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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 13 GENNAIO 2025

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Crotone, il Consiglio provinciale contro la decisione di sopprimere l’Ente

Crotone, il Consiglio provinciale contro la decisione di sopprimere l’Ente

| Il 13, Lug 2012

Ecco il testo integrale approvato

Crotone, il Consiglio provinciale contro la decisione di sopprimere l’Ente

Ecco il testo integrale approvato

 

 

Riceviamo e pubblichiamo: 

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

VISTO:

L’art. 17 del DL n.95/2012 pubblicato sulla G.U. n. 156 del 6 luglio 2012 recante disposizioni urgenti, noto come “spending review”, concernente anche la soppressione e razionalizzazione delle Province e delle loro funzioni;

CONSIDERATO:

che il comma 1 del suddetto articolo 17 prevede “al fine  di contribuire al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica imposti dagli obblighi europei necessari al raggiungimento del pareggio di bilancio le Province sono soppresse o accorpate sulla base dei criteri e secondo la procedura di cui i commi 2 e 3”; che al comma 2 prevede “l’individuazione di criteri per la riduzione e l’accorpamento delle province da individuarsi nella dimensione territoriale e nella popolazione residente in ciascuna provincia”; e “fatte salve le province nel cui territorio si trova il comune capoluogo di regione” e fatte salve altresì ” le province confinanti solo con province di regioni diverse da quelle di appartenenza e con una delle province di cui all’art. 18 comma 1″ le cosiddette Città Metropolitane;

CHE la prevista disposizione normativa è stata assunta con decretazione d’urgenza tra le misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo;

CHE malgrado l’inserimento nella “revisione della spesa pubblica” la cennata disposizione normativa risulta sprovvista della quantificazione delle risorse finanziarie derivanti dalla prospettata soppressione e razionalizzazione delle province e delle relative funzioni;

CHE il Governo Monti mostra di considerare il riordino del sistema delle Autonomie Locali materia di “spending review”, mentre, come è stato scientificamente dimostrato dall’Università Bocconi di Milano, i risparmi che ne deriverebbero sarebbero esigui e non attinenti ad un quadro di riforma del sistema delle autonomie locali;

CHE, in relazione alla razionalizzazione e alla soppressione delle Province, il servizio Bilancio del Senato, esaminando il D.L. sulla c.d.”spending review”, ha rilevato che ”potrebbero emergere profili onerosi di tipo straordinario in relazione al passaggio delle funzioni dalle province ai Comuni interessati”;

CHE viceversa occorre profondere ogni convergente e razionale sforzo per rendere il sistema delle Autonomie Locali più efficiente e per migliorare la qualità dei servizi pubblici erogati ai cittadini in aderenza ai principi della Carta Costituzionale e dalle sollecitazioni pervenute dal Consiglio d’Europa;

CHE, di contro, i territori a rischio soppressione verrebbero privati di  essenziali e decisivi presidi di democrazia, di sicurezza e di lavoro (Prefettura, Questura, Comandi provinciali di Carabinieri, Guardia di Finanza, Cfs, Vigili del Fuoco, Asp, Direzione provinciale del Lavoro, Uff. Scolastico Provinciale, Ragioneria provinciale dello Stato, Agenzie delle Entrate, Agenzia provinciale Poste Italiane, Motorizzazione Civile, PRA, Camera di Commercio, Uffici provinciali Inps ed Inail, Aci, Croce Rossa Italiana, Ordini e Collegi professionali, sezioni provinciali associative ed altro) ;

CHE Crotone ha lungamente anelato sin dagli anni ’50 l’istituzione dell’autonomia provinciale, riconosciuta per la plurimillenaria identità storico-culturale sin dalla Magna Graecia ed in epoca più recente nel Marchesato, per la omogeneità del tessuto economico e produttivo, per i radicati interessi della comunità, per la coesione sociale, per le condivise finalità di sviluppo eco-compatibili e la convergente promozione di un reale processo di crescita occupazionale;

CHE i comuni del “marchesato crotonese”, attenendosi al principio dell’autodeterminazione previsto dalle norme costituzionali – così come recita l’articolo 133,1°c., della Costituzione “il mutamento delle circoscrizioni provinciali e l’istituzione di nuove province nell’ambito di una Regione sono stabiliti con legge della Repubblica, su iniziative dei comuni sentita la stessa Regione”- chiesero ed ottennero dal Consiglio regionale della Calabria il previsto parere che venne espresso all’unanimità del Consiglio in data 1 agosto 1988;

CHE il radicato e profondo processo di deindustrializzazione dell’area del territorio crotonese che ha portato alla dismissione di circa l’80% dell’apparato industriale e produttivo, con la conseguente perdita di oltre 5.000 posti di lavoro diretti e dell’indotto. Tutto ciò ha determinato lo stato di abbandono progressivo delle infrastrutture esistenti ed essenziali (strada statale 106, ferrovia, porto, aeroporto), la tragica dimensione dell’area di disoccupazione (in Italia attestato al livello del 37%, mentre a Crotone e Provincia ha abbondantemente superato il 53,8% – dati ISTAT 2011), con l’incremento drammatico del numero di famiglie che vive sotto il livello di povertà, condizioni queste, che mettono a rischio la stessa tenuta democratica e sociale di una realtà che quotidianamente deve lottare contro una criminalità aggressiva tendente a condizionare l’economia e le istituzioni;

CHE il territorio provinciale è stato individuato, altresì, quale area SIN (sito di interesse nazionale)  per quanto attiene il fenomeno di inquinamento determinato da circa 80 anni di industria chimica e metallurgica;

