Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), SABATO 18 GENNAIO 2025

Torna su

Torna su

 
 

Dame e cavalieri dell’ordine equestre del Santo Sepolcro a Seminara Per la celebrazione alla Madonna della Palestina

Dame e cavalieri dell’ordine equestre del Santo Sepolcro a Seminara Per la celebrazione alla Madonna della Palestina

Di Filomena Scarpati

Dopo l’impossibilità di celebrare messa per la Madonna della Palestina, protettrice dell’ordine equestre del Santo Sepolcro a Novembre 2020 per il lockdown dovuto all’emergenza covid19 che ha reso impossibili persino le pratiche religiose, costringendo il popolo di Dio a partecipare a funzioni on line o trasmesse dalle emittenti televisive, i cavalieri e le dame dell’Ordine in questione si sono visti costretti a rinviare di un anno una celebrazione a cui tengono particolarmente. Protezione celeste, quella della Vergine, estesa ad ogni componente dell’Ordine per le azioni di carità cristiana e di evangelizzazione intraprese. “ E’ il bisogno di certezze che vengono solo da nostro Signore Gesù Cristo che ci avvicina alla Chiesa e al Sepolcro come cavalieri e dame dell’Ordine Equestre” – ha affermato il dott. Marcello Leonello nella sua qualità di delegato diocesano e grande ufficiale dell’ordine, durante il suo intervento nella basilica della Madonna dei Poveri di Seminara di cui è rettore e parroco don Domenico Caruso, prima della Celebrazione Eucaristica presieduta da mons. Francesco Milito, vescovo della diocesi Oppido M. – Palmi. Le Crociate si sostanziano in una storia millenaria di difesa del Sepolcro dalle invasioni straniere negli anni in cui nacquero e di evangelizzazione e diffusione di opere di carità cristiana nei tempi attuali. Storia di grande importanza soprattutto per la Calabria dove le crociate sono nate e dove oggi ciò che emerge maggiormente, è la staticità d’azione sociale ed economica dovuta a politiche fallimentari che non guardano ai bisogni dei cittadini e di una comunità che necessita di interventi soprattutto strutturali per accrescere le capacità economiche di una regione ricca di bellezze naturali. Problematiche che il gran maestro, accompagnato da tante dame e cavalieri tra cui ricordiamo il dott. Stefano Barillà commendatore delegato da Reggio Calabria e l’avv. Porcelli nella sua funzione di preside dell’ordine, ha posto in evidenza, assieme ad una mentalità stagnante che vede accrescere il bisogno di emergere di tanti politici che mirano ad aumentare il potere personale e non il bisogno di porsi al servizio della comunità per la realizzazione del bene di tutti, creando disagi e svantaggi a livello economico e sociale, oggi insormontabili, se non si attuano nell’immediato contromisure idonee a rendere la Calabria terra di maggiore dignità, considerata l’enorme storia di saggezza, civiltà e laboriosità che la distinguono. Una dignità da restituire con la soddisfazione di poche esigenze di civiltà materiale che a tutt’oggi non hanno avuto riscontro per l’impegno edonistico della esclusiva conquista delle poltrone da mantenere il più a lungo possibile e che danno luogo a continui malcontenti della cittadinanza calabrese, soprattutto dal punto di vista della sanità pubblica ridotta in cumuli di macerie. Interessi personali e bene comune, due realtà opposte che rappresentano il male da una parte e il bene dall’altra, che si sfiorano sempre ma non si toccano mai. Quale possa essere il bene per la Calabria si riassume nelle poche necessità da soddisfare che vengono sempre tralasciate, esigenze primarie come il lavoro, la buona sanità, le infrastrutture per incentivare il turismo e rendere agevole la vita dei calabresi, le iniziative per l’agricoltura sostenibile e la cultura con la riscoperta della storia locale di grande fascino per aver vissuto dominazioni diverse, alcune delle quali hanno dato impulsi