Cracker che uccidono: la salmonella riuscirebbe a vivere negli alimenti secchi
Dic 31, 2015 - redazione
Alcuni scienziati americani hanno scoperto che gli alimenti non comunemente associati
con un’intossicazione alimentare, come biscotti e crackers, e in generale tutti quelli
secchi hanno la capacità potenziale di portare pericolosi batteri per molto più
tempo di quanto pensato. Dopo un aumento del numero di focolai di tossinfezioni alimentari,
un team di ricercatori dell’University of Georgia ha studiato la salmonella all’interno
dei cibi secchi e sono rimasti sorpresi nel rilevare che l’agente patogeno nocivo
è sopravvissuto per almeno sei mesi. L’equipe ha utilizzato cinque diversi ceppi
di salmonella e ha deliberatamente contaminato alcuni cibi con basso contenuto di
umidità, come biscotti e cracker. Formaggio, burro, vaniglia e cioccolati ripieni
sono stati tutti utilizzati per replicare i tipi di cracker e biscotti regolarmente
trovati nei negozi e distributori automatici. Dopo aver analizzato i diversi cibi,
gli scienziati sono stati in grado di determinare quanto tempo la salmonella è sopravvissuta.
I ricercatori americani sono rimasti scioccati nello scoprire che la salmonella è
sopravvissuta per così tanto tempo. Questi risultati si aggiungono alla prova che
un’intossicazione alimentare può avvenire anche perché la salmonella riesce a sopravvivere
per un periodo di tempo sufficientemente lungo in ambienti asciutti. Alla luce di
tali risultati, gli esperti della salute hanno quindi avvertito che dovrebbero essere
prese ulteriori precauzioni per impedire le contaminazioni nel processo di fabbricazione.
La Food Standard Agency, un ente pubblico britannico, stima che le intossicazioni
alimentari colpiscono fino a 5,5 milioni di persone nel Regno Unito ogni anno. Si
pensa che la cifra reale potrebbe essere molto più alta, poiché molti casi non
sono denunciati. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”,
evidenzia che le intossicazioni alimentari causerebbero la morte di ben 125.000 bambino
ogni anno nel mondo e che se si usassero maggiori precauzioni anche nella preparazione
e confezionamento dei cibi, si potrebbero evitare moltissime tragedie.