Dati Svimez, Foti: “Il Sud cancellato deve alzare la voce” A breve laboratorio per il Mezzogiorno
I dati del rapporto Svimez 2015 sull’economia del Mezzogiorno sono terribili, e questo Governo del non fare è complice del declino permanente a cui si sta condannando il Sud.
Una persona su tre è a rischio povertà, l’occupazione è ai livelli del 1977, e il Pil delle regioni del mezzogiorno ancora una volta negativo, -1,3%, con il divario di Pil pro capite tra Centro-Nord e Sud che è tornato ai livelli di 15 anni.
E’ evidente, come ho già avuto modo dire qualche giorno fa nel corso di un incontro organizzato dalla Fondazione Magna Grecia e tenutosi a Reggio Calabria, che il Paese è letteralmente diviso a metà. E’ quanto dichiara in una nota Nino Foti, vice coordinatore Regionale di Forza Italia Calabria e Presidente della Fondazione Magna Grecia.
Nessun investimento in infrastrutture, i fondi destinati al Sud distratti e destinati ad altri usi, le migliori realtà svendute, vedasi AnsaldoBreda, prosegue Foti, se prendiamo in considerazione le azioni messe in campo da questo Governo la prospettiva che emerge è una sola: il Sud è cancellato. Cancellato soprattutto dal panorama politico, visto che nessuno nelle istituzioni e tra i leader Nazionali ad oggi si preoccupa più del nostro mezzogiorno tanto che ad oggi non si conosce nemmeno chi abbia nel Governo la Delega per la gestione dei fondi comunitari che non si utilizzano almeno per il 50% della dotazione annua. Non so con quale coscienza i nostri rappresentanti nelle istituzioni continuano ad assistere inermi a questo sfacelo, ma di sicuro non è più possibile restare con le mani in mano.
Serve mettere in campo nell’immediato un approccio diverso, aggiunge Foti, per fare da cassa di risonanza delle emergenze dei nostri territori e colmare i vuoti sociali e istituzionali esistenti. Anche in quest’ ottica, insieme all’Eurispes e ad altri importanti partner, abbiamo deciso di dar seguito ai lavori avviati in occasione del citato convegno e costruire una nuova piattaforma, che offra servizi di studi, ricerche e analisi delle problematiche del territorio e proponga soluzioni concrete in termini ad esempio di valorizzazione di settori cruciali quali turismo e cultura o di supporto ai decisori politici nella progettualità sui fondi europei. L’obiettivo è quello di realizzare un laboratorio di idee e azioni che rappresenti una nuova voce per il mezzogiorno e per la Calabria, facendo tesoro dei contributi di quella società civile sana e combattiva e aggregando una rete di attori che diventino protagonisti nel processo di dibattito e di crescita futura. In questi giorni continueremo a lavorare su questo progetto e a breve ne presenteremo i contenuti nel dettaglio.
Il Sud deve alzare la voce, resistere e ripartire, conclude Foti, ripartire dalla consapevolezza che esistono le risorse per risollevarci ma che saremo in grado di farlo solo se si abbandonerà l’ottica di un territorio che vive di politica dell’assistenzialismo. Dobbiamo riacquistare la nostra dignità, smettendo di accettare supinamente le decisioni di chi non persegue i nostri interessi e chiedere rispetto e attenzione, stimolando di continuo la nostra classe politica poco attenta e partecipe. Certo, sarebbe auspicabile svolgere un lavoro sinergico con le istituzioni, ma per far ciò è fondamentale che ognuno rispetti fino in fondo i propri ruoli e non rifugga le proprie responsabilità: i cittadini del Sud devono risvegliare le proprie coscienze e pretendere quello che legittimamente è dovuto e la politica deve necessariamente battersi per difendere e tutelare il proprio territorio da chi evidentemente ha in mente un’altra storia.