Criticare la critica: personaggi (vari) in cerca d’autore! Eppur si muove, ma non come vorremmo, purtroppo. Continua...
Di GiLar
Criticare la critica. Sembra un gioco di parole, anche stupido volendo. Ma criticare la critica, forse scritto da me, non sarebbe credibile perché sarebbe come se Dracula fosse contrario alla raccolta di sangue. Ma la critica è arte, è ironia e come ci insegnò Romain Gary, l’ironia è una dichiarazione di dignità ed è al contempo “arte”, “cultura” e diciamolo pure “denuncia”.
Ma la critica non conosce vendetta, rancore, cattiveria né quella maledetta malattia definita “megalomania”, narcisismo patologico o protagonismo da palcoscenico per primedonne affetti da sindrome dell’oblio del tempo o peggio, per dire, “Guardate che io esisto”. Dove sono affetti in tanti, da sindaci in bermuda con magliette che durano un’estate intera (la stessa contro ogni forma di detersivo), da amministratori in canottiera con aloni di ragù e frittura con olii arabi, o da personaggi in cerca d’autore con movenze da cicca di sigaretta che srotola su un marciapiede a passo svirgolato longilineo e dai soliti intellettuali rivoluzionari sempreverdi seduti sulle panchine con le teorie gravitazionali del dubbio e del sapere a prescindere, nonché del giudizio sommario e assiomatico.
Credo che criticare sano (senza cattiveria), senza entrare nel personale, nel privato come nelle “tendenze sessuali” e non giudicare per tale inopportunità intellettuale e morale, sarebbe un servizio utile alla collettività, soprattutto per chi ama la direzione del vento e si adegua ad essa, anche se è una battaglia, quest’ultima, che abbiamo perso dalla notte dei tempi.
Eppur si muove, ma non come vorremmo, purtroppo!