Criminalità: il prefetto Reppucci incontra istituzioni e associazioni di categoria
redazione | Il 09, Ago 2012
Un simposio pubblico per sensibilizzare l’opinione pubblica e rafforzare il legame Stato-legalità
di ANTONIETTA BRUNO
Criminalità: il prefetto Reppucci incontra istituzioni e associazioni di categoria
Un simposio pubblico per sensibilizzare l’opinione pubblica e rafforzare il legame Stato-legalità
di Antonietta Bruno
Dopo i recenti arresti a Lamezia, i primi esiti delle operazioni Medea e Medusa e lo smembramento di una delle cosche storiche della città di Lamezia, il prefetto di Catanzaro ha deciso di incontrare istituzioni, associazioni di categoria e stampa per fare un po’ il punto sulla situazione. Un incontro voluto in un momento particolarmente cruciale per la terza città della Calabria che negli ultimi anni ha deciso di reagire denunciando, per quanto possibile e in alcuni casi, soprusi e interferenze della criminalità organizzata nel tessuto economico e sociale della città.
A fare da padrone di casa in quello che va inquadrato in un incontro per una riflessione congiunta, è stato il sindaco Gianni Speranza. Il primo che, nell’occasione, ha ringraziato personalmente e per conto della città tutte le forze dell’ordine per il lavoro svolto, sia dal punto investigativo che di controllo, e rafforzato in questo mese di agosto le misure organizzative in città.
A prendere la parola e proferire i termini di un percorso virtuoso imboccato e assolutamente da proseguire, è stato invece il prefetto Antonio Reppucci. Determinato ad “aumentare gli anticorpi a questa infezione della comunità”, il prefetto ha sottolineato quanto importante sia vincere la paura e denunciare i fatti criminosi. Gli abusi, le richieste di pizzo, le prepotenze, i primi segnali di quelle che facilmente sfociano in quella morsa tipica della criminalità organizzata assetata di potere e guadagni facili.
Ha parlato di assunzioni di responsabilità Reppucci. Ha invocato le forze sociali a parlare e le istituzioni ad essere più presenti poiché, nelle ultime operazioni di polizia che hanno portato all’arresto di 36 persone tutte facenti parte di una cosca ben nota in città e che per dodici anni circa ha operato indisturbata sotto gli occhi di tutti. Ha esortato al cambiamento e all’unità al fine di “fare fronte comune e non nascondersi dietro falsi alibi”. Ma l’appello più forte, è stato quello rivolto alla città che “deve svegliarsi” riconoscendo in se stessa quello Stato che spesso recrimina perché “non c’è o non sa fare il suo dovere”.
Chiamata in causa la parte istituzionale, numerosi sono stati gli interventi dei rappresentanti istituzioni presente all’incontro, a partire da Doris Lo Moro. L’esponente politico nazionale ed ex sindaco di Lamezia, oltre ai ringraziamenti alle forze dell’ordine presenti, ha ribadito le criticità di Lamezia e la “sfiducia”, a volte forse giustificata, della sua gente. Ha parlato dell’antica e radicata presenza mafiosa e del silenzio che per troppo tempo ha favorito l’operato dei “più forte”. Ha esaminato l’aspetto in questione sotto due diversi profili. Quello di un ritardo spaventoso alla legalità, e quello di una “imprenditoria culturalmente povera”.
All’intervento della Lo Moro, sono seguiti quelli di Ida D’Ippolito che ha riconosciuto Lamezia come “piazza appetibile alla criminalità organizzata”; di Pino Galati che ha esortato tutti ad un lavoro unitario e responsabile; di Mario Tassone che ha riportato la questione sul piano della compattezza, e del presidente del Consiglio regionale della Calabria Francesco Talarico. Anche quest’ultimo grato alle forze dell’ordine per quanto finora fatto, ha auspicato in un futuro maggiormente proficuo sia dal punto di vista degli interventi sul territorio, sia e soprattutto sull’aiuto della classe politica a tutti i livelli in termini di sinergia, presenza e collaborazione.
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