sera. Seppur i suoi metodi comunicativi nei confronti delle Istituzioni dello Stato non siano mai stati da me condivisi e da sempre sono motivo di accese discussioni, se non fosse stato per lui non avrei mai avuto modo di apprendere quanto emerso e, di conseguenza, non avrei potuto chiarire definitivamente la mia posizione nei confronti della Giustizia, rendendo così un’esperienza personale buona prassi per quanti nutrono diffidenza.
Buon lavoro e grazie per la tua puntuale dedizione nel promuovere una informazione libera e diretta.
Francesco Rao