Contributi volontari alle scuole, scoppia il caso Alberghiero di Locri
redazione | Il 11, Lug 2014
Dopo l’interrogazione presentata dal senatore M5S Molinari ecco che arriva la risposta della dirigente scolastica del “Dea Persefone” Maria Macrì
di MARIA TERESA BAGALA’
Contributi volontari alle scuole, scoppia il caso Alberghiero di Locri
Dopo l’interrogazione presentata dal senatore M5S Molinari ecco che arriva la risposta della dirigente scolastica del “Dea Persefone” Maria Macrì
di Maria Teresa Bagalà
A seguito di quanto è successo all’Istituto Alberghiero “Dea Persefone” di Locri, dove un genitore si è rifiutato di pagare il contributo volontario di cento euro alla scuola, dopo aver regolarmente, invece, pagato la tassa di iscrizione e quella di frequenza, e quindi dopo le denunce ed i botta e risposta fra l’Istituto scolastico e questo padre (anche sui giornali), il senatore Francesco Molinari del Movimento Cinque Stelle ha presentato all’organo di cui fa parte un’interrogazione, pretendendo dal Ministro Giannini una risoluzione della questione che riguarda i contributi alle scuole da parte delle famiglie.
Secondo il senatore grillino, infatti, la richiesta di denaro da parte dell’istituto scolastico sarebbe un comportamento che andrebbe contro l’art. 34 della Costituzione che parla di “gratuità e obbligatorietà dell’istruzione” e che quindi, in linea teorica, non consentirebbe di “imporre tasse o richiedere alle famiglie versamenti obbligatori”. Ancora Molinari: “Il fatto che per venire incontro alle esigenze delle scuole, il Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione preveda la possibilità di una contribuzione volontaria a carico delle famiglie, non può prescindere dal merito degli studenti e, soprattutto, dal reddito delle loro famiglie. Lo Stato deve garantire l’istruzione di ogni singolo cittadino, mettendo in condizione le scuole di mettere comunque in atto un’offerta formativa”.
L’esponente del M5S definisce, dunque, quella che si è venuta creando come una situazione insostenibile per le famiglie italiane e denuncia il fatto che non si è fatto nulla da parte del Governo centrale per sanarla. Ecco perché egli pretende che il Ministro alla Pubblica Istruzione assicuri una soluzione per tutte le famiglie che si trovano in difficoltà economiche, per le quali dover pagare il “contributo volontario” può rappresentare un serio problema.
Ma se condivisibile quanto affermato da Molinari, e cioè che la richiesta di contributi possa comportare serie difficoltà alle famiglie, nello specifico, per quanto riguarda ciò che è successo all’Istituto Alberghiero “Dea Persefone” di Locri, la Dirigente scolastica Maria Macrì non ci sta alle accuse mosse alla scuola da lei guidata da parte del genitore che si è rifiutato di pagare il “tributo” e con una nota ha fatto sapere la sua posizione.
Ecco, in sintesi, quanto divulgato dalla Dirigente:
Un genitore nell’ottobre 2011, tramite nulla osta, iscrive al “Dea Persefone” il figlio frequentante il secondo anno, dopo averlo trasferito da un’altra scuola. A febbraio 2014, tramite l’avvocato, invia una Pec all’Istituto accusandolo di richiedere indebitamente contributi scolastici alle famiglie. In seguito lo stesso genitore si è rivolto anche ad un quotidiano per denunciare il fatto che gli studenti della scuola in questione devono versare la somma di 100 euro per il loro diritto di istruirsi. L’Alberghiero il giorno dopo replica spiegando che il contributo serve per migliorare l’offerta scolastica agli alunni.
Il 26 febbraio di quest’ anno i Carabinieri di Locri, avviano delle indagini e chiedono all’Istituto Scolastico di fornire i dettagli sul “contributo” e chiedendo di poter accedere alla documentazione.
