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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 09 GENNAIO 2025

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Cosenza, un sindaco socialista…sfratta la statua del leader storico Giacomo Mancini. Ecco il motivo della disfatta politica…la diaspora senza fine! Un grave errore di Franz Caruso. Per la fondazione:"offesa per tutti i cosentini"

Cosenza, un sindaco socialista…sfratta la statua del leader storico Giacomo Mancini. Ecco il motivo della disfatta politica…la diaspora senza fine! Un grave errore di Franz Caruso. Per la fondazione:"offesa per tutti i cosentini"

| Il 09, Gen 2025

Cosenza; sindaco sfratta la statua raffigurante Mancini. La Fondazione: “offesa per tutti i cosentini”

Il sindaco di Cosenza sfratta la statua in bronzo raffigurante Giacomo Mancini dalla sua collocazione dinanzi al municipio.
A comunicare la decisione è lo stesso Franz Caruso che il 2 gennaio ha firmato una lettera (poi inviata via pec l’8 gennaio alla Fondazione Giacomo Mancini) nella quale spiega che intende “procedersi alla collocazione di ulteriori e diverse opere d’arte, intese come unicum inscindibile, donate dalla famiglia Bilotti, nell’ambito del MAB – Museo all’Aperto Bilotti, la cui perimetrazione urbana è stata pattiziamente circoscritta all’area del centro cittadino di Cosenza che include Piazza Carlo F. Bilotti e tutto l’asse viario di Corso Mazzini”.
Eppure era stato lo stesso sindaco attraverso una delibera di giunta (deliberazione della Giunta Comunale n. 43 del 26.04.2022) a concordare sull’attuale collocazione che ha un evidente valore simbolico essendo davanti al municipio dal quale Giacomo Mancini aveva guidato per dieci anni la città lasciando un segno ancora oggi ricordato dai cosentini.
Ma adesso Caruso scrive “si chiede di voler suggerire altra allocazione, entro il termine di 10 giorni” e che “in caso di mancato riscontro alla presente, si procederà alla restituzione della statua”.
La statua è stata realizzata dallo scultore Domenico Sepe su iniziativa della Fondazione e grazie alle donazioni di tanti cittadini
“Siamo senza parole, questa è una offesa per tutti i cosentini” questo il primo commento che proviene dalla Fondazione.