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Condofuri, la denuncia del Capogruppo di “Rilanciamo Condofuri”, “E’ la stampa bellezza”

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Riceviamo e pubblichiamo

Gli accadimenti occorsi nelle ultime due sedute del Consiglio comunale di Condofuri (giorni 18 e 19 c.m.) laddove è stato impedito al noto giornalista (nonché Direttore dell’altrettanto nota emittente televisiva Capo Sud Television Channel) Domenico Vinci di utilizzare la telecamera mentre si accingeva a svolgere il proprio lavoro, riportano alla luce i fantasmi delle grandi purghe staliniane e i programmi di lavoro correttivi messi in atto nei gulag per rieducare gli intellettuali (moltissimi dei quali giornalisti) che “disobbedivano” ossia raccontavano una verità diversa da quella “ufficiale” del Partito .
I fatti. Il 18 maggio il Presidente del consiglio comunale, Fortunato Nucera, ha impedito al giornalista Domenico Vinci – presente in aula per assicurare alla pubblica opinione dell’Area Grecanica un servizio di cronaca- di utilizzare la telecamera ed effettuare riprese. Tutti sanno che la base per la predisposizione di ogni servizio giornalistico è rappresentata dalle videoriprese senza delle quali ogni servizio risulta quantomeno poco esaustivo. La scusa accampata dal Presidente Nucera per impedire al giornalista di fare le riprese è stata l’assenza di un regolamento sulle dirette streaming. Nucera, nonostante le nostre spiegazioni e i nostri chiarimenti, ha fatto finta di non comprendere che il giornalista non aveva alcuna intenzione di mandare in onda una diretta streaming ma soltanto di predisporre una cronaca della seduta che si preannunciava interessante anche a motivo dell’assenza della maggioranza (oltre al Presidente Nucera vi era solo un altro Consigliere di maggioranza). La seduta è stata rinviata per mancanza del numero legale . Le forze dell’ordine erano assenti e il giornalista Vinci ha cercato di contattarle. Nell’adunanza di seconda convocazione il Presidente Nucera ha nuovamente impedito al giornalista Domenico Vinci di utilizzare la telecamera nonostante questi continuasse a ripetere che era presente per fare un servizio di cronaca sulla seduta consiliare e non una diretta streaming. Alla scusa del giorno precedente circa la mancanza del regolamento per la diretta streaming stavolta se ne è aggiunta una nuova: le riprese non si possono fare perché questo violerebbe la privacy dei Consiglieri comunali . Erano presenti i Carabinieri e la Polizia . Il direttore Vinci ed un altro giornalista hanno quindi deciso di lasciare l’aula .
Gli episodi sono tanto gravi quanto inaccettabili e necessitano di una condanna ferma. In un’area particolarmente fragile e delicata, come quella Grecanica, si è compiuta una gravissima violazione della Libertà di Stampa che mina lo stesso funzionamento democratico delle Istituzioni .
Vediamo perché. Già la Costituzione francese del 1848 stabiliva che «la stampa non può, in nessun caso, essere sottoposta alla censura» così come lo Statuto Albertino che nell’art. 28 disponeva che la stampa sarà libera. Da più di un secolo, quindi, il legislatore si è preoccupato di garantire e tutelare il principio della Libertà di Stampa. Preoccupazione recepita dalla nostra Costituzione che sancisce (art.21), appunto, che la stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Vi è di più. Il Garante per la protezione dei dati personali rispondendo al quesito in merito posto da un Comune, ha affermato che la diffusione delle immagini delle sedute comunali da parte della televisione locale deve ritenersi in generale consentita! Tutto ciò è rafforzato dal comma 2 dell’art.2-sexies del D.Lgs. n. 196/2003 il quale considera preminente (sul diritto alla privacy) l’interesse pubblico relativo a trattamenti effettuati da soggetti che svolgono compiti di interesse pubblico o connessi all’esercizio di pubblici poteri nelle seguenti materie […] documentazione delle attività istituzionali di organi pubblici […] esercizio del mandato degli organi rappresentativi mentre il Ministero dell’Interno (parere 20.12.2004) evidenzia che «in assenza di una esplicita previsione regolamentare, l’ammissione della registrazione può essere regolata, caso per caso, dal Presidente», acclarando la piena liceità delle videoriprese .
Per chiudere il cerchio rammentiamo che, in realtà, è risaputo da tutti gli addetti ai lavori (amministratori, addetti stampa, segretari comunali, ecc.) che i giornalisti non hanno bisogno di alcuna autorizzazione per svolgere il proprio lavoro.
Eppure, sul crinale del tramonto dell’anno del Signore 2023, siamo a dover difendere non tanto e non solo un giornalista – Domenico Vinci, che certamente merita stima, rispetto e solidarietà- quanto lo stesso, fondamentale, principio della Libertà di Stampa : non ci può essere alcun regolamento che la limiti così come l’assenza dello stesso non può mai rappresentare un comodo alibi per sopprimerla.
Scorrendo la nota stampa diffusa dall’Amministrazione Paino si intuisce poi come il nostro paese stia precipitando all’indietro di quasi un secolo . In quel delirante comunicato – il giornalista Vinci non viene mai indicato come tale nel tentativo di sminuirne il ruolo- è, infatti, preso a picconate un altro caposaldo delle libertà costituzionali : tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. In questo caso il giornalista Vinci è stato messo all’indice per aver osato esprimere la propria opinione, condivisibile o meno che sia – questo diciamolo, su argomenti sui quali pochissimi oggi hanno il coraggio di esprimersi .
Domanda. A Condofuri un giornalista può esprimere il proprio pensiero e il proprio convincimento senza per questo venire offeso, insultato, dileggiato, intimorito ?
Ecco, signori, è proprio di questo che dovremmo preoccuparci se avessimo un minimo di spina dorsale .
IL CAPOGRUPPO
Dott. Tommaso Iaria