Da Palmi l’originale studio sul “Padre Nostro” corretto Compiuto dal filologo Filippo Marino
di Sigfrido Parrello
PALMI (RC) – Sono trascorsi quarantotto anni da quando il palmese prof. Filippo Marino ha avviato presso l’Istituto universitario di letteratura cristiana antica dell’Ateneo di Bari la sua originale ricerca sulla preghiera insegnataci da Gesù.
Questo significa non soltanto a fondare gli studi esegetici nel cuore della memoria ma pensare e ripensare allo svarione di traduzione da lui colto nel versetto “e non ci indurre in tentazione”, ripreso dalla penna di autorevoli giornalisti nazionali come Toscano e Carrisi nonchè dai rimbalzi di cronaca di quotati settimanali di ampia tiratura.
I sommi pontefici Ratzinger, Bergoglio e i cardinali Parolin, Bassetti e SE. Mons Galantino hanno già in mano da tempo il voluminoso studio del prof. Marino che perora da sì lungo tempo queste ragioni. In effetti si sono interessati alla cosa non solo ambiti ecclesiali ma parti più dichiaratamente laiche (O.K. Pace, G. Villa e altri) per i quali è anche un solecismo rivolgersi al Padre in maniera stilisticamente inesatta. Anche il popolo ha diritto nel più alto momento della Messa domenicale di rivolgersi a Dio con proprietà di linguaggio.
L’autorità della Chiesa italiana attraverso la nuova normativa della conferenza episcopale italiana del 16 Ottobre 2009 recepirà la nuova traduzione “e non abbandonarci alla tentazione” come in precedenza aveva statuito la conferenza dei Vescovi spagnoli e come lo scorso 24 ottobre 2013 ha deliberato la conferenza episcopale francese. Dunque, la Spagna e la Francia sono giunte prima di noi all’universale riconoscimento. Da noi perchè ci si attarda tanto?
La spiegazione ufficiale è che bisogna attendere la produzione e la diffusione dei nuovi messali, lezionari e orazionali. Ma tale spiegazione è letteralmente superflua ove si consideri che lo stesso Papa Francesco si è espresso pubblicamente a fine inverno scorso per il cambio della dizione che in effetti non è cambiata ma semplicemente ridimensionata alla Verità.
Dice il prof. Marino a chiosa della sua ricerca che già San Giacomo nel Nuovo Testamento “Dio non può tentare per cui la miriade di chiosatori tardivi fingono di non sapere che l’aramaico e la maggior parte delle lingue al mondo, è polisemico!”. A corredo delle sue affermazioni il Marino pubblica nel suo studio sul “Pater” una quarantina di testi ed edizioni della “grande preghiera cristiana”.
Al Marino si è interessato il compianto nostro vescovo diocesano Mons. Luciano Bux che ne ha siglato i testi italiano e calabrese per una plaque che è stata già sistemata ad Eleona nel santuario internazionale del Pater Noster di Gerusalemme.
È stato l’attuale vescovo diocesano Mons. Francesco Milito a benedire solennemente la targa l’8 Novembre del 2013 che oggi fa bella mostra di se nel complesso di studio e di preghiera meta di visitatori da tutto il mondo.
Sono proprio questi fedeli e questi visitatori che attestano prima tra tutte la bontà della dizione di Filippo Marino il quale già nel 2013 è stato creato “cittadino illustre di Palmi” con il prestigioso premio San Fantino conferiti sia da sindaco pro tempore Giovanni Barone che dal sac. Vittorio Castagna peraltro suo ex allievo nel plesso scolastico Paolo VI di Gioia Tauro.
Ma peccheremmo di orgoglio se per l’iniziativa gerosolomitana non citassimo l’operosità amorevole della claustrale carmelitana Suor Elisabeth D’Ally, di padre Jim Green pb e di M. me Margherite Borel Pro Console Generale di Francia nella città Santa.
Ma il mariologo Filippo Marino riconosce anche da queste righe che la protagonista assoluta è la Virgo Theotokos di Gerusalemme più volte riverita è venerata come “Dolce Mammina” (San Filippo Neri) che sa a tempo i tuoi desideri prescindendo anche dall’epoca in cui tu osi chiederglieli.