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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 16 SETTEMBRE 2024

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Combattimenti a Sirte. Misurata rivive

Combattimenti a Sirte. Misurata rivive

| Il 09, Set 2011

Secondo i ribelli il rais sta inviando oro all’estero per organizzare un’armata di mercenari

Combattimenti a Sirte. Misurata rivive

Secondo i ribelli il rais sta inviando oro all’estero per organizzare un’armata di mercenari

 

(ANSA) NORD BAN WALID-EST SIRTE (LIBIA) – Pesanti combattimenti sono scoppiati alle porte di Sirte e Ban Walid, gli ultimi due bastioni dei fedelissimi di Gheddafi. Lo riferiscono alcuni testimoni.

GERARCHI DEL RAIS IN NIGER – Un nuovo gruppo di 14 gerarchi di Muammar Gheddafi si trova in Niger, ad Agadez, e fra questi il generale Ali Kana, un Tuareg, stretto collaboratore che il rais ha posto a comando delle sue forze nel sud. Lo dicono fonti della sicurezza nigerina. Due fonti nigerine dicono che nel gruppo ci sono quattro gerarchi di alto livello, fra cui due generali, anche se non è stata resa nota l’identità del secondo generale. Fonti giornalistiche sul posto dicono che i 14 si trovano in un albergo di Agadez di proprietà di Gheddafi. “Il gruppo è arrivato su veicoli 4×4 ieri pomeriggio” ed è stato scortato dalle forze di sicurezza del Niger. Se confermata, la presenza in Niger del gen. Kana si aggiunge a quella del capo delle brigate di sicurezza, la cerchia interna di difesa del Colonnello, Mansur Daw, entrato nel Paese lunedì. Familiari e collaboratori di Gheddafi sono finora stati accolti dal Niger per “motivi umanitari”.

INTERPOL, ARRESTARE GHEDDAFI, SAIF E AL-SENUSSI – L’Interpol ha emesso un ordine internazionale di arresto nei confronti di Muammar Gheddafi, del figlio Saif al-Islam e di Abdullah al-Senussi, capo dei servizi segreti del rais. L’ordine d’arresto, si legge sul sito dell’Interpol, è un “Codice rosso” ed è stato emesso su richiesta del procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aja, Luis Moreno-Ocampo, per crimini contro l’umanità.

GHEDDAFI REPLICA A VOCI SU FUGA – Muammar Gheddafi si e’ scagliato contro ”la guerra psicologica e le menzogne”, riferendosi alle voci di una sua fuga nel confinante Niger, in un nuovo messaggio audio trasmesso dalla tv Al Rai, basata a Damasco. ”Restano loro solo la guerra psicologica e le menzogne – ha affermato Gheddafi nel messaggio – Hanno detto negli ultimi giorni di aver visto Gheddafi in un convoglio verso il Niger”. Poi il colonnello ha ironizzato: ”Quanti convogli di contrabbandieri e mercanti, persone, transitano ogni giorno nel deserto diretti in Sudan, Ciad, Mali o Algeria. Come se fosse la prima volta che un convoglio attraversa verso il Niger!”. Gheddafi ha poi di nuovo assicurato che ”la Nato sara’ sconfitta”, perche’ ”le sue risorse materiali non le permetteranno di continuare” il suo intervento. ”Noi – ha proclamato il rais – siamo pronti a Tripoli e dovunque a intensificare gli attacchi contro i ratti e i mercenari, che sono una banda di cani’. Dal 23 agosto scorso, quando gli insorti hanno conquistato la sua caserma bunker di Bab el Aziziya a Tripoli, Gheddafi ha inviato diversi messaggi audio per incitare alla ”resistenza”. Ma le sue ultime immagini risalgono al 12 giugno scorso.

RIBELLI, INDIVIDUATA FOSSA COMUNE STRAGE 1996 – Alcuni responsabili di Muammar Gheddafi catturati nei giorni scorsi dai ribelli libici hanno reso noto il luogo dove si troverebbe la fossa comune con 1.300 cadaveri di prigionieri politici uccisi per ordine del rais nel 1996, nel carcere di Abu Salim, a Tripoli. Una strage denunciata da organizzazioni per i diritti umani come Amnesty International (Ai) e Human Rights Watch (Hrw). Lo riferiscono all’ANSA fonti dei ribelli. La notizia è stata diffusa in tutti i media center libici e dalla tv El Alahrar. Abdallah Ali, uno dei responsabili del media center di Misurata, ha detto all’ ANSA che “la fossa comune verrà aperta domani o dopodomani” e che gli insorti vogliono che all’apertura siano presenti organizzazioni internazionali come la Croce Rossa Internazionale, Human Rights Watch e Amnesty International per documentare l’evento. Secondo Hrw, il supercarcere nel cuore del quartiere di Abu Salim, dove in passato sono stati rinchiusi molti oppositori politici del regime di Gheddafi, fu il teatro di una repressione di massa, attuata in seguito a una rivolta dei carcerati, in cui furono uccisi a colpi di kalashnikov e granate oltre 1.200 detenuti. Una vicenda che non si è mai riusciti a ricostruire in maniera chiara e che ha lasciato i parenti delle vittime senza risposte. Furono proprio i parenti dei detenuti morti ad Abu Salim a innescare in febbraio la protesta che da Bengasi si è poi diffusa in tutta la Libia.