ATTESO:

CHE l’area del crotonese dal 1973 contribuisce, significativamente, all’estrazione del gas metano  per una percentuale che si attesta al 16% della produzione nazionale senza aver avuto ricadute significative a tutti i livelli;

CHE il crotonese, in base a normative nazionali ed europee sulle politiche di accoglienza, è sede di un importante ed imponente centro di identificazione e espulsione migranti indicato come il più grande d’Europa, e che, per gli sbarchi continui e numerosi che avvengono lungo le coste fanno di Crotone, innegabilmente, è “territorio di frontiera” nel bacino del Mediterraneo;

CHE il Consiglio provinciale unitamente al Consiglio comunale di Crotone, aperto alla partecipazione di tutte le rappresentanze istituzionali, economiche, sociali, nonché alla forte e motivata presa di posizione del mondo produttivo e del lavoro, rappresentata da Confindustria, dalle Organizzazioni sindacali e dell’associazionismo, si oppongono fermamente alla paventata soppressione  (per accorpamento) delle Province calabresi di Crotone e Vibo Valentia;

CHE il Presidente della Provincia di Crotone ed i sindaci dei comuni della Provincia hanno già rappresentato a S.E. il Prefetto di Crotone, nella sede dell’Ufficio Territoriale di Governo, la loro netta contrarietà ad ogni ipotesi di soppressione ed accorpamento, manifestando la volontà di rassegnare le dimissioni e consegnando, simbolicamente, le fasce tricolori;

CHE la Provincia di Crotone ha promosso in data 4 luglio 2012 un incontro a Roma, nella sede dell’Upi, al quale hanno partecipato presidenti di Province interessate dall’annunciato Decreto Legge e nell’occasione hanno formalizzato un appello al Presidente della Repubblica, garante della Carta costituzionale;

CHE analoga volontà è stata espressa nella lettera congiunta che i gruppi consiliari, di maggioranza e di minoranza, in seno al Consiglio regionale, hanno inviato al presidente della Giunta regionale, affinché, così come avvenuto in altre regioni, si faccia promotore di ogni necessaria iniziativa a sostegno delle legittime richieste di difesa delle istituzioni provinciali di Crotone e Vibo Valentia;

CHE, condivisibile risulta l’avvertita esigenza di una riflessione più generale sull’assetto istituzionale della Nazione, ricomprendente anche, l’articolazione degli Enti territoriali;

CHE in tale prospettiva, scevra da condizionamenti emergenziali di carattere esclusivamente economicistico, occorre avviare il confronto all’interno delle istituzioni parlamentari ed elettive;

CHE, parimenti, risultano inammissibili le pressioni azionate da settori economici ed editoriali, ai quali sicuramente sfugge la complessità ed una visione organica d’insieme che è connaturata all’assolvimento di compiti e funzioni di governo democratico del Paese, ispirato e regolato dai principi costituzionali:

CHE, invero, la previsione contenuta nell’art. 17 del cennato decreto legge si palesa in evidente violazione con quanto disposto dall’art. 133 della Costituzione italiana, il quale nulla disponendo in ordine alla soppressione di province, disciplina esclusivamente le ipotesi di Istituzione di nuove Province e di modifica di quelle esistenti, peraltro prescrivendo un procedimento legislativo aggravato dall’iniziativa comunale e dal coinvolgimento della Regione interessata;

CHE la soppressione delle Province di Crotone e Vibo Valentia costituirebbe un evidente depauperamento per l’intera Calabria, oltre a disarticolare un condiviso e consolidato equilibrio istituzionale e geografico, già recepito in tutti gli strumenti legislativi e di programmazione regionali, nazionali e comunitari;

CHE la Regione Calabria è chiamata a difendere le sue scelte e gli interessi delle sue comunità ed in tale prospettiva deve impegnare e mobilitare le rappresentanze parlamentari espressione dell’intero territorio regionale, “senza vincolo di mandato”, perché svolgano ogni utile iniziativa in difesa delle province di Crotone e Vibo Valentia, contrapponendosi ad ogni scelta che comporta la soppressione delle due province calabresi;

IL CONSIGLIO PROVINCIALE

CHIEDE sin d’ora, che nella denegata ipotesi in cui, malgrado tutte le iniziative che saranno intraprese dalla Regione Calabria, dalle Province e dai Comuni interessati in difesa delle Province di Crotone e Vibo Valentia dovesse essere convertito in legge, il richiamato decreto, la Regione Calabria si impegni attraverso il presidente e la giunta regionale ad impugnare dinanzi la Corte Costituzionale con giudizio in via principale, il più volte menzionato art. 17 nella parte in cui prevede l’accorpamento e/o la soppressione e/o la razionalizzazione delle province e delle loro funzioni;

CHIEDE, altresì, al Governo della Regione Calabria, in vista dell’udienza pubblica fissata per il prossimo 6 novembre dinanzi alla Corte costituzionale, di valutare l’opportunità di presentare un intervento di tipo adesivo-dipendente nei giudizi promossi dinanzi a quest’ultima dalle Regioni Lombardia, Campania, Piemonte, Lazio, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sardegna (e reperibili alla pagina web http://www.federalismi.it/ApplMostraDoc.cfm?hpsez=Primo_Piano&content=Dossier+-+Ricorsi+regionali+sull’abolizione+delle+Province+(art.+23,+d.l.+n.+201/2011)&content_auth=&Artid=19724) sull’art. 23 del c.d. decreto “Salva Italia”.

redazione@approdonews.it