banner bcc calabria

Daniele Gorret, quando la poesia si edifica sulle citazioni

banner bcc calabria

banner bcc calabria

Daniele Gorret è nato in Valle d’Aosta nel 1951. Dopo il romanzo d’esordio, Sopra campagne e acque (Guanda, 1984),ha pubblicato numerose altre opere. La più recente, probabilmente, è  Quaranta citazioni di Anselmo Secòs, una raccolta di poesia uscita nel mese di novembre 2015, presso LietoColle.

Ma chi è Anselmo Secòs? Gorret, presentando il suo libro ai lettori, ci dice che è “un personaggio da romanzo la cui biografia da tempo inseguo (o mi insegue) e che in questi ultimi anni si è concentrata in un mannello di libri già scritti o che vado (vorrei andare) scrivendo.”

La caratteristica di questo libro è che ogni “capitoletto” di questo racconto in versi è sempre aperto da una citazione di un autore importante della storia umana e letteraria di ogni tempo. E questa è davvero una espediente davvero interessante per illuminare il percorso creativo di Gorret …

Ha colpito molto la citazione di Pasolini che, a un certo punto, si legge nel libro: “Facendo tutto questo, io rappresento la mia voglia di morire”. Profetica, per come poi sono andate le cose, ma è anche vero che nell’assurda morte del grande scrittore, sarebbe poi sbocciata una vita letteraria che, a trent’anni dalla sua scomparsa, è straordinariamente presente e attuale.

La poesia edificata sulla citazione pasoliniana parla di una partenza:

Viene il momento che chiede di partire:/ partire, s’intende, dal luogo abituale,/ staccare infine l’ancora al fondale:/ partire è bello e giusto e fa del bene/ purché deciso al tempo più opportuno/ purchè pensato con calma e con rigore:/ partire è sacro e santo, si può dire./ Le valige stan pronte da gran tempo:/ dietro la porta di camera da letto/ sono già piene, in ordine e pulite./ Bellissima l’ora se è stata meditata./ Si faran tappe, vedremo dei paesaggi,/ confronteremo il tempo di una volta/ a questo nuovo, e ci riposeremo./ Il nome della meta è benedetto/ anche se è vero che non sappiamo bene/ come sia fatta e quale l’accoglienza./ E la sorpresa però non c’impaura (…)”

Che Gorret sia un narratore di razza è cosa ben nota ma è impossibile non leggere in questi versi anche la chiara testimonianza di una vocazione  poetica.