Cooperazione tra Città Metropolitane Bologna e Reggio L'incontro, che si è svolto nel contesto del progetto "Metropoli strategiche", è stato organizzato da Fabio Scionti, delegato del sindaco Giuseppe Falcomatà alla Pianificazione Strategica e primo cittadino di Taurianova
Buone pratiche e collaborazione tra istituzioni per replicare esperienze positive di altre città italiane all’interno della Città Metropolitana di Reggio Calabria. “Cooperazione tra le Città Metropolitane di Bologna e Reggio Calabria sul tema delle forme associative”, l’argomento della giornata di lavoro, organizzata da Fabio Scionti, delegato del Sindaco Giuseppe Falcomatà alla Pianificazione Strategica, che si è svolta a Palazzo Alvaro, e alla quale hanno preso parte il responsabile Anci, Massimo La Nave, il dirigente della Città Metropolitana di Bologna, Francesco Tentoni, con i suoi collaboratori, e il direttore Generale della MetroCity di Reggio, Umberto Nucara.
L’incontro si è svolto nel contesto del progetto “Metropoli strategiche” portato avanti da Anci, coinvolgendo tutte le 14 città metropolitane italiane. L’obiettivo principale dell’attività di cooperazione tra i due Enti è stato quello di verificare la replicabilità, nel contesto della MetroCity di Reggio Calabria, del modello di governance delle forme associative in essere nell’area bolognese. Non un’applicazione tale e quale del modello bolognese, ma si mira ad avviare gli effetti virtuosi dell’intero processo. La giornata di lavoro si è svolta in due momenti fondamentali: il primo, nel corso della mattinata, a porte chiuse. Si è trattato di una fase tecnica, tra i responsabili nelle materie di studio delle due C.M.; il secondo momento, invece, prettamente politico, è stato esteso ai responsabili politici e referenti tecnici delle zone omogenee della CM di Reggio Calabria, delegati al “disegno” delle future Unioni di Comuni. Si registra, in particolare, una grande partecipazione da parte dei dirigenti reggini per conoscere nei dettagli il modello bolognese, considerato il primo in Italia. Nasce così un confronto tra le parti politiche per l’approfondimento della gestione associata di servizi tra Comuni, prendendo come riferimento le aree omogenee e, in particolare, i modelli dei distretti sociosanitari.