Sequestrati beni per oltre 4 milioni di euro, per la Dia di Catanzaro si tratta di patrimonio usurario
redazione | Il 24, Lug 2013
Domenico Antonio Ciconte, condannato in via denifitiva nell’ambito del processo Dinasty, si è visto sequestrare il patrimonio riconducibile a lui anche per il tramite della moglie in quanto ritenuto di origine usuraria. Il sequestro è stato disposto dalla corte d’Appello di Catanzaro su richiesta della Dia
Sequestrati beni per oltre 4 milioni di euro, per la Dia di Catanzaro si tratta di patrimonio usurario
Domenico Antonio Ciconte, condannato in via denifitiva nell’ambito del processo Dinasty, si è visto sequestrare il patrimonio riconducibile a lui anche per il tramite della moglie in quanto ritenuto di origine usuraria. Il sequestro è stato disposto dalla corte d’Appello di Catanzaro su richiesta della Dia
CATANZARO – La Dia di Catanzaro ha confiscato beni per un valore di circa quattro milioni di euro, riconducibili a Domenico Antonio Ciconte, 49 anni, condannato per usura con sentenza divenuta definitiva il primo ottobre 2009 a conclusione del processo scaturito dall’operazione Dinasty che ha coinvolto esponenti di rilievo della cosca di ‘ndrangheta Mancuso di Limbadi (Vibo Valentia). In particolare, la Dia ha confiscato quote societarie della ”Calabria Trading Srl” con sede a Lamezia Terme e operante nel settore dell’intermediazione dei beni mobili registrati ed immobili; dell’impresa “De Caria Legnami di De Caria Assunta” con sede a Soriano Calabro (Vibo Valentia) che esercita l’attività in due capannoni su un’area attrezzata di circa 3.500 mq; il capitale sociale e l’intero compendio aziendale della “Immobiliare Athena srl” con sede a Pizzo (Vibo) operante nel settore turistico; decine di beni immobili e mobili registrati.