Completa paralisi al Consorzio di Bonifica di Scalea La denuncia di Coldiretti Calabria
Il Consorzio di Bonifica Integrale dei Bacini del Tirreno Cosentino (ex Lao) commissariato da febbraio u.s. è in una situazione di completa paralisi. “Le responsabilità della gestione commissariale – afferma Pietro Molinaro Presidente di Coldiretti Calabria – va imputata direttamente alla Regione Calabria che nonostante pronunciamenti in sede giurisdinazionale, si ostina a non ripristinare la volontà democratica espressa dal corpo elettorale e quindi l’autogoverno degli agricoltori. Ci sono – prosegue Molinaro – fatti operativi/gestionali gravi ed inauditi che come organizzazione agricola non possiamo sottacere per i danni presenti e futuri che arrecheranno. Il primo riguarda la sospensione, operata da oltre un mese e senza alcuna ragione plausibile, del sevizio irriguo agli agricoltori facendo venir meno proprio l’essenza del Consorzio. La chiusura degli impianti – aggiunge – sta causando danni alle produzioni agricole e la conseguente difficoltà a programmare le colture; il secondo le ormai ripetute e ferme rivendicazioni del personale dipendente, che non riceve lo stipendio da oltre otto mesi e che attuando lo sciopero bianco non consente una normale attività nello svolgimento dei vari compiti istituzionali del’Ente.. Solo questo? Certo che no, continua Molinaro nella sua disamina. Riscontriamo l’interruzione e/o comunque i ritardi sull’attività progettuale innovativa programmata dalla precedente Amministrazione Consortile ad esempio sul PSR 2014-2020, ad oggi poi, non è stato approvato il bilancio di previsione 2016 previsto dalla Legge e dallo Statuto. Un inadempimento che in altre situazioni il Dipartimento Risorse Agricole lo ha rubricato come grave irregolarità Questo sta comportando aggravi nei pagamenti ai fornitori e di fatto ha fatto chiudere i rubinetti alla banca tesoriere che ha richiesto ripetutamente il documento contabile. Una situazione stigmatizzata per iscritto anche dal Collegio sindacale. Ci fermiamo qui – conclude – ma potremmo continuare ancora, gli elementi sono più che sufficienti per chiedere al Presidente della Giunta Regionale e per le competenze alla Direzione Generale del Dipartimento Agricoltura, di intervenire evitando ulteriori afflizioni al territorio, agli agricoltori e dipendenti.