Contrasto caporalato, l’idea di Coldiretti Calabria Le parole del presidente Molinaro: "Il no all’acquisto di prodotto agricolo sotto il costo di produzione evita lo sfruttamento"
E’ sicuramente significativa l’operazione a Roggiano Gravina (CS), condotta dai carabinieri e coordinata dalla Procura della Repubblica di Cosenza che ha portato alla luce un presunto reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Ma – commenta Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – occorre più trasparenza ed equità su quanto accade all’interno di tutta la filiera produttiva. Infatti– aggiunge – bisogna spezzare la catena dello sfruttamento che si alimenta dalle distorsioni lungo la filiera, dalla dall’industria alla distribuzione e i prodotti agricoli spesso sono pagati sottocosto solo pochi centesimi.
Questo alimenta due fenomeni: le imprese oneste sono costrette a chiudere ed altre, pur senza volerle giustificare, sono spinte all’illegalità. I due aspetti, ambedue da evitare, sono facce della stessa medaglia che ormai impongono una grande azione di responsabilizzazione dal campo allo scaffale, per garantire che dietro tutti gli alimenti in vendita, italiani e stranieri, ci sia un percorso di qualità e sostenibilità che riguarda l’ambiente, la salute e il lavoro, con una equa distribuzione del valore. A quasi due anni dall’approvazione della legge sul caporalato – continua – l’esperienza dimostra che la necessaria repressione da sola non basta ed è invece indispensabile – sottolinea – agire anche sulle leve economiche che spesso generano lo sfruttamento.
La prima cosa da fare è di affiancare le norme sul caporalato all’approvazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate dall’apposita commissione presieduta da Giancarlo Caselli, presidente del comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti. La seconda chiama direttamente in causa l’Industria Agroalimentare e la Distribuzione che non devono acquistare il prodotto agricolo sotto i costi di produzione. Questo – rimarca -significa che in particolare nelle filiere dell’ortofrutta, dove c’è maggiore impiego di manodopera, il prodotto agricolo deve essere acquistato con contratti scritti, possibilmente pluriennali con la garanzia di coprire i costi di produzione. Questo è lo strumento , messo in campo da Coldiretti, che aumenterà la trasparenza nei rapporti contrattuali in tutti i passaggi e tra gli attori della filiera con vantaggio per i produttori e contemporaneamente per il consumatore finale. Trasparenza nella filiera e contrasto al caporalato – conclude Molinaro – sono la sfida dell’agricoltura calabrese.