notevolmente positivi alla nostra terra che nel Medio Evo è stata luogo non solo di grande cultura ma anche della più importante battaglia disputata nella storia di tutti i tempi, che ha visto vincere i Normanni sui Bizantini nel 1059 nella Vallis Salinarum o Piana di San Martino, frazione di Taurianova. Importanza resa ancora più salda da una bolla Papale di Urbano II del 1098 nella quale riconosceva autorità ed autonomia alla chiesa del SS. Salvatore che guardava sul luogo della battaglia, fatta costruire dalla duchessa Emma d’Altavilla nell’omonima località di Varapodio per ringraziare il Signore della vincita da parte di suo padre Roberto detto il Guiscardo e suo zio Ruggero I che alla guida dell’esercito Normanno nella Valle di San Martino vinsero, come già detto, sui Bizantini, restituendo così ad Urbano II, la maggior parte delle chiese di questi luoghi e il cosiddetto potere alla Chiesa cattolica di rito latino. Reggio Calabria e la sua provincia, a conoscenza di pochi studiosi di storia locale, fu visitata più volte da Papa Urbano II per la sua amicizia sia con Emma d’Altavilla che con la sua famiglia, in particolar modo con Ruggero I il quale aveva anche un forte legame con San Bruno che portò a battesimo suo figlio Ruggero II e fu docente di Papa Urbano II e suo amico inseparabile, tant’è che fu nominato vescovo di Reggio Calabria, ma essendo vocato all’eremitaggio, rientrò a Serra dove diede inizio alla costruzione della Certosa con l’aiuto economico di Ruggero I. Anche le Crociate furono decise nella nostra zona durante le visite di Papa Urbano II, per il quale persona e statista di riferimento fu Ruggero I che decise di celebrare le sue nozze nel castello di San Martino e solo dopo il matrimonio si trasferì nella zona della Diocesi di Mileto comprendente il territorio di Serra San Bruno, mentre Emma d’Altavilla risiedeva nel Castello di Oppido Mamertina. Le stesse famiglie Normanne istituirono la corte nel castello di Reggio Calabria. L’importanza del ricordo della storia millenaria fatta da dame e cavalieri del Medio Evo associatisi nell’Ordine Equestre per la difesa del Santo Sepolcro, riaffiora alle nostre menti attraverso queste forme di celebrazioni come quella del 7 Novembre scorso dedicata alla Madonna della Palestina patrona dell’Ordine che evocano un passato fatto di glorioso agire non solo per la terra Santa, ma anche per la nostra terra che ha dato vita alle crociate. Ragion per cui l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro nel nostro territorio riveste importanza strategica che andrebbe ricordata attraverso la costituzione di musei multimediali dislocati in vari luoghi della provincia di Reggio Calabria, fino alla provincia di Vibo Valentia in cui insite il territorio di Serra San Bruno e la diocesi di Mileto, considerato che i monumenti che rievocano la nostra storia sono andati distrutti per l’eccessiva sismicità che nel tempo ha abbattuto anche la memoria che oggi può essere ricostruita anche in assenza di reperti storici di lontana memoria, nella consapevolezza che il passato e le radici storiche sono indispensabili per la costruzione di un solido futuro di ogni società. E’ quanto di più importante si possa auspicare a livello culturale per la Calabria. La celebrazione è terminata con le parole d’invito del vescovo mons. Milito ai componenti dell’Ordine Equestre ad essere soprattutto difensori e diffusori del Vangelo. Infine i ringraziamenti al rettore della Basilica Don Mimmo Caruso sia da parte del prelato che da parte dei componenti l’Ordine per l’ospitalità riservata. Si ricorda infine che don Caruso fa parte dello stesso Ordine ed è un presbitero il cui impegno è sempre stato attivo anche nel fare cultura, così come dicasi di mons. Francesco Milito sempre presente e parte attiva in manifestazioni culturali di elevato spessore.