Crotone, terra dei veleni. Presentata interrogazione
redazione | Il 07, Feb 2014
L’On. Patriciello(Fi):”Si è a conoscenza della disastrosa situazione ambientale?”
Crotone, terra dei veleni. Presentata interrogazione
L’On. Patriciello(Fi):”Si è a conoscenza della disastrosa situazione ambientale?”
Terra dei veleni, rifiuti tossici industriali in Calabria. È questo l’oggetto dell’interrogazione presentata dall’On. Aldo PATRICIELLO alla Commissione. Sito in bonifica dal 2001; qui, con le sostanze tossiche sono state costruite opere pubbliche, comprese scuole; anche suolo e falde acquifere risultano altamente compromesse; per non parlare dell’incidenza dei tumori che supera del 15/20% la media italiana. Si è a conoscenza della disastrosa situazione ambientale di Crotone?
Nella Città di CROTONE – si legge nelle premesse dell’interrogazione – una vasta zona è in fase di bonifica dal 2001, come richiesto dalla Commissione Parlamentare d’Inchiesta sul ciclo illegale di rifiuti, poiché sono stati trovati rifiuti tossici industriali.
L’impatto ambientale più dannoso è stato causato dalle tre maggiori attività produttive della zona, tra cui lo stabilimento ex Pertusola che per circa 70 anni ha prodotto zinco, acido solforico e cadmio ed altre sostanze altamente tossiche dalle quali si ricavava la scoria cubilot. Alcune di queste sostanze tossiche, come C.I.C. (Conglomerato Idraulico Catalizzato), cadmio e “scoria cubilot” sono state utilizzate per costruire opere pubbliche, infrastrutture e scuole, mettendo a rischio la salute degli abitanti.
In seguito ad un’indagine, questi rifiuti sono stati classificati come speciali e pericolosi e 18 aree urbane sono state sequestrate nei comuni di Crotone, Cutro e Isola di Capo Rizzuto. Le indagini hanno rivelato un alto livello di contaminazione, prevalentemente da metalli pesanti, del suolo e delle acque di falda e, nonostante questo, parte dei terreni contaminati è stata destinata all’agricoltura, all’allevamento e al pascolo di animali da macello.
L’incidenza di tumori e malattie nell’area è aumentata rapidamente, superando del 15-20% la media italiana, come testimoniato dall’Organizzazione mondiale della sanità secondo cui tali eccessi, soprattutto per quanto concerne i tumori polmonari, sono collegati alle attività industriali dell’area; una messa in sicurezza è stata predisposta ma non è stata attuata ancora nessuna attività concreta, attualmente la bonifica può quindi definirsi in fase di start up.
PATRICIELLO chiede alla Commissione se sia a conoscenza di tale situazione e se ritenga che ci sia stata negligenza da parte dell’Italia in materia di politiche ambientali comunitarie; se la programmazione 2014-2020 prevede programmi e fondi europei da destinare alla bonifica dei territori contaminati, oltre al Fondo Sviluppo e Coesione specializzato nel finanziamento di grandi opere infrastrutturali.