Continuano le indagini su mafia capitale. Richieste le dimissioni di Marino Eseguiti 44 arresti e 21 indagati
di Bruno Morgante
Gli arresti di 44 persone, oltre a 21 indagati a Roma, nell’ambito della continuazione dell’inchiesta su mafia capitale, suscita scoramento nella gente e agita il dibattito politico con i populisti e i demagoghi pronti a occupare il proscenio del teatrino della politica e della falsa indignazione.
Anche i giornali e la televisione non aiutano a ragionare e a capire cosa sta succedendo, spingendo la gente o ad allontanarsi dalla politica o a sposare tesi radicali e giustizialiste.
Sulla base delle poche conoscenze delle cose apparse sulla stampa,si possono avanzare due considerazioni : la prima è che a Roma, all’ombra della precedente amministrazione comunale, guidata da Alemanno, capo della destra sociale all’interno di AN, si era costituito un sistema di potere che faceva capo a Carminati, ex terrorista nero dei NAR, e a Salvatore Buzzi, criminale laureatosi in filosofia in carcere, che aveva intessuto rapporto politici a destra e a sinistra e aveva costituito delle cooperative sociali, per gestire le politiche sociali e ambientali del Comune, dal problema della casa, al verde pubblico.
Con lo scoppio del problema degli immigrati e dei Rom, che Alemanno sistemò in campi appositamente allestiti, allargarono il loro giro di affari a questi settori, approfittando delle coperture garantite anche a livello regionale e governativo, livelli istituzionali in quel periodo gestiti da maggioranze di centro destra, il chè permise loro di agganciare burocrazia che gestiva i flussi finanziari ai vari livelli.
Questa gente di giorno faceva le dimostrazioni contro gli immigranti e i Rom e di notte lucrava su questa povera gente.
Adottarono metodi propri dei mafiosi per corrompere, incunearsi nei gangli della burocrazia, garantire soldi e consenso ai politici, per garantirsi l’omertà intorno alle loro azioni e per suggellare i patti criminali tra gli associati.
Ci furono avvisaglie di inchieste avviate dalla magistratura che lambirono Alemanno e il centro destra gridò all’unisono all’uso politico della magistratura, reclamò la correttezza della gestione di Alemanno e tutto sembrò cadere nel dimenticatoio.
Al cambio politico, la compagine, come è in uso nella mafia, cercò subito di garantire continuità alla sua azione criminale ricercando, con donazioni in denaro e con promesse di voti, agganci anche all’interno della nuova maggioranza al Comune.
Allo stato degli atti a noi noti sembra che la compagine criminale abbia trovato un aggancio nell’ex presidente del consiglio comunale Coratti appartenente al PD (Buzzi in una intercettazione afferma:”me so comprato Coratti”) e nel suo rappresentante in giunta per il quale aveva richiesto la delega alla casa e ai servizi sociali.
Sin da subito il sindaco Marino ha allontanato gli inquisiti, ha proceduto a ricambi tra i dirigenti degli uffici e ha assicurato la sua massima collaborazione alle indagini.
Indagini che stanno andando avanti e, come dice lo stesso sindaco, ancora non sono affatto finite, perchè ancora c’è del marcio da scoprire.
Il PD, partito a cui apparteneva l’ex presidente del consiglio comunale e il suo assessore, che, è giusto ribadire, negli interrogatori di garanzia si dichiarano completamente estranei ai fatti, sono stati espulsi dal PD e il partito a Roma è stato commissariato.
E’ stato mandato a ripulire il partito da eventuali mele marce, il presidente nazionale del PD.
Il segretario nazionale del PD Renzi ha invitato la magistratura ad andare avanti senza tentennamenti, reclamando il carcere per i colpevoli e la restituzione del maltolto e assicurando l’impegno del partito ad allontanare chi dovesse rendersi colpevole di corruzione..
Se questi sono i fatti, con che faccia la Meloni, Brunetta, Salvini reclamano il commissariamento del comune di Roma?
Io ritengo che Marini debba rimanere al suo posto per garantire la continuità dell’azione di pulizia e di collaborazione con l’autorità giudiziaria.
Poi non si può non notare la diversità di atteggiamento tra i partiti del centrodestra che subito, di fronte a indagini della magistratura nei confronti di loro rappresentanti, gridano all’uso politico della giustizia e il PD che, sempre, ringrazia la magistratura per il lavoro di lotta alla corruzzione, la invita ad andare avanti anche perchè ad eventuali innocenti coinvolti possa essere data, nel più breve tempo possibile, l’opportunità di dimostrare la propria innocenza.
E’ una differenza non da poco.
La seconda considerazione, più prosaica, attiene al dato che la capitale d’Italia non potrebbe essere sciolta per mafia, anche se ne esistessero le condizioni e le forze politiche non dovrebbero usare questo argomento per fare propaganda.
In questo caso non ci sono comunque le condizioni in quanto la mafia capitale cinge d’assedio l’istituzione comune, con l’amministrazione che non è condizionata e anzi collabora con la giustizia per rompere l’assedio.
L’Italia è una delle grandi potenze industriali manifatturiere e non può essere messa in ginocchio agli occhi del mondo da quattro cialtroni all’amatriciana, dalla Meloni e dai suoi alleati di centro destra che invece di indignarsi, come Brunetta, e chiedere provvedimenti contro il comune e contro Marini dovrebbero vergognarsi e chiedere scusa e perdono ai romani e agli italiani.