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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 24 NOVEMBRE 2024

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Comportarsi da “uomini” significa rispettare le donne Drammatica la situazione in Calabria per quanto riguarda la violenza contro il genere femminile. Dati sconfortanti per quanto riguarda la denuncia degli abusi

Comportarsi da “uomini” significa rispettare le donne Drammatica la situazione in Calabria per quanto riguarda la violenza contro il genere femminile. Dati sconfortanti per quanto riguarda la denuncia degli abusi
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di Nelly Dogali

Si conferma ancora drammatica la situazione in Calabria per quanto riguarda la violenza contro le donne. Infatti, otto donne su dieci subiscono violenza e non denunciano: a dichiararlo è l’“Osservatorio regionale sulla violenza di genere” durante la conferenza stampa in cui è stata presentata la relazione sul suo primo anno di attività. Mentre a livello nazionale operano sempre più associazioni a supporto delle donne ed il tema della violenza viene discusso quotidianamente attraverso tutti i media per dar il coraggio di reagire alle donne in difficoltà, purtroppo la nostra Regione è al primo posto nella classifica “nera” dei femminicidi commessi in Italia.

Sembra che la progressiva sensibilizzazione su questi temi non sia riuscita a coinvolgere la Calabria, nella quale le donne faticano ancora oggi a guadagnare parità di genere a causa di una mancanza di cultura adeguata sull’argomento che permetta una vera emancipazione e una vita al di fuori dello schema chiuso che la società impone, nel quale i posti di lavoro rimangono prerogativa solo ed esclusivamente maschile a causa del soffitto di cristallo che non permette alle donne di mettere a frutto le loro competenze. Una sensibilizzazione che non riesce a coinvolgere i diversi ambiti della società e, più nello specifico, non tocca la famiglia, nella quale le donne, pur essendo lavoratrici come i mariti, ricoprono comunque il ruolo primario nella cura della casa e il compito quasi esclusivo della crescita dei figli, mentre gli uomini, sempre più capofamiglia di facciata, svelano, violenza dopo violenza, la propria debolezza e la difficoltà di vivere una vita inadeguata fingendo di assumere ruoli di potere che sono incapaci di sostenere e forse vedendo nelle donne che stanno al loro fianco le capacità che mai avranno.

“La gravità del fenomeno richiede investimenti e risorse adeguate. In particolare appare poco sostenuta la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio in Calabria senza le quali le donne non avrebbero riferimenti e protezione” ha detto Laura Amodeo, delegata alla formazione all’interno dell’Osservatorio. Le donne calabresi non si affidano alle autorità e alle associazioni poste a protezione dei loro diritti. L’inevitabile vergogna per le violenze sùbite e l’omertà di una terra che non denuncia o ancora oggi giustifica una violenza per motivi assurdi, alimentano una società che fatica a raggiungere un vero progresso e sempre più lontana dall’auspicabile uguaglianza di genere. Nonostante ciò, l’“Osservatorio regionale sulla violenza di genere” ha registrato un aumento del numero delle donne che si rivolgono ai centri anti-violenza o alle forze dell’ordine, soprattutto dopo aver subito una violenza domestica. Cominciano a dare i primi frutti iniziative come il progetto “Liana” della Questura di Reggio Calabria che ha costituito una linea dedicata all’ascolto e al pronto intervento in casi di maltrattamenti o donne vittime di violenza di qualsiasi genere.

È necessario però integrare all’azione delle autorità, anche un’adeguata informazione. Le donne che si ritrovano in situazioni di pericolo faticano a reagire e tendono a subire per paura: ripercussioni dall’autore della violenza, sfiducia nelle autorità che non fornirebbero protezione adeguata, giudizio di una società che troppo facilmente punta il dito contro la vittima. Le donne dovrebbero aver già imparato a fare rete e a supportarsi in momenti di crisi, in modo da infondersi reciprocamente coraggio e aiutarsi per raggiungere finalmente il ruolo che meritano all’interno della società e per ribellarsi una volta per tutte alla violenza fisica e psicologica di cui sono spesso vittime.