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Comune di Taurianova: E luce fu!

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Prefazione: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli”.

Mettetevi comodi, sarà un lungo “Pippone”, con la “P” maiuscola, essendoci stato pure il terremoto:
Viviamo in un’epoca in cui la virtualità dei social rischia di avvelenare un contesto civile e soprattutto, quello di dare un diverso approccio alle reali condizioni della verità. La vera impresa è nell’essere avulsi da sentimenti tipici degli “avvoltoi” e di avvelenamento della morale, cercando di non cadere in giochi da tranello di chi agisce per contraddire azioni (a prescindere), seppur queste potrebbero essere di interesse collettivo. Nessuno è Immanuel Kant, ma nessuno è nemmeno Topo Gigio.

Però, un cielo stellato e la morale in noi, dovrebbe essere condizione fondamentale dell’esistenza. Almeno, dovrebbe! Umberto Eco, prima di morire, ci ha lasciato un’eredità importante, tra le tante, ovvero che i social avevano dato voce a “legioni di imbecilli”. Certamente non possiamo fermare lo scatenare della menzogna come delle superstizioni nel web, come nei social, però, purtroppo occorre stare al passo con i tempi altrimenti la tecnologia sarà come una tigre che ci divora. C’è chi la cavalca e chi invece si lascia trascinare. Ora, questa lunga premessa nasce per un argomento che sta tenendo banco in città, sui social e nel bagno di casa (dove lo specchio è di scarso utilizzo), ed è la questione dell’appalto Consip sulla pubblica illuminazione e che sarà gestito per nove anni dalla ditta “Conversion & Lighting Srl” per la “modica” cifra di 3.627.005,49 con un canone annuo di 403.000 euro. A questi si aggiunge un “Importo stimato attività extra Canone Servizio Luce” di 455.573,45 euro per un totale complessivo di 4.082.578,94 euro! Nei fatti e in “soldoni”, è proprio il caso di dirlo, si risparmieranno annualmente 181.000 euro (così c’è scritto nella relazione dell’Energy Manager, ing. Ninarello che per convenzione lo chiameremo “Ninì, l’uomo venuto da lontano”).

L’Amministrazione Scionti ha seguito questo indirizzo politico e sarà la politica a dare seguito ad eventuali riflessioni (sindacabili o meno), così come l’opposizione ha fatto in sede di civico consesso, quando fu approvato questo “Servizio Luce” per l’illuminazione pubblica. Andiamo per gradi con gli atti allegati, spiegandoli sinteticamente, e che vengono contestati in maniera tenace e continuativa da una parte dell’opposizione “già maggioranza”, e che a questo punto qualche buon cuore ripristini le cose originarie perché salverebbe molti fegati e ridurrebbe rancori per il quieto vivere e magari fare qualche passeggiata in montagna per respirare aria pulita.
Fermo restando che, dati alla mano, questa soluzione era già nell’aria prima della nomina dell’Energy Manager “Ninì” avvenuta in data 28/11/2017 (con prot. n. 1056 per la cifra di 7.139,88 euro). Perché dagli atti allegati risulta che il dirigente dell’ufficio LL.PP. aveva già stilato insieme alla Ditta in questione, un “Piano Dettagliato degli Interventi” datato settembre 2017 e un “Verbale di sopralluogo” del 7/11/2017, (e l’ing. Nìnarello doveva ancora approdare nel “porto” taurianovese).

Lo stesso Energy Manager appena arrivò e di colpo le acque si aprirono (perché Taurianova sembra che non c’è una figura del genere, così dicono, ma io non ci credo), lesse quel contratto stilando una relazione neorealistica, iniziando con dei vuoti di memoria (non ricordando il nome di qualche presente), e qualche perplessità (poi “illuminata” in seguito, questa è una città di tanti San Paolo). Correva l’anno 2018 ed era il 4 gennaio (segno zodiacale Capricorno), c’è l’incontro con le parti: società, dirigenti e amministrazione, contratto esteso a 9 anni, si legge che è proposto, nonostante le “perplessità” da Ninarello. Perchè tutti i margini di guadagno sono per la “Conversion & Lighting Srl”. Ma, nonostante i dubbi e le perplessità, continuando la lettura, il lungimirante “Ninì”, pone una serie di quesiti, che viste le conclusioni finali sembrano “accontentare” lo stesso, tanto da scrivere, “Pur avendo nutrito alcune iniziali perplessità, circa le condizioni contrattuali che a parere del sottoscritto sono sbilanciate a favore della Esco (ma comunque stabilite a livello nazionale dalla Consip), non si può non prendere atto che il beneficio economico per il Comune di Taurianova, sin dal primo anno, non è trascurabile, ovvero quantificabile in circa 232.000 euro annue, vista una stima dei costi annui attuali pari a 635.477,60 (…)”.

