Csi in prima linea vicino al Cei
redazione | Il 02, Lug 2011
Le riflessioni del presidente reggino Paolo Cicciù
Csi in prima linea vicino al Cei
Le riflessioni del presidente reggino Paolo Cicciù
Gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, pubblicati lo scorso autunno dalla Chiesa italiana, intendono offrire alcune linee condivise per favorire i percorsi educativi nelle comunità cristiane e nelle associazioni in essa operanti. Mons. Claudio Paganini – Consulente Ecclesiastico Nazionale Csi < La scelta dell’Episcopato italiano per questo decennio, ha detto mons. Bagnasco nella premessa al documento, “è segno di una premura che nasce dalla paternità spirituale di cui siamo rivestiti”. Ed ha aggiunto: “A ciascuno consegniamo con fiducia questi orientamenti, con l’auspicio che le nostre comunità, parte viva del tessuto sociale del Paese, divengano sempre più luoghi fecondi di educazione integrale.” Su questa chiara indicazione ad operare, qualificando i luoghi dell’azione pastorale, il Centro Sportivo Italiano prova ad agire in prima linea dovendo confrontarsi costantemente con il variegato mondo giovanile, sociale, politico ed ecclesiale. Il tema educativo affrontato dal documento “Educare alla vita buona del Vangelo” tocca in profondità il mondo sportivo associato nel Csi . In particolare, il carisma del CSI non coincide con la sviluppo della pratica sportiva (anche se è innegabile che la qualità della proposta sportiva incide sulla considerazione ed il rispetto che il CSI ha acquisito sul territorio), ma piuttosto la sua “mission statutaria” è l’educazione attraverso lo sport. Il CSI è un’associazione ecclesiale che nel mondo sportivo testimonia e promuove i valori dell’uomo e della fede. Il percorso educativo ed il percorso sportivo sono pertanto destinati a coincidere. In questa prospettiva, le tematiche indicate dal documento, quali: il rapporto educativo, la sensibilità alle relazioni significative, il riferimento al metodo educativo seguito da Gesù, il rapporto con i giovani atleti e loro famiglie, il lavoro di comunione con ambienti parrocchiali e territoriali (elementi presenti nel documento dei vescovi) … rappresentano una sfida ed una provocazione continua nel formare e qualificare i dirigenti secondo i bisogni delle giovani generazioni in un mondo che cambia. La parola “sport” compare solo tre volte nel documento dei Vescovi! Una riferita alla sua presenza in oratorio (al n° 42) quale linguaggio per dialogare coi giovani; un’altra circa il coinvolgimento dello sport nella responsabilità educativa (al n° 50); ed una terza volta, indicando quali siano i percorsi di vita buona, il documento afferma che “la comunità cristiana è chiamata a valorizzare le potenzialità educative dell’associazionismo legato alle professioni, al tempo libero, allo sport” ( al n°54). Sono poche citazioni ma molto buone, di grande spessore educativo, legate alla positività della pratica sportiva in ambito ecclesiale. Ma và anche annotato che l’intero documento è oltremodo positivo e non si può certamente giudicare dalla quantità di citazioni che toccano il proprio ambito di interesse. E’ oltremodo positivo, infatti, leggere per nove volte il riconoscimento e l’invito alla promozione del mondo associativo. È positivo annotare che “nell’ambito parrocchiale, inoltre, è necessario attivare la conoscenza e la collaborazione tra catechisti, insegnanti … e animatori di oratori, associazioni e gruppi.” (al n° 46). Come pure positivo è che anche le “scuole di calcio e di danza” diventino luoghi educativi: “La scuola e il territorio, con le sue molteplici esperienze e forme aggregative (palestre, scuole di calcio e di danza, laboratori musicali, associazioni di volontariato …), rappresentano luoghi decisivi per realizzare queste concrete modalità di alleanza educativa. (al n° 46). Sono affermazioni che, da un lato, confermano l’associazione nel percorso intrapreso da decenni e, dall’altro, provocano sulla necessità di continuare ad insistere sul bisogno di reti di collaborazione intra – ecclesiale.> Paolo Cicciù Consigliere Nazionale e Presidente Csi Reggio Calabria < Il CSI ha promosso, sul modello e sullo stile indicato dei vescovi, un percorso culturale decennale suddiviso in cinque tematiche biennali. Questi temi sono poi declinati annualmente in tre – quattro distinti momenti associativi nazionali (agorà ed assemblea in Maggio, settimana di formazione estiva in Luglio, convention in autunno o stati generali dello Sport in Gennaio e Meeting di Assisi a Dicembre). Similmente sul territorio di Reggio, saranno realizzati convegni, momenti formativi, campagne a tema e proposte particolari (dalla 2° Edizione del Festival Nazionale dello Sport Educativo “ReggioCalabria SportinFest 2011” al Natale dello Sportivo, dalle settimane educative in oratorio alle riflessioni con le comunità educative parrocchiali, dalla 3° edizione del progetto educativo “Vivi L’Oratorio” fino al coinvolgimento del territorio sociale, politico e religioso). Eventi che coinvolgeranno gli oltre seimila associati del Comitato reggino. I Dirigenti sportivi cattolici devono diventare “lievito” nel mondo dello sport, a tutti i livelli . Fare scelte che siano controcorrente, rispetto ad un modello sportivo incentrato sulla “vetrinizzazione” e sullo “spettacolo”. La proposta che lanciamo è destinare il 5% dei diritti Tv del calcio per sostenere lo Sport in Oratorio. Lo conferma Edio Costantini, direttore del Centro studi del Centro sportivo italiano e presidente della Fondazione “Giovanni Paolo II per lo sport”. < Lo sport è un bene educativo di straordinaria importanza – commenta – che esercita una forza attrattiva sui giovani e i ragazzi, continuando ad essere una di quelle esperienze umane capaci di incidere in modo significativo sulla costruzione della persona». Ma come riconosce il testo dedicato alla “sfida educativa”, lo sport, come un po’ tutta la società, si interroga oggi «su quali debbano essere i suoi principi guida, che tipo di persona formare e quali valori proporre per favorire la crescita della persona». «Se prendiamo spunto dallo sport professionistico – afferma Costantini – fatta salva la testimonianza di qualche singolo campione, dobbiamo purtroppo registrare la grande diffusione di logiche negative, come quella del denaro, del successo a tutti i costi, di un’esasperata competitività. Se vogliamo ridare allo sport tutta la sua valenza educativa bisogna ripartire da due ambienti insostituibili: la parrocchia e la scuola. Sta qui, in effetti, uno dei passaggi fondamentali del capitolo del Rapporto – proposta: investire su una nuova generazione di luoghi educativi. «Come dimenticare – sostiene ancora Costantini – il ruolo svolto in passato dall’oratorio parrocchiale, in cui si sono formati tanti degli attuali campioni dello sport in Italia? Alla parrocchia e alle sue strutture sportive lo sport italiano resta molto debitore. Ora si tratta di reinvestire sulla parrocchia, dove purtroppo lo sport viene oggi percepito come un intervallo tra cose più importanti da fare». È ora pertanto che le comunità cristiane riscoprano la grande funzione dello sport, come riconosce il volume del Comitato per il Progetto culturale, perché esso diventi «principio generatore di relazioni, di stile di vita, di comportamento, dialogo, partecipazione, cittadinanza attiva». «La parrocchia – dichiara Costantini – può fare moltissimo in tal senso, ma smettendo di guardare indietro e proponendo un’animazione sportiva di qualità, che significa puntare sulla formazione di educatori all’altezza e su nuove strutture sportive >.