Commissione Pari Opportunità discute delle carceri calabresi L’amministrazione penitenziaria regionale lavora per realizzare un sistema più a misura d’uomo, rispettoso della dignità del detenuto e della tutela della salute
Le condizioni ed i diritti dei detenuti delle case circondariali della Regione sono state illustrate dal vicario delle carceri calabresi, Rosario Tortorella, nel corso dei lavori pomeridiani della Commissione regionale Pari Opportunità. “Abbiamo ritenuto opportuno, in occasione del settantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani – ha spiegato la presidente Cinzia Nava- dedicare una seduta apposita della Commissione ad una questione così delicata e cruciale. L’obiettivo è capire quanto, nonostante il dovere di ogni Stato di promuovere standard di stili di vita adeguati, i principi fissati nei primi tre articoli della Dichiarazione, ovvero libertà, dignità, diritti ed eguaglianza, vengano concretamente applicati nel nostro territorio. Ebbene, abbiamo accolto con soddisfazione da parte del vicario Tortorella l’impegno che l’Amministrazione penitenziaria calabrese sta profondendo per realizzare un sistema decisamente più a misura d’uomo, rispettoso della dignità del detenuto e della tutela della salute”.
Il dott. Rosario Tortella, partendo dalla storica sentenza “Torreggiani” con cui la Corte europea dei diritti umani, all’unanimità, ha condannato l’Italia per la violazione dell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti umani, ha descritto un sistema calabrese che si è evoluto in qualità. “Il rapporto tra spazio disponibile, che come insegna la sentenza Torreggiani, non può essere inferiore ai tre metri quadri- e numero dei detenuti risponde ai criteri di normalità. Ma un altro punto qualificante delle nostri carceri – ha spiegato il vicario- è l’organizzazione di tutta una serie di attività cosiddette “trattamentali”, ricreative, culturali, sportive e all’aria aperta. Al tempo stesso, si è puntato a migliorare i servizi igienici come condizione insita nel valore-dignità del detenuto, dotando quasi tutte le carceri di bagni separati da spazi comuni e prevedendo, all’interno degli stessi, docce con acqua calda. E’ un percorso di umanizzazione che, sull’intero territorio, potenzieremo con altri interventi affinché salute e benessere del detenuto siano assicurati adeguatamente”.