Concorsi pilotati nel Parco delle Serre vibonesi, chiesto il rinvio a giudizio per 7 professionisti
redazione | Il 24, Lug 2013
Si tratta di ex presidenti, dirigenti dell’ente, avvocati vibonesi e componenti delle commissioni esaminatrici di alcuni pubblici concorsi. Falso ideologico in atti pubblici ed abuso d’ufficio i reati, a vario titolo contestati. L’inchiesta avrebbe evidenziato diverse presunte irregolarità per la stabilizzazione del personale la gestione di pubblici concorsi
Concorsi pilotati nel Parco delle Serre vibonesi, chiesto il rinvio a giudizio per 7 professionisti
Si tratta di ex presidenti, dirigenti dell’ente, avvocati vibonesi e componenti delle commissioni esaminatrici di alcuni pubblici concorsi. Falso ideologico in atti pubblici ed abuso d’ufficio i reati, a vario titolo contestati. L’inchiesta avrebbe evidenziato diverse presunte irregolarità per la stabilizzazione del personale la gestione di pubblici concorsi
VIBO VALENTIA – Il pm della Procura di Vibo Valentia, Santi Cutroneo, nell’ambito di un’inchiesta sul Parco regionale naturale delle Serre, ha chiesto il rinvio a giudizio di 7 indagati fra ex presidenti, dirigenti dell’ente, avvocati vibonesi e componenti delle commissioni esaminatrici di alcuni pubblici concorsi. Falso ideologico in atti pubblici ed abuso d’ufficio i reati, a vario titolo contestati.
La richiesta di rinvio a giudizio interessa: Gregorio Paglianiti, 52 anni, di San Calogero; Giuseppe Preiti, 46 anni, di San Calogero, attuale presidente dell’Ordine dei geometri di Vibo; Sonia Lampasi, 37 anni, avvocato, di Vibo Valentia; Daniela Lampasi, 37 anni, di Vibo, anche lei avvocato; Gabriella De Marco, 40 anni, di Vibo Marina; Donatella Garrì, 46 anni, avvocato, di Vibo Valentia; Silvio Silvaggio, 60 anni, di Maierato. L’attività investigativa condotta dall’aliquota carabinieri della sezione di polizia giudiziaria della Procura, diretta dal luogotenente Stefano Marando e dal maresciallo Vincenzo Spadaro, mira a far luce su diverse presunte irregolarità inerenti la stabilizzazione del personale del Parco naturale e la gestione di pubblici concorsi che sarebbero stati “pilotati” per favorire determinati candidati.