Il 6 marzo la scuola riceve una denuncia/querela da parte del genitore su menzionato a mezzo della Guardia di Finanza.
La preside Macrì, sempre nella sua nota, ha voluto ribadire che nella replica dell’Istituto Alberghiero del 20 febbraio è precisato che ogni genitore sceglie per il figlio la Scuola e Istituto che ritiene più idoneo per lui. Se questi non accetta le condizioni, può benissimo trasferire il ragazzo/a in un’altra struttura, senza contrastare l’Istituto che “attua in pieno le sue finalità di ruolo educativo”. In particolare, viene richiamata la legge 40/07 ed il regolamento DL 44/01 che prevedono e regolano i contributi. Ancora, si precisa che, dal momento che negli ultimi anni si è verificato un aumento di iscrizioni e di classi dell’Istituto, ciò dimostra che il percorso seguito è stato largamente accolto dagli altri genitori.
Nel comunicato della Dirigente sono ulteriormente allegate le precisazioni che l’ANP (Associazione professionale e sindacale rappresentativa della categoria dei dirigenti scolastici) ha inoltrato al MIUR per quanto riguarda i contributi volontari delle famiglie. In esse viene puntualizzato che la richiesta dei contributi volontari non costituisce un abuso da parte delle scuole e dei loro dirigenti, in quanto (come già affermato sopra) la legge 40/07 ed il regolamento DI 44/01 li prevedono e i soldi richiesti servono per garantire a tutti gli studenti servizi che altrimenti non sarebbe possibile loro garantire. L’ ANP, dunque, arriva dritto al cuore del problema affermando che, se le scuole fossero finanziate in maniera adeguata, non ci sarebbe bisogno di chiedere soldi alle famiglie. Una cosa di cui dovrebbe rendersi conto il Ministero che, al posto di disporre giuste risorse, rimprovera i dirigenti scolastici per la loro richiesta di contributi.
L’ANP, ancora, tende a ribadire con fermezza che: 1. I contributi volontari non possono e non devono essere imposti alle famiglie ma costituiscono, un’ opportunità per trovare risorse; 2. Non è accettabile che il Ministero detti regole in materia di predisposizione di bilancio delle Istituzioni scolastiche autonome, fatto salvo il doveroso rispetto dei principi di contabilità pubblica e delle norme contenute nel regolamento di contabilità (DI 44/01), 3. Non sussiste alcun divieto di destinare i fondi versati da famiglie o altri, al funzionamento amministrativo, didattico, alle spese di personale, alle spese di investimento, a quelle di edilizia o per i progetti compresi nel Programma annuale; 4. Tutti i contributi volontari, nel nostro ordinamento, sono considerati “erogazioni liberali”, come recita l’ art. 13 del decreto legge 31 gennaio 2007, n.7 (convertito con modificazioni dalla legge 2 aprile 2007, n. 40). Sono quindi leciti tutti i contributi a prescindere dalla presenza di vincoli di destinazione la cui adozione è rimessa alla volontà delle famiglie eroganti; 5. Le famiglie possono avvalersi delle detrazioni fiscali previste se decidono di vincolare la destinazione delle loro erogazioni ad una delle finalizzazioni previste dall’ art. 13; 6. È auspicabile che le istituzioni scolastiche effettuino una rendicontazione sociale ampia e trasparente in modo da rendere l’utenza partecipe della gestione dei finanziamenti ricevuti, di stabilire con essa un rapporto di fiducia e incrementare la raccolta di fondi su base volontaria.
Una situazione “tesa” quella che si è venuta a creare e per la quale si auspica possa essere trovata al più presto una soluzione che tenga conto sia delle necessarie risorse di cui in effetti hanno bisogno le scuole per poter offrire il massimo ai nostri ragazzi, sia delle condizioni economiche delle famiglie. Una soluzione che soprattutto però dovrebbe mettere d’accordo le parti contrapposte e che non faccia venir meno la fiducia nei confronti delle Istituzioni Scolastiche.