In parole povere, siccome la macchina è senza aria condizionata, però aprendo i finestrini è possibile che un po’ di aria fresca arrivi (sic!). Straordinario! Ora comprendo il perché sul fatto che tutta la provincia reggina ce lo invidia (e questo l’ha dichiarato il sindaco Scionti nell’ultimo civico consesso, seppur con mille dubbi io ci credo. Ovunque lui vada gli fanno i complimenti per questa scelta dell’Energy Manager. Anzi, non ci credo proprio senza “perplessità”). Dove lo trovi uno uguale? Si insedia dopo aver già avuto una scelta politica, gli dice che ha perplessità svaniscono in un battibaleno e lo fa con dovuta meticolosità (perplessa). Un dubbio sollevato da tanti era quello della quota cosiddetta “extracanone”, ma il sindaco “Maresciallo d’Italia” Scionti nel suo “pippone”, in risposta all’altro “pippone” del consigliere Stella “Calamity Jane” Morabito, chiarisce “che eventuali costi extracanone saranno legati in maniera indissolubile alla aggiudicazione del finanziamento stabilito nell’Avviso Pubblico per “gli interventi di efficientamento delle reti di illuminazione pubblica dei Comuni” della Regione Calabria, a cui, in assenza di adesione alla succitata convenzione, non sarebbe stato possibile partecipare”.

Punto? No, c’è la risposta di un ennesimo “pippone” dell’instancabile Calamity Jane, che scrive una lunga sequela di domande la quale pretende un “sì” o un “no”, come si faceva a Rischiatutto, mancava solo che chiedesse al sindaco Scionti, quali tipo di deodorante utilizza, se indossa la maglia della salute (amministrativamente penso che ne avrà bisogno d’ora in poi). Poteva chiedere ad esempio (per indiscrezioni), come mai nella tavolata in una pizzeria con i pasticceri taurianovesi, c’erano tutti (anche chi non c’entrava nulla), ma mancava chi doveva esserci per logica, ovvero l’assessore alle attività produttive Raso? Roba da creare un’incazzatura (certa e appurata) da crisi amministrativa (imminente), tant’è che si potrebbe prevedere (per questo e altro), dalle comode poltrone amministrative alle sedie della cucina della propria casa, il passo è breve (due “santi”, due voti in meno e tutto cade giù)! Oppure che ne so, chiedere, ma perché non mi hai fatto assessore (e vicesindaco), visto che ero una bella risorsa? Ben ti sta caro Scionti, si sa le donne sono molto vendicative, se lo stesso Victor Hugo disse, “Dio s’è fatto uomo. Il diavolo s’è fatto donna”, un motivo c’era o no? E quando si rivolgono a te, vedi di non “sghignazzare” come fai di solito, che già sei antipatico di tuo e ascolta le persone: tu e tutti quanti, in silenzio, cribbio!

Ora, tutto è stato fatto, approvato nonché recepito e reso effettivo dal consiglio comunale: sono stati coinvolti tutti! La ditta che curerà la pubblica illuminazione sarà la “Conversion & Lighting Srl” con una gara gestita dalla Consip, ovvero lo Stato per competenza dal Ministero dell’Economia e delle Finanze. Nessuno intende sostituirsi ai giudici né ambisce a essere un “avvelenatore di pozzi” né creare “spettri di terrorismo demagogico” come si sta (purtroppo) notando, e penso che in questi casi, così delicati, la “sindrome rancorosa” va tenuta a debita distanza. Ma chi è la “Conversion & Lighting Srl”? È una società “specializzata in attività di gestione e sviluppo di reti di impianti di illuminazione pubblica”. Sfogliando le cronache giudiziarie nella stampa, si riporta un passaggio di Repubblica del 4 marzo 2017, “come la Conversion & Lighting, collegata alla Manutencoop, partecipata da Exitone (51%) e Consorzio Stabile Energie Locali (49%).

