Crollo intonaco scuola Gioia, lo sfogo del preside Vincenzo La Valva: “Non vi era in quell’aula nessuna anche minima avvisaglia di quanto poi accaduto, non una seppur minima lesione o umidità o quant’altro"
di Caterina Sorbara
Dopo il grave fatto avvenuto sabato mattina a Gioia Tauro: il pezzo d’intonaco che si è staccato dal soffitto di un’aula nella scuola media “Tommaso Campanella” ferendo tre alunni; il dirigente scolastico Vincenzo La Valva ha sfogato tutto il suo dolore e la sua amarezza su Facebook, dicendo: “Sono con il Cuore vicino ai miei ragazzi della III C ed alla professoressa Mazzullo per lo spavento. – ha scritto – Ai genitori ed alle Ragazze che sono rimaste ferite un abbraccio. Purtroppo non ho potuto essere presente ed accanto a loro perché fino a tarda sera senza soluzione di continuità ho dovuto espletare le incombenze burocratiche necessarie mettendomi a disposizione delle Autorità. Ma sono stato costantemente informato dai miei insegnanti”.
Il dirigente ha poi ribadito ciò che ha dichiarato ieri a caldo: “Non vi era in quell’aula nessuna anche minima avvisaglia di quanto poi accaduto, non una seppur minima lesione o umidità o quant’altro. Tutti i tecnici hanno espresso stupore definendo l’evento ‘imprevisto ed imprevedibile’. Ma non é questo importante. Ringraziamo intanto il buon Dio che non vi siano state conseguenze peggiori”.
Continuando il preside La Valva, ha parlato anche dell’ annoso problema dell’ edilizia scolastica, dicendo:
“Resta, ancora, il problema atavico dell’edilizia scolastica, della carenza capillare di fondi, degli sprechi a livello centrale propinando progetti e progettini (piani digitali, isole pedagogiche ed altre aberrazioni simili) dimenticando i luoghi dove i nostri Figli vanno a vivere quotidianamente per la loro istruzione e formazione.
Sono la voce di colui che grida nel deserto. Io ed i miei colleghi Presidi viviamo giornalmente momenti di difficoltà, sentimenti di delusione e frustrazione, impotenza a volte allo stato puro, sensazione di “incompiutezza” e poi i soldi vengono utilizzati a fiumi in questa politica nazionale freneticamente tesa a correre dietro alle mode europee per corsi, corsini, aule concepite in maniera futuristica (quasi lunare), tutte cose che possono andar bene in altri posti d’Italia. Qui – si legge ancora nello sfogo del preside – occorre partire dalle cose essenziali, primarie, strutture adeguate, sicure, non a macchia di leopardo con guerre tra poveri per ottenere fondi, ma in maniera sistematica, per tutte le realtà scolastiche di questo disastrato meridione, perché nessuno è Figlio di un Dio minore”.
Infine il preside chiude il post con un appello: “L’auspicio, é che da un evento così imprevedibile ma serio e “tragico” possa cambiare qualcosa, che le risorse nazionali vengano utilizzate in maniera uniforme e programmata per l’edilizia scolastica e la totale messa in sicurezza degli edifici scolastici, ponendo fine a proclami e propagande sui TG nazionali e in convegni e progetti e progettini (con sigle da fumetti) per partorire parole, parole, parole.
Occorre partire all’essenziale, dalla basi, da ciò che é realmente indispensabile e imprescindibile. Per la pasta al forno ed i dolci con vini e spumante pregiati possiamo aspettare”.