Coldiretti in prima linea su contrasto al capolarato Molinaro: "Senza diritti fino in fondo faremo la nostra parte"
Dopo la firma del protocollo per il contrasto del caporalato e dello sfruttamento
lavorativo in agricoltura promosso dai ministri delle Politiche Agricole Alimentari
e Forestali, Maurizio Martina, dell’Interno, Angelino Alfano, del Lavoro e delle
Politiche Sociali, Giuliano Poletti, e e firmato anche dalla Regione Calabria due
sono subito le cose da fare, – afferma Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti
Calabria – per dare futuro agli immigrati sottraendoli allo sfruttamento del caporalato.
L’approvazione del Disegno di legge 2217 di contrasto al caporalato che è in discussione
in Parlamento e l’attivazione degli strumenti di contrattazione di secondo livello
che possono contribuire all’emersione del lavoro e fare da barriera allo sfruttamento
e al caporalato. Il protocollo ci chiama direttamente in causa e si fa strada un
vero e proprio manifesto sociale che serve a dare valore alle imprese agricole e
ai lavoratori e necessariamente dobbiamo concretamente attuarlo sul territorio. Possiamo
e dobbiamo combattere due fenomeni odiosi – ha continuato -: spezzare la catena
dello sfruttamento che sottopaga i prodotti agricoli e il lavoro nei campi e provoca
la sofferenza e il caporalato. Fin dal 2010 non abbiamo mai sottovalutato il problema,
e in particolare con l’iniziativa “Non lasciamo sola Rosarno coltiviamo gli stessi
interessi” abbiamo denunciato e ci siamo battuti che non volevamo i lavoratori curvi
e senza diritti e senza voce, affittati ai datori di lavoro dai ‘caporali’, individui
che lucrano su una forma di intermediazione lavorativa illegale che sarebbe più esatto
definire riduzione in schiavitù. Ma – prosegue Molinaro – serve una grande azione
di responsabilizzazione di tutta filiera, dal campo alla tavola, per garantire che
dietro tutti gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali, ci sia
un percorso di qualità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa
distribuzione del valore che non è possibile se ad esempio le arance nei campi sono
sottopagate a 7 centesimi al chilo. Gli esempi positivi non mancano, ha continuato
Molinaro nel ricordare anche l’accordo della Coldiretti Calabria con l’AIRC (Associazione
Italiana Ricerca sul Cancro) per le Arance della Salute per consentire la vendita
e la distribuzione delle Arance della Calabria che rendono possibile un ritorno economico
sostenibile per le imprese e una giusta remunerazione dei lavoratori. “E per questo
dobbiamo impegnare le forze – ha ribadito Molinaro – in una operazione di trasparenza
per combattere chi sfrutta e sostenere chi produce in condizioni di legalità come
la stragrande maggioranza delle imprese agricole che in Calabria hanno assunto regolarmente
circa 7mila immigrati oltre un settimo degli immigrati presenti in regione (circa
un quinto gli assunti in Italia).