Dai bamboccioni agli sfigati: ma non sempre è colpa dei giovani
redazione | Il 18, Feb 2012
L’analisi di Antonio Papalia (Scopelliti presidente)
Dai bamboccioni agli sfigati: ma non sempre è colpa dei giovani
L’analisi di Antonio Papalia (Scopelliti presidente)
Riceviamo e pubblichiamo:
I giovani sono diventati l’oggetto misterioso delle dispute politiche degli ultimi tempi.
Il sano principio della meritocrazia e la peculiare esuberanza giovanile si traducono, per uno strano gioco delle parti, in appellativi sempre più vari e spesso ingiustificati: i capelloni del ’68, i bamboccioni di Tommaso Padoa Schioppa, gli sfigati di Michel Martone, gli allucinati dei videogames, la “generazione di sconvolti” di Vasco Rossi, i grandi indifferenti della nostra epoca, ma anche gli indignati per antonomasia, i precari di oggi, i disoccupati cronici di domani, i portatori sani della logica dei forconi.
Eppure, nel processo motivazionale che porta i tuttologi a qualificare un’intera generazione, qualcosa dev’essere sfuggito.
Ad esempio non si evidenzia abbastanza che gli over 45 di oggi hanno fatto terra bruciata intorno a loro, lasciando briciole democratiche agli eterni inesperti della politica italiana.
Il problema non è tanto quello dell’accessibilità agli schemi partitici, quanto quello del disinteresse diffuso che si coglie quotidianamente tra le speranze di chi vorrebbe cambiare il mondo, pur non essendo materialmente nelle condizioni di farlo.
La “Politica” è diventata “politica” e perdendo un’iniziale maiuscola ha dissipato il proprio appeal: è un prodotto che non interessa più perché, pur essendo sollecitato, non è riuscito nel tempo a dare le risposte che i giovani chiedevano.
Sia chiaro: sono un sostenitore della libera iniziativa personale e non me la sento di addossare alla “società” i demeriti della nostra indifferenza. Il rischio sarebbe quello del “tutti colpevoli, nessun colpevole”.
È necessario, pertanto, rilanciare l’idea della responsabilità, della concertazione, del sano confronto dialettico: solo così i partiti ed i movimenti possono tornare ad essere laboratorio di idee.
I giovani non si accontentano più – ma forse non lo hanno mai fatto – di essere semplici osservatori esterni: essi vogliono essere ascoltati e capiti. In una parola, essi vogliono tornare ad essere protagonisti.
Quanto detto vale per i giovani italiani, ma ancor di più per i giovani calabresi ed in particolare per i giovani palmesi, travolti dagli eventi, non sempre in modo consapevole.
La Politica deve tornare ad essere presenza importante ma non ingombrante e la classe dirigente deve essere in grado di comunicare con i giovani, di usare il loro stesso linguaggio, di ristabilire con essi un’affinità culturale, di interfacciarsi con loro attraverso i social networks ed i canali privilegiati del web. Del resto, McLuhan insegna che “il mezzo è il messaggio”.
“Guardare al futuro” è un’espressione ormai inflazionata, che richiede una correzione al ribasso.
Oggi è necessario guardare al presente, prima che sia troppo tardi.
Dr. Antonio Papalia, responsabile Politiche Giovanili del Coordinamento Provinciale Lista Scopelliti Presidente di Reggio Calabria
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