Corigliano-Rossano: tributi, caos e stangate Flavio Stasi: "Serve intervento dell'amministrazione"
In queste settimane la città di Corigliano-Rossano è attraversata da un vero e proprio fiume di avvisi relativi ai tributi comunali degli anni passati, tanto per le attività economiche quanto per privati cittadini. Ci eravamo già occupati del fenomeno delle cartelle pazze, o meglio dell’ “accertamento selvaggio”, già negli anni scorsi su versante rossanese; oggi la vicenda sembra riguardare ancor di più il versante coriglianese sia per la Tares (o Tari) che per l’Imu. Un fenomeno che abbiamo analizzato insieme al gruppo di lavoro “Bilancio e Tributi” del Laboratorio Civico per la Città, composto da professionisti del settore, e che temiamo sia correlato più ad esigenze di bilancio che all’effettiva volontà di riscuotere il dovuto. Ad ogni modo non possiamo di certo contestare l’intento, da parte del azienda di riscossione che agisce per conto del Comune, di recuperare eventuali tributi non pagati da parte dei contribuenti. Ciò che invece preoccupa, e di cui abbiamo contezza, è che tra migliaia di accertamenti inviati ci sia un significativo numero di sviste, errori, inesattezze, incongruenze.
In prima battuta riteniamo scorretta la comunicazione secondo la quale per pagare il tributo sarebbe possibile utilizzare esclusivamente il bollettino allegato alla richiesta. L’impressione è che si tratti di un espediente per fare velocemente cassa, limitando le possibili e legittime compensazioni attraverso il sistema dell’F24, ma si tratterebbe di una comunicazione fuorviante sulla quale chiediamo di fare chiarezza. Ma non solo. Essendo certi della buona fede dell’azienda di riscossione, ma considerando che in una tale mole di richieste è certo (e già verificato) che ci sono molti errori, crediamo sia doveroso effettuare le opportune verifiche e rispondere nei tempi previsti alle numerose istanze in autotutela che i contribuenti già a decine stanno inviando presso gli uffici competenti.
La famigerata frase “se volete, fate ricorso” che troppo spesso abbiamo ascoltato in passato e che sembra essere ricorrente anche in questi giorni, rappresenta un sopruso morale inaccettabile ed una chiara inadempienza rispetto agli obblighi del riscossore nei confronti dell’Ente, quindi della comunità. Le istanze in autotutela esistono per essere verificate, non messe in un cassetto e dimenticate! Qualora il numero di istanze presentate dai contribuenti risulti talmente grande da rendere difficoltose le risposte entro i termini previsti, riteniamo sia obbligo dell’Amministrazione commissariale trovare, insieme agli uffici comunali competenti, gli strumenti opportuni per tutelare sia i diritti dei cittadini, ma anche le finanze comunali. In caso di ricorsi vinti da parte dei contribuenti, infatti, non solo il Comune non riscuoterà quanto previsto (perchè sbagliato) ma dovrà anche farsi carico delle spese legali. Chi le pagherà?
Se pensiamo poi che tali avvisi di accertamento approssimativi arrivano in un contesto cittadino nel quale non sono garantiti i servizi minimali e di civiltà, una eventuale inadempienza in questo senso risulterebbe ancor più beffarda e opprimente. Sarebbe stato opportuno effettuare un lavoro preventivo per evitare molte inesattezze e non causare ulteriori disagi alla popolazione, ma visto che tale lavoro preventivo, evidentemente, non c’è stato, ora si dimostri la massima disponibilità per garantire sia il diritto dei cittadini puntuali di non essere sistematicamente vessati, sia l’esigenza del Comune di riscuotere le somme effettivamente dovute. Ci auguriamo che tale disponibilità venga dimostrata fattivamente fin da subito; in caso contrario siamo pronti a valutare tutte le opportune iniziative possibili a tutela dei diritti della comunità.