Compatibilità tra democrazia, Stato nazionale e globalizzazione
redazione | Il 17, Mag 2012
Editoriale di Corrado Tocci
Compatibilità tra democrazia, Stato nazionale e globalizzazione
Editoriale di Corrado Tocci
Nel precedente editoriale “L’ERA DELLA GLOBALIZZAZIONE INDIRIZZATA” avevamo annunciato che avremmo iniziato ad affrontare alla radice il problema della crisi odierna, che rischia di essere analizzata solo dal punto di vista economico, nella logica degli interessi nazionali. Purtroppo le motivazioni della crisi sono molto più profonde e sono di natura istituzionale. Dalla analisi della crisi emergono una serie di contraddizioni derivanti dall’aver considerato compatibili principi istituzionali cardini di epoche storiche diverse. Emerge sempre più chiaramente dall’analisi di quanto avviene nel sistema internazionale che non è possibile, simultaneamente: perseguire le forme dei sistemi democratici popolari; assumere decisioni a livello nazionale; concretizzare la globalizzazione economica. In termini internazionali il sistema ci porta ad operare delle scelte per cui una delle tre opzioni deve passare in secondo piano. Se vogliamo continuare a far espandere i livelli di globalizzazione dobbiamo rinunciare o allo Stato nazionale o alla Politica democratica. Se partiamo dalla esperienza istituzionale degli ultimi due secoli, e cerchiamo di accrescere i livelli di democrazia, il sistema ci mette di fronte alla scelta tra o lo Stato nazionale o l’integrazione economica internazionale. Se scegliamo lo Stato nazionale e l’autodeterminazione di un popolo occorre scegliere tra o i maggiori livelli di democrazia o l’estensione della globalizzazione. L’esempio pratico di questa incompatibilità dei sistemi è rappresentato dal ruolo del Fondo Monetario Internazionale, il quale nel concedere dei prestiti agli Stati ha la potestà di intervenire con propri tecnici, che non hanno niente a che fare ne con i sistemi istituzionali degli stati, ne con la democrazia diretta, che sostituiscono gli Organi di quello stato preposti a determinate funzioni decise democraticamente. La stessa cosa fa l’Unione Europea. Le ultime tornate elettorali ci stanno dimostrato che le politiche che gli Stati nazionali attuano, dopo averle concordate con il sistema internazionale, trovano forte opposizione nel popolo, che esprime democraticamente il proprio dissenso, che non si concretizza in azioni concrete dato che lo strumento utilizzato, il sistema partito, ha perso credibilità e senso democratico.
La storia ci sta mettendo di fronte alla scelta tra democrazia e globalizzazione. In questa fase storica, considerata la situazione generale, non possiamo rinunciare a nessuna delle due. La strada obbligata da percorrere è quella di favorire la nascita di una Comunità Politica Globale, riscrivendo regole globali nell’ambito della democrazia che prevedano forme di responsabilità ben definite e sanzioni certe e applicate.
CORRADO TOCCI – SEGRETARIO POLITICO POPOLARI GLOCALIZZATI
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