Nomi che ricorrono anche per gli altri lotti contestati da Romeo (ndr. Afredo Romeo è un altro indagato per degli scandali giudiziari sugli appalti), e ora nel mirino dell’Anac”. E sempre nello stesso articolo di Repubblica si evince che “L’Autorità Anticorruzione, rispondendo all’esposto presentato un anno fa da Romeo, e raccontato due settimane fa dall’Espresso, ha comunicato – attraverso la nota firmata dal dirigente Umberto Reale – “l’avvio del procedimento di vigilanza” nei confronti di Consip”. Quindi, si sa che l’Anac ha avviato un procedimento di vigilanza. Ma si legge pure, a distanza di qualche mese, sempre su Repubblica, precisamente il 19 settembre del 2017, “Nella vicenda Consip vedo molti pochi fatti e tante illazioni”, e chi è che lo dice? Mica il ciabattino dietro casa o il consigliere comunale del comune di calice vuoto, no, è il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione Raffaele Cantone durante un’intervista.

“Per ora c’è un’ipotesi di corruzione per cui un impiegato di medio livello ha patteggiato (Marco Gasparri, ndr) e un imprenditore è in attesa di giudizio (Alfredo Romeo, ndr) – continua il presidente dell’Anac – Ma tutto il resto è frutto di una fuga di notizie, di ricostruzioni giornalistiche. Ci sono indagini su indagini, una cortina fumogena che sembra avere come unico scopo quello di screditare il lavoro della magistratura”. Quindi, mi chiedo, vale la pena “avvelenare pozzi” senza attendere azzardare giudizi affrettati i quali spettano alle autorità competenti? Basta solo attendere e ogni cosa farà il suo corso. Certo, non gioca certamente a favore del “ben pensare”, l’arresto del 6 febbraio scorso (e non del “6 gennaio”, come è stato scritto ieri, quello è il giorno della Befana), di Ezio Bigotti, presidente del Gruppo STI, “per frode fiscale e corruzione in atti giudiziari”. Sti è la holding che gestisce la “Conversion & Lighting Srl”.

La cautela, vista la delicatezza delle questioni dev’essere punto dominante contro la leggerezza delle allusioni e illazioni per partito preso. Il garantismo è la forma compiuta di una democrazia ed è giusto che sia così. Lo dicono i giuristi seguendo le lezioni del grande Calamandrei. Un risparmio in questa operazione c’è, non va negato, si poteva fare meglio? Certamente. Ogni cosa può essere perfezionata, ma se diamo uno sguardo noterete che molte volte c’è sempre un qualcosa che non va in un contratto pubblico e qualcosa che andrebbe migliorato. Come migliorata andrebbe l’azione delle opposizioni, magari con interventi più costruttivi, più vicini alla gente, magari iniziare a chiedere in maniera martellante la revoca dello Staff, a mio avviso amorale, vergognoso e assurdo, dove ancora si attenda la relazione di cosa ha prodotto per questi 38 mila euro deliberate (che in un momento di crisi e di dissesto finanziario non sono noccioline). Revocarlo prima di ricevere l’onta quasi sicura di essere i commissari a farlo, almeno salvare la faccia.

Iniziare una dialogo costruttivo anche in virtù dell’arrivo dei commissari (e che dovranno giocoforza far quadrare i conti), i quali invieranno una miriade di cartelle dei tributi, ma che pochi riusciranno a pagare (o si mangia o si paga), magari proponendo una “pacificazione tributaria” perché le tasse è un dovere pagarle e così facendo, le pagheremmo tutti. Aprire un nuovo rapporto con la maggioranza per cercare di non far morire questa città in cui tranne qualche manifestazione associazionistica tra Pro Loco e Amici del Palco o altro, è “morta” (sic!). E poi? Ah sì, far cambiare questi benedetti cilindretti delle serrature, quantomeno del portone principale, redigendo poi immettendo un registro con i nominativi di chi possiede le chiavi. E infine, andare spesso al mare, svagarsi in quanto l’aria marina fa bene specie quando impera la rancorosa malinconia.