Condannato l’ex giudice di Palmi. Inflitti a Giusti 4 anni di carcere
redazione | Il 27, Set 2012
Era imputato per corruzione aggravata dalla finalità mafiosa ed aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato
Condannato l’ex giudice di Palmi. Inflitti a Giusti 4 anni di carcere
Era imputato per corruzione aggravata dalla finalità mafiosa ed aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato. Tra le pene anche quella dell’interdizione per cinque anni. Secondo l’accusa il magistrato avrebbe fatto «mercimonio della funzione» per ricevere dal boss Giulio Lampada «utilità economiche e altro», anche viaggi ed escort in hotel di lusso
REGGIO CALABRIA – Il giudice del Tribunale di Palmi Giancarlo Giusti è stato condannato a quattro anni di carcere e a cinque anni di interdizione al termine del giudizio col rito abbreviato in cui era imputato per corruzione aggravata dalla finalità mafiosa. Giusti, sospeso dalla magistratura in seguito all’inchiesta, è accusato di corruzione in concorso col boss della ‘ndrangheta calabrese radicata a Milano, Giulio Lampada. Stando al capo d’imputazione, il magistrato avrebbe fatto «mercimonio della funzione» per ricevere dal boss «utilità economiche e altro», anche viaggi ed escort in hotel di lusso.
Oltre a Giusti, sono stati condannati anche Domenico Gattuso (6 anni) e l’avvocato Vincenzo Minasi (4 anni e 4 mesi). Erano stati tutti arrestati il 30 novembre dell’anno scorso nell’ambito di una tranche dell’inchiesta ‘Infinitò coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini.
Per il magistrato Giusti, cosi’ come per l’avvocato Minasi, il giudice – che ha in sostanza accolto le richieste del pm della Dda milanese Paolo Storari – ha stabilito anche l’interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. Condannati anche il direttore dell’hotel ‘Brun’ di Milano, Vincenzo Moretti (2 anni con la sospensione condizionale della pena), e Domenico Gattuso, presunto fiancheggiatore della cosca, a 6 anni. Stando alle indagini del procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dei pm Storari e Alessandra Dolci, l’avvocato Vincenzo Minasi era uno dei rappresentanti della cosiddetta ‘zona grigia’ della ‘ndrangheta. Giusti – 45 anni, dal 2001 giudice delle esecuzioni immobiliari a Reggio Calabria, dal 2010 gip a Palmi e poi sospeso dal Csm con l’arresto – sarebbe stato invece, stando alle indagini, a ‘libro paga’ della ‘ndrangheta. La mafia calabrese dei Lampada, secondo l’accusa, oltre ad offrirgli “affari”, avrebbe appagato quella che nell’ordinanza di custodia cautelare del gip Giuseppe Gennari era stata definita una vera e propria “ossessione per il sesso”, facendogli trovare “prostitute” in alberghi di lusso milanesi, con le spese di soggiorno e di viaggio comprese nel prezzo della corruzione. Il giudice venne arrestato lo scorso marzo per corruzione aggravata dalla finalità mafiosa in uno dei ‘filoni’ dell’inchiesta sulla cosca dei Valle-Lampada. Il direttore dell’hotel milanese ‘Brun’ – uno degli alberghi frequentati da Giusti – era invece accusato di favoreggiamento personale. Il magistrato poi si sarebbe messo a disposizione in particolare di Giulio Lampada (a processo con rito ordinario assieme ad altri). Con Lampada sarebbe stato ‘socio occulto’ di un società off-shore “amministrata” dall’avvocato Minasi (le cui dichiarazioni ai pm hanno fornito riscontri) e che si aggiudicò “5 lotti immobiliari” all’asta, nel marzo 2009, del valore di circa 300 mila euro.