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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 15 DICEMBRE 2024

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Corte Ue, normativa che prevede statura minima in polizia discrimina donne Accolte motivazioni candidata ad accademia polizia greca. Anche l'Italia si adegui

Corte Ue, normativa che prevede statura minima in polizia discrimina donne Accolte motivazioni candidata ad accademia polizia greca. Anche l'Italia si adegui
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Lussemburgo – “Una normativa che prevede, quale criterio di ammissione alla scuola
di polizia, una statura minima indipendentemente dal sesso può costituire una discriminazione
illecita nei confronti delle donne”. Lo ha deciso la Corte di giustizia dell’Unione
europea con la sentenza nella causa C-409/16 Maria-Eleni Kalliri / Ypourgos Esoterikon
e Ypourgos Ethnikis Paideias kai Thriskevmaton su un caso avvenuto in Grecia. Con
decisione del capo della Polizia greca veniva pubblicato un bando di concorso per
l’ammissione alla scuola di polizia greca per l’anno accademico 2007-2008. Tale
bando riprendeva una disposizione della legge greca ai sensi della quale tutti i
candidati, indipendentemente dal sesso, devono avere una statura minima di m. 1,70.
Alla sig.ra Maria-Eleni Kalliri veniva negato di partecipare al concorso con la motivazione
che la stessa non raggiungeva la statura prevista.La sig.ra Kalliri ha quindi introdotto
un ricorso dinanzi al Dioikitiko Efeteio Athinon (Corte amministrativa di Atene)
avverso tale decisione, ritenendo di aver subito una discriminazione fondata sul
sesso. Il Dioikitiko Efeteio Athinon ha annullato la decisione, dichiarando che la
legge greca non era conforme al principio costituzionale di uguaglianza tra uomini
e donne. Il Ministro greco degli Interni (Ypourgos Esoterikon) e il ministro greco
della pubblica istruzione e dei culti religiosi (Ypourgos Ethnikis Paideias kai Thriskevmaton)
hanno impugnato tale decisione dinanzi al Symvoulio tis Epikrateias (Consiglio di
Stato, Grecia). Detto giudice chiede alla Corte di giustizia se il diritto dell’Unione1
osti a una normativa nazionale che fissa una statura minima identica per tutti i
candidati, uomini e donne, al concorso di ammissione alla scuola di polizia. Con
la sentenza odierna, la Corte statuisce che la fissazione di una statura minima identica
per tutti i candidati, uomini o donne, costituisce una discriminazione indiretta,
dal momento che sfavorisce un numero molto più alto di donne che di uomini. Tuttavia,
una siffatta regolamentazione non costituisce una discriminazione indiretta vietata
quando ricorrono due condizioni, la cui esistenza deve essere verificata dal giudice
nazionale: 1) la regolamentazione deve essere oggettivamente giustificata da una
finalità legittima, come quella di assicurare il carattere operativo e il buon funzionamento
dei servizi di polizia, e 2) occorre che i mezzi impiegati per il conseguimento di
tale scopo siano appropriati e necessari. A tal riguardo, sebbene sia vero che talune
funzioni di polizia possano esigere l’utilizzo della forza fisica e presupporre
un’idoneità fisica particolare, va cionondimeno rilevato che altre funzioni, quali
l’assistenza ai cittadini o la regolazione del traffico stradale, non richiedono
apparentemente un particolare impegno fisico. Peraltro, anche a voler ritenere che
tutte le funzioni esercitate dalla polizia greca richiedano un’idoneità fisica
particolare, una siffatta idoneità non è necessariamente connessa al possesso di
una statura minima. In ogni caso, l’obiettivo di garantire l’effettivo assolvimento
della missione della polizia potrebbe essere conseguito con misure meno svantaggiose
per le donne, quali una preselezione dei candidati che consenta di verificare le
loro capacità fisiche. La decisione di oggi della Corte di giustizia della UE, evidenzia
Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ha deciso sentenzia
“che la fissazione di una statura minima identica per tutti i candidati, uomini o
donne, costituisce una discriminazione indiretta, dal momento che sfavorisce un numero
molto più alto di donne che di uomini”. Inoltre, “Una misura siffatta può non risultare
necessaria per garantire il buon funzionamento dei servizi di polizia”.