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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 06 OTTOBRE 2024

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Reggina 1914, Marcello Cardona un fiume in piena, “Scelta scellerata non aver pagato i 750 mila euro, una st…” L'ex presidente comunica che il 20 giugno gli era stata comunicata la cessione della squadra e che il Presidente della Regione Calabria Occhiuto è stato l'unico politico vicino, "I sindaci mi hanno chiamato cinque o sette giorni fa"

Reggina 1914, Marcello Cardona un fiume in piena, “Scelta scellerata non aver pagato i 750 mila euro, una st…” L'ex presidente comunica che il 20 giugno gli era stata comunicata la cessione della squadra e che il Presidente della Regione Calabria Occhiuto è stato l'unico politico vicino, "I sindaci mi hanno chiamato cinque o sette giorni fa"

Di GiLar

“Non ho parlato perché il mio dire avrebbe influito fin dall’inizio, probabilmente, sull’iter sportivo nonché su quello giudiziario ed amministrativo. Purtroppo non è servito a niente il mio silenzio”. Così l’ex presidente della Reggina 1914 nella sua lunga conferenza stampa al Circolo Polimeni. Un fiume in piena senza mai pronunciare il nome di Saladini, ma quello che dice è molto pesante.
Inizia con un lungo monologo senza mai essere interrotto, per sua esplicita volontà, “Quando mi sono dimesso, non immaginavo che questo incontro tra noi reggini fosse così carico di amarezza e rabbia. Per voi, per me e per tutta la città”. Io sono stato un presidente “A titolo gratuito. Solo per la città ed i tifosi. Non avevo bisogno di visibilità”.
Poi racconta la situazione in quei giorni dell’iscrizione e che in quel 20 giugno si trovava a Milano per incontrare due importanti personaggi per l’anno calcistico 2023/24, ma senza mai fare i nomi e che incontrando la proprietà gli comunicano che era stata iscritta al campionato, “con un gran sorriso”. E dichiara che avevano già individuato il ritiro per la squadra e, “Io, con il segretario generale, li avevo mandati ad individuare il ritiro. Cascia o Moccone. Io, da reggino, ero per la calabresità. Avevano già fatto i sopralluoghi”.
Ma dopo al comunicazione dell’iscrizione della squadra, “mi si dice che il venerdì, la società sarebbe stata ceduta. Sono rimasto in silenzio. I proprietari fanno quello che ritengono. E mi sono dimesso. Se intendete la società, tecnicamente, il presidente non è più presidente. Specie io che avevo un ruolo di garanzia. Vendo la società? Mi dimetto. Perché non ho più lo strumento tecnico-giuridico per fare il presidente. Vi preciso che mi sono dimesso io, e non il consiglio di amministrazione”.
Cardona racconta ancora le fasi concitate di quel giorno di giugno in cui, “Dopo la mezzanotte ricevo una chiamata di una nostra consulente economica, che comunicava che non era stato ottemperato il pagamento dello stralcio dell’omologa, lasciandomi sconcertato”, e, “La mattina successiva ho parlato con un altro nostro consulente che mi ha sottolineato che non si è ottemperato al pagamento, ci siamo assunti questo rischio”. Cardona con veemente dice “Nessuno mi può associare a queste due scellerate decisioni. Io sto da questa parte. Ho esercitato le mie funzioni contro ndranghetisti e camorristi”.
Poi parla del mancato versamento dell’iscrizione e dei famosi 750 mila euro, “Non aver pagato le 750 mila euro, che è già di per sé una scellerata idea, sconfessava i rapporti con le istituzioni sportive. Nel momento in cui c’è questa normativa del salva imprese, cui si aveva il diritto di aderire, si è eseguito un iter corretto. Vi dico fin da ora che ho avuto interlocuzioni con il presidente della Lega, sempre di cordialità e rispetto per me, per la nostra città e per la nostra storia. I complotti non esistono” e “Io ero contrario a non pagare le scadenze. Perché so com’è il mondo del calcio. Non pagare le 750 mila euro è stata una scelleratezza pazzesca”.
E nella chiosa finale Cardona afferma che “Le mie dimissioni avvengono perché immaginavo il casino di noi reggini, di noi tifosi. Dovevo fare il garante? Il garante de che? Se questo vende la società, io devo avere lo strumento. I sindaci mi hanno chiamato cinque o sette giorni fa. Nessuno si è chiesto: ma questo uomo, perché si dimette? Le istituzioni non mi ha chiesto niente. La proprietà, i tifosi o la stampa, nessuno mi ha chiesto di restare. Nessuno mi ha chiesto un c***o. Nessuno mi ha dato un motivo per continuare a battagliare”.
Parlando poi della politica dichiara che “Desidero ringraziare l’unico politico, con cui ci siamo incontrati a Roma il Primo maggio, che è il presidente Roberto Occhiuto il quale ha avuto interlocuzioni con il presidente della Federazione e con il ministro dello Sport (…) Da casa mia chiamò un parlamentare per chiedergli un’interpellanza”.
E chiude dicendo che “Questa amarezza ci deve servire per guardare al futuro con una costruzione più intelligente. Io ho cercato di mettercela tutta, con la passione da reggino e da tifoso. I risultati ci sono stati”.