Continua la protesta dei lavoratori portuali gioiesi Il Sindacato Unitario dei Lavoratori, in una nota, fa un bilancio dello sciopero di sabato scorso e rilancia la difesa dell'occupazione
Lo sciopero dei lavoratori portuali SUL di sabato scorso, ha certamente segnalato, a livello nazionale e non solo, un evidente e conclamato stato di disagio dello scalo calabrese. Un disagio presente da anni che ormai ha raggiunto dimensioni incontenibili “grazie” forse, anche ad una classe politica assente e soprattutto, disattenta alle problematiche dei propri cittadini e degli imprenditori, che sembra abbia abbandonato totalmente ogni tipologia di interesse riguardante lo sviluppo e il benessere del territorio e dei suoi abitanti. Tali incertezze si sono di conseguenza trasformate, a livello pratico, in un lento ed inesorabile declino di ogni struttura allontanando sempre più ogni forma di investimento economico e quindi di progettualità. Quale imprenditore potrebbe mai investire nello scalo calabrese avendo alle spalle un sistema politico così farraginoso, silente e così cieco da notare neppure i repentini cambiamenti che il mondo industrializzato mostra quotidianamente? Purtroppo, ironia della sorte, tutto ciò accade in un territorio dalle enormi potenzialità invidiato e “desiderato” da molti imprenditori internazionali. Basti pensare soltanto agli enormi vantaggi che il porto di Gioia Tauro offre sotto il profilo geografico: il centro del Mediterraneo. E’ noto a tutti che, lo scalo calabrese e il territorio circostante, se meglio sfruttato diverrebbe un’importantissima risorsa nazionale. Per lo scalo calabrese ci sarebbe l’imbarazzo della scelta per quanto concerne gli investimenti da effettuare solo se la politica territoriale desse reali e chiari segni di partecipazione e di interessamento. Si potrebbero realizzare, con successo, moltissime iniziative imprenditoriali poiché, il porto di Gioia Tauro e il territorio circostante, hanno tutte le carte in regole per assicurare alla regione e non solo, una crescita economica esponenziale. Invece, assistiamo a uno sfacelo, a un lento declino e a un disfacimento totale di un’intera area portuale in cambio di vuote e roboanti promesse come l’istituzione della ormai fantomatica ZES i cui tempi di realizzazione si stanno dilatando enormemente.
La presenza al sit-in degli scioperanti di alcuni rappresentanti della cosiddetta antipolitica nazionale, la condivisione e la solidarietà degli imprenditori calabresi e di ogni altra personalità pubblica e privata, dimostra che non si è trattato solo di un semplice sciopero a cui una determinata classe politica ci ha abituato a partecipare da anni. Si è trattato invece, di una manifestazione che ha coinvolto tutti coloro i quali, stanchi di promesse e chiacchiere inutili, hanno voluto condividere una stanchezza sociale e l’inettitudine di una politica locale insensata e poco lungimirante. Imprenditori, aziende e lavoratori uniti contro l’inefficienza, l’indifferenza, la decadenza morale, intellettuale e politica . Un’occasione unica per difendere tutti l’occupazione: chi da un lato chi dall’altro. Ecco cos’altro ha significato lo sciopero indetto dal sindacato SUL. Una specifica volontà di marginalizzare un’antica concezione politica e culturale che ha sempre impedito ogni tipologia di sviluppo dei territori calabresi, facendo perdere rispetto, dignità, decoro e prospettive di un futuro migliore a migliaia di calabresi onesti, costretti ad emigrare in terre lontane, loro malgrado. Una intelligente scintilla che ha acceso il fuoco della dignità, dell’onestà, della legalità. Una fenomenale e massiccia adesione di intraprendenti lavoratori accompagnati dai loro familiari con la presenza di imprenditori e loro rappresentanti. Il tutto ha confermato, con orgoglio, una salda unione e solidarietà tra le parti che non sembrava mai potesse avverarsi in un territorio così bistrattato e abbandonato. Tutti uniti sul “campo” a condividere le legittime e sacrosante ragioni della protesta e pronti a scardinare, con idee suggerimenti e progetti, la gabbia politica che paralizza da tempo ogni iniziativa e volontà di agire. Neppure l’atavico e comprensibile timore di essere “sorpresi” dalle telecamere ha fermato gli attivi e dinamici lavoratori portuali che nello sciopero ci hanno messo faccia, cuore e cervello. Oggi, più che mai, reduci da questa necessaria iniziativa di protesta, a cui la scrivente insieme agli altri lavoratori marittimi ha pienamente partecipato condividendone ogni motivazione, bisognerà intraprendere, giorno dopo giorno, un’intensa attività sociale, usando anche lo scalpello della legalità, affinché venga restituita al cittadino calabrese quella dignità, quel decoro, quel rispetto, quel coraggio che possono derivare solo dal lavoro. Dispiace enormemente per tutti gli assenti ingiustificati alla pacifica manifestazione di solidarietà che continuano, probabilmente, ad essere legati a vecchi e superati schemi e che hanno permesso il decadimento a cui stiamo tutti assistendo. Purtroppo, hanno perso un’altra opportunità di crescita e di sviluppo da apportare al proprio territorio e non solo; ma forse, non sono mai stati, effettivamente, così legati alla propria terra e ai propri concittadini come sostenevano di essere.Coordinamento Marittimi SUL