Cuore e batticuore Viaggiando in “Ritmo” nelle autostrade del cuore
di Natalia Gelonesi
“Cuore e batticuore” era il titolo di una seguitissima serie anni ’80, che i più giovani (vedi il mio redattore) pare non conoscano o non ricordino. Quando infatti ho proposto il titolo per quest’articolo, e ho capito che entusiasmava solo me, ho avvertito l’inquietante presenza del gap generazionale e mi è venuto “un colpo al cuore”.
Avete presente quella sensazione che si ha quando il cuore sembra fermarsi e ripartire, quando perde un colpo, quando vi sembra che una farfalla stia sbattendo le ali nel vostro petto? Ecco, se non vi trovate davanti al principe azzurro o alla donna dei vostri sogni, molto meno romanticamente potrebbe trattarsi di un disturbo del ritmo cardiaco.
E cos’è un disturbo del ritmo cardiaco?
Bella domanda.
Facciamo che tutto ciò che sto dicendo si autodistruggerà perché il mio primario è un aritmologo “serio” e non vorrei fargli venire una sincope, ma immaginate che dentro al vostro cuore ci sia un perfetto sistema di fili elettrici che permettono al muscolo cardiaco di contrarsi, battere per voi e compiere il suo dovere per portare il sangue ad organi e tessuti.
L’interruttore di questo sistema si chiama “nodo del seno” o “segnapassi”. Quando questo interruttore si accende, la “corrente” si propaga attraverso il sistema elettrico (detto infatti sistema di conduzione), più o meno come in quei bastoncini scintillanti che si accendono a capodanno, e va ad attivare le altre cellule col risultato di una contrazione.
Ma questo interruttore chi lo accende?
Sicuramente non il principe azzurro di cui sopra.
Il nostro cuore è dotato di una meravigliosa caratteristica che si chiama “automatismo”, il che vuol dire che le cellule che formano questo segnapassi si “accendono” da sole (attraverso meccanismi complicatissimi che non starò qui a spiegarvi), con una “frequenza” (vi dice qualcosa il termine frequenza cardiaca?) variabile, ovvero un tot di volte al minuto, che nella normalità va da 60 a 100. Se il cuore batte sotto le 60 volte al minuto si parla di bradicardia, se batte sopra le 100 volte si parla di tachicardia (o Tachipardia, come disse una paziente, probabilmente affascinata dalla tendenza animaliera).
In alcune persone, accanto al sistema di conduzione “standard” possono essere presenti delle altre reti, le cosiddette vie anomale, come, ad esempio, se sulla Sa-Rc la vostra auto, che rappresenta l’impulso, invece di continuare sull’autostrada, trovasse delle collaterali e seguisse un altro percorso apparentemente più breve.
La qual cosa, messa così, potrebbe pure sembrare un’interessante scorciatoia, ma poi nei fatti si concretizzerebbe in una “tachicardia parossistica”, un’aritmia in cui il cuore può arrivare a battere anche con una frequenza di 200 volte al minuto e oltre, creando ovviamente non pochi fastidi. Queste vie collaterali possono rimanere inutilizzate per anni, oppure la vostra auto testardamente decide di infilarcisi dentro più e più volte, e allora, per evitare che il problema diventi invalidante, bisogna provvedere a chiudere questa strada con un piccolo intervento chiamato “ablazione”.
In altri casi, in qualche altra zona del cuore, qualche cellula si ammutina e decide di rubare il timone al segnapassi, accendendosi un po’ prima rispetto a quanto avrebbe fatto il segnapassi stesso, dando luogo così a un battito prematuro o extrasistole.
Forse sarà capitato a tanti di voi di preoccuparvi perché avevate avvertito quella fastidiosa sensazione di “tonfo” al cuore e magari, qualcuno, distrattamente vi ha detto di stare tranquilli, perché “è solo un’extrasistole”.
E giustamente voi avrete pensato “un extrache?”. Magari sarà una cosa figa tipo extrafondente, extravergine, extraordinario. Invece, più banalmente, è extra, solo perché è uno stimolo che origina in punto diverso dal solito dando origine a una contrazione (sistole) anticipata.
Le extrasistoli possono essere atriali se originano dall’atrio (e sono generalmente benigne) o ventricolari se originano dal ventricolo (sono spesso benigne ma a volte sono la spia di un problema cardiaco)
Questi battiti possono essere isolati o, se soffrono la solitudine, a volte formano delle coppie o delle triplette, o delle brevi tachicardie, presentandosi in successione.
Alcune volte possono non essere avvertiti, in altri casi, specie se sono frequenti e ripetitive possono generare allarmi e fastidi.
Le cause, oltre che in un’eventuale patologia sottostante, (che si può escludere o confermare con un ecocardiogramma), possono risiedere in un’alterazione del normale funzionamento della tiroide, in un abuso di sostanze stimolanti, in una patologia gastrica (reflusso, ernia jatale) o possono essere favorite da momenti di forte stress emotivo.
Quindi nel caso soffriate di questi disturbi, oltre a fare degli esami come l’ecocardiogramma, un Holter Ecg (la famosa “cassettina” che da quando si è passati al digitale non è più una cassetta ma un apparecchietto leggerissimo che registra l’elettrocardiogramma per 24 ore) e il dosaggio degli ormoni tiroidei, potreste adottare delle norme igieniche atte a ridurre o eliminare il problema: ad esempio, ridurre il numero di caffè o sostituirli con il caffè decaffeinato, smettere di fumare (sono una rompiballe sull’argomento), e se soffrite di reflusso gastroesofageo evitare di sdraiarsi subito dopo mangiato o assumere un gastroprotettore.
Qualora queste misure non si rivelassero sufficienti e, quindi, nel caso in cui il disturbo è particolarmente fastidioso o invalidante si può ricorrere alla terapia con farmaci detti “betabloccanti” (il che non vuol dire saltare le tappe di cui sopra, abolizione di fumo, caffeina. Mi raccomando! Anche perché come tutti i farmaci anche questi hanno degli effetti collaterali).
E quando sul referto dell’elettrocardiogramma troviamo la dicitura “aritmia sinusale”? Momenti di panico nei pazienti e, ahimè, spesso pure nei medici a cui viene consegnato l’esame richiesto, su cui campeggiano fiere e un po’ presuntuose, queste due paroline in realtà molto innocue. Infatti si tratta di una condizione fisiologica, presente sovente nei giovani e negli sportivi, in cui la frequenza cardiaca oscilla e varia di continuo (aritmia), ma il cuore viene acceso sempre dal nostro interruttore e timoniere “nodo del seno” (quindi sinusale). Quindi se vi dicono che avete un’aritmia sinusale keep calm e non allarmatevi! (soprattutto le mamme).
Cosa ci è rimasto? Sicuramente non si può non parlare della fibrillazione atriale, ma lo spazio stringe e questo è un argomento che merita trattazione a parte, quindi vi lascio col fiato sospeso e il cuore in gola per l’ansia di sapere (perché immagino non aspettiate altro).
